
Una sera d’inverno di qualche anno fa, ho trovato una bici da corsa abbandonata. La bicicletta verde, un colore ai miei occhi sufficientemente femminile, aspettava, nel cortile della mia casa di ringhiera, a Milano, di essere portata in discarica o adottata. Il telaio del 1975 non aveva graffi né ruggine. Di notte, l’ho presa e portata a casa. Ho cercato un ciclo meccanico che se ne prendesse cura. L’ho riavuta vintage, ma come nuova, in uno dei giorni più freddi dell’anno. Le ho affidato il compito di impresaria dei miei sogni.
La mia prima bici da corsa
Sull’Alzaia del Naviglio Grande, il vecchio cambio manuale con le levette sul tubo obliquo della bicicletta vintage mi sembrò, di primo acchito, ingovernabile. Ma quella cosa di nessuno, res nullius o res derelicta, che non mi rende affatto ladra, è diventata la mia prima bicicletta da corsa. La bici con cui, qualche mese dopo, ho corso l’Eroica e provato a pedalare con i tacchi.
Come nasce il blog sulla bicicletta al femminile
Da allora, da quel primo momento di felicità gentile, come ho raccontato a Rai Radio 1 che mi ha intervistato nell’ambito della serie podcast La tappa della mia vita che accompagnavano il Giro d’Italia 2020, vado in bici da corsa e scrivo di bicicletta, ciclismo e cicloturismo sul mio bike blog al femminile, il primo in Italia. Tenendo fermo il punto di vista di noi donne: più rotondo, meno meccanico, inclusivo di ciò che ci interessa, ci fa star bene e ci rende contente. Ricordandomi di quella prima volta, a tre anni, in cui sono salita su una bicicletta. “Le donne”, come ho detto alla storica dello Sport Antonella Stelitano, autrice di Donne in bicicletta, che mi cita nel volume in quanto prima blogger che narra la bicicletta da un punto di vista femminile, “hanno una visione a 360° dell’universo bicicletta. Non si interessano solo alla dimensione sportiva o tecnico-meccanica propria della visione maschile”.
“L’approccio delle cicliste è più morbido e ampio. Le donne separano meno gli ambiti e tendono a percepire le cose in modo più rotondo. Per la donna la bicicletta non è solo una questione di performance, ma anche di riappropriazione di spazi, desideri, mobilità, modo di vestirsi, allenarsi e di socializzare. Mi interessava indagare questo universo con un approccio femminile che mancava sia online sia offline. Soprattutto, mi interessava trovare storie di donne che hanno contribuito a fare della bici uno strumento di empowerment e riappropriazione di spazi di libertà. Ho potuto portare nel blog tutta l’esperienza maturata in anni di collaborazione con le riviste femminili trasferendo i temi del periodico femminile nel mondo della bici e viceversa”, mantenendo fermo un rigoroso approccio giornalistico.
Di bicicletta avevo già cominciato a scrivere sul sito di Io Donna, il femminile del Corriere della Sera, con la rubrica Il lato Bici, un titolo che strizzava l’occhio alla parte anatomica che in bicicletta si tonifica, riferito al lato B dei dischi di una volta quindi, all’altra metà del cielo.
Nella primavera del 2017 ho ideato questo blog al femminile, il primo in Italia con questo approccio, per dare ancora più spazio alle storie delle donne che pedalano e alla narrazione di percorsi cicloturistici.
Nel maggio del 2020 è uscito per Vallardi Ho voluto la bicicletta, il mio primo libro sull’articolato mondo delle due ruote scaturito dalle ricerche, le interviste e le pedalate fatte per il blog.
Oltre alla bicicletta e al cicloturismo, nel bike blog ho creato anche una categoria Viaggi che rende giustizia al mio passato di reporter. Sotto questo cappello ci sono resoconti di viaggio non necessariamente fatti in bicicletta, ma che si ispirano comunque al tema del turismo lento e amico dell’ambiente. Temi anche sviluppati nella categoria Cammini divenuti molto attuali in periodi di rarefazione sociale e desiderio di outdoor.
Cercasi storie di donne in bici
Se avete una bella storia, raccontatemela. Se avete un punto di vista femminile sulla bicicletta, un gruppo di donne con cui uscite in bici, una gonna o scarpe con i tacchi con cui pedalate, un viaggio che piacerebbe alle cicliste o se conoscete una donna del mondo del ciclismo da intervistare, scrivetemi. Siamo l’altra metà del cielo. Ma che parte! Senz’altro, da più punti di vista, la più vitale, creativa e colorata! Come scrivo nel mio Ho voluto la bicicletta, itinerari e storie di ciclogeografia per appassionati, curiosi ed esperti (Vallardi, 2021).
