Le “ragazze” in bicicletta come me che hanno conosciuto il vinile sanno che il lato B era il meno importante dei vecchi dischi a 45 giri, il bonus per chi comprava il disco per il suo lato A, la canzone hit. Tornare a Hvar, l’isola più lunga e assolata dell’Adriatico orientale, in Dalmazia, è stato un po’ come tornare a quegli anni. La ricordavo bella ma, scoperta dal suo lato B, la sconosciuta costa meridionale, la mia prima meta della Croazia in bicicletta, è stata una piacevolissima sorpresa. Che qui vi racconto.
Hvar è l’isola record dell’Adriatico orientale: gode di ben 2.700 ore di sole l’anno, una media di 7,39 ore al giorno. Il che ne fa una meta ciclistica eccezionale anche in autunno, fino a novembre inoltrato. D’estate, la brezza di mare che sia alza il pomeriggio regala un leggero sollievo ai ciclisti più calorosi. Meglio, comunque, scegliere le mezze stagioni per viaggiare in bici in Dalmazia.

Croazia in bicicletta: Hvar e la Dalmazia
L’isola è stata mappata per le bici da strada, le mtb e le bici da turismo. Le cartine non sono chiarissime e la segnaletica apposta sulle strade è obsoleta o graficamente poco comprensibile. C’è margine di miglioramento. Lo sforzo di mappatura, un segnale di apertura ai cicloturisti, è stato fatto in tutta la Dalmazia centrale, regione che pare più di altre in Croazia scommettere su un futuro cicloturistico.

Alcune delle strade bianche dell’interno, ex mulattiere interpoderali, accessibile alle mtb, sono state appiattite con macchine schiacciasassi che arrivano da Spalato. A causa della natura calcarea dell’isola, va da sé che le pareti continuino a sbriciolarsi. Occorrerebbe continuare a fare manutenzione se non si vuole ricorrere all’estremo rimedio dell’asfalto.
Hvar in bicicletta: tutto per il ciclista
Sull’isola c’è chi di cicloturismo se ne intende. Massimo Monachesi, 38 anni trevigiano, ciclista gran fondista e guida officiale della Federazione Ciclistica croata, con moglie di origini croate, ha creato 3 anni fa Hvar Life. L’associazione sportiva funge anche da negozio di bici e accessori, ciclofficina, punto di noleggio al porto di Stari Grad e all’hotel Pharos di Hvar Città, punto di partenza per escursioni in bici. Partito con le sole bici da corsa, Massimo ha adesso a disposizione un’ottantina di emtb Merida, ma anche bici da turismo e da bambino. Un parterre completo.

In mtb a Hvar: fuori dai sentieri battuti
In mtb o mtb elettrica si può partire da Stari Grad per un anello di circa 60 km, misto sterrato/asfalto, che regala panorami di rara intensità. Al contrario di Hvar Città, gioiello svenduto al turismo, Stari Grad è un concentrato di quiete e grazia, con casette in pietra raccolte intorno al porticciolo, appartamentini in affitto, un’unica trattoria (konoba) aperta tutto l’anno, Kod Damira, dove il polpo, ottimo, è cucinato al forno con la verdura.

Vigne e ulivi piantati dai Greci
Superata la chiesetta di Dol, si costeggia la Piana di Stari Grad, Patrimonio Unesco, dove i coloni greci di Paros impiantarono nel IV sec. a.C. un sistema unico di coltivazione di ulivi e vigneti organizzato in rettangoli, separati da robusti muretti a secco, costeggiati da stradine interpoderali. Alle spalle della piana, la lavanda cresce abbondante e selvatica d’estate. Sull’isola è dappertutto: dovunque batta il sole. La lavanda è dffusa sulla “strada vecchia” tra i paesini di Brusje e Velo Grablje, tra Dol e Vrbanj, a est di Humac. Nelle case la lavorano tutti. Insieme all’olio di rosmarino, è l’unguento che le nonne usano sulle sbucciature dei bambini (e delle cicliste…).
All’altezza di Vrbanj, si piega a nord, all’interno della Piana per raggiungere il paesino di Vrboska, su un fiordo profondo, che termina in un canale lavatoio con caratteristici ponticelli. Un percorso costiero, su asfalto, tra pini e macchia, porta all’assaggio dei colori del mare. A Jelsa, si fa tappa alla cantina Dubokovic, per un assaggio di vini a base di uve Mali Plavac.
Verso la costa sud: il mare a vista
A Humac, paesino semi abbandonato dove nell’unica rusticissima trattoria (chiusa la domenica) si mangia la carne cotta sotto la campana (peka), raggiunto dopo una breve rampa di asfalto al 15% di pendenza, comincia lo sterrato. Un falsopiano di circa 7 km inizialmente, ben praticabile, cui seguono 2 km circa di discesa più sconnessa, con sassi calcarei affioranti e ghiaia, da affrontare con estrema attenzione. Il mare che lambisce la costa meridionale di Hvar è ben in vista, così le isole di Scedro (parco naturale), Vis, Korcula in lontanza.

Uno spettacolo che vede alternarsi, più da vicino, baie verdi protette dai pini, macchia aggrappata alla roccia, vigneti che digradano in compagnie di ginestre. Lo sterrato è tagliato nei fianchi delle montagne, a mezza costa, Da alcune curve, ti sembra di volare in mare, tra le tante isole nella corrente. Per chiudere il percorso si può proseguire per Hvar o chiedere un pick up all’entrata del tunnel sulla “strada nuova” dove le bici sono vietate. Rientrati alla base, il mare chiama irresistibile.

