Le Colline del Prosecco in bicicletta: tra pedali, polenta e perlage

Le Colline del Prosecco, entrate nel luglio del 2019 nella World Heritage List dell’Unesco, possiedono una straordinaria vocazione cicloturistica. E non lo sanno.

È come se la consapevolezza di custodire un tesoro, un paesaggio che non ha uguali e una terra su cui crescono felici gli acini del vitigno Glera, abbia censurato ogni altra forma di passione.

bici e prosecco
Colline del prosecco e ciclismo (Ladradibiciclette.it)

Mi sono bastati due giorni di incontri e pedalate tra i vigneti, per intuire che la terra tra il Piave e le Prealpi trevigiane dove si brinda e si pasteggia a Prosecco, potrebbe diventare uno dei cuori pulsanti del cicloturismo italiano. Ecco dove si annida questa speciale passione fatta di pedali e perlage. Ecco tutti gli ingredienti per un weekend o una vacanza in bicicletta.

Le Colline del Prosecco in modalità cicloturismo

Le Colline del Prosecco sono una terra antica, risultato del felice incontro tra il mare e la montagna dolomitica, più irte e puntute intorno a Valdobbiadene, più morbide tra Pieve di Soligo e Conegliano. Calcareniti di origine rocciosa e arenaria di origine marina, conchiglie fossili e specie erbacee tipiche dei prati aridi s’incontrano su ambienti esposti, pendenti e asciutti.

colline e bici
Cicloturismo alle Colline del Prosecco (Ladradibiciclette.it)

Il paesaggio appare come un mosaico di collinette, le “polentine”, che si allungano, sull’asse sudovest-nordest, in cordoni di colline moreniche inframezzate da macchie boschive, contenute a Nord dalle Prealpi trevigiane, a sudovest dal Piave. Tratturi sterrati attraversano i vigneti eroici, coltivati a mano e in pendenza, costeggiando casolari in sasso “biancone”. La vite appare “maritata” ai frassini, ai salici e agli aceri campestri che servivano anche a stabilizzare i pendii e a fornire fascine da ardere nel focolare. Ci sono anche robinie, castagni e faggi, le specie più comuni nei boschi che ancora coprono il territorio per larga parte.

Il Prosecco nasce già tra le ciclovie

Da un punto di vista cicloturistico, il territorio del Prosecco è circondato da direttive o poli di attrazione particolarmente significativi: a est scorre la Ciclovia dell’Amicizia, ovvero il ramo veneto della Monaco-Venezia, qui espresso dalla Vittorio Veneto – Conegliano, mediamente ben segnalato. A sudovest vi è grande attrazione del Monte Grappa. A nordovest, scorre la facile ciclabile della Valsugana, in Trentino, adatta a tutti.

In pentola bolle anche la realizzazione della nuova ciclabile del Piave, di 135 km, in sterrato, lungo gli argini, di cui è già esistente il tratto da San Donà fino a Iesolo. La scoperta di masse ferrose, forse ordigni bellici individuati a 4 metri di profondità, sta rallentando la realizzazione del tratto trevigiano. Con la ciclabile del Piave o senza, le colline del Prosecco sono già considerate parte della “Bike Valley”, il bacino manifatturiero dove si producono selle, maglie, bici e scarpe d’eccellenza, uno dei poli del made in Italy della bici.ù

Location del reality di Bike Channel

Le Colline del Prosecco sono anche meta delle pedalate proposte dalla rete di imprese Cycling in the Venice Garden. Inoltre, all’interno dell’azienda Borgoluce di Susegana, spaccio aziendale, osteria, agriturismo e frasca, dove si producono latticini di bufala, carne bovina, olio, miele, noci, prosecco e farine di mais, stanno nascendo percorsi cicloturistici in ebike. Il territorio è stato il grande protagonista della quarta edizione del reality La Sfida di Bike Channel, in canale 214 di Sky.

Dopo un partecipatissimo casting a Castellania, sulle strade di Fausto Coppi, tre squadre ciclistiche si sono sfidate tra i saliscendi e le curve della DOCG del Prosecco già scenario della cronometro Treviso – Valdobbiadene al Giro d’Italia 2015. Dalle colline delle bollicine è passata anceh la 19° tappa del Giro 2019, la Treviso – San Martino di Castrozza.

Il Muro di Ca’ del Poggio

Il Giro d’Italia si è già accorto che questo è un territorio eccezionale: è passato di qui diverse volte. Maestro d’orchestra della grande festa rosa che ha accolto il Giro sulla salita di via dei Pascoli, a San Pietro di Feletto, 1,250 km con una pendenza media del 15%, massima del 19%, da tutti chiamato Muro di Ca’ del Poggio, è Alberto Stocco, patron dell’albergo-ristorante Ca’ del Poggio. Il suo è uno dei pochi alberghi bike-friendly della zona, con servizio di lavanderia, deposito custodito, possibilità di noleggio e cicloguide. Al Muro di Ca’ del Poggio, già gemellato con la salita di Grammont del Giro delle Fiandre (da cui passa la 1° tappa del Tour de France 2019 come scrivo nell’articolo Brussels e la maglia gialla), si unisce in sinergia anche il Mûr-de-Bretagne, in Francia.

Nel départment della Côtes-d’Armor, il Mûr-de-Bretagne è uno strappo di poco più di 2 km, con pendenza media del 6,5%. Il 12 luglio 2018, per la terza volta nelle ultime otto edizioni, qui si è conclusa una tappa del Tour de France. Visto il triplo gemellaggio, d’accordo con i comuni e le rispettive federazioni ciclistiche, Alberto Stocco sta progettando di creare una rete di muri che si chiamerà Amur: un pool di salite che avevano altri nomi cui lo sport ha dato nuova identità. Le prossime entrate nella rete, ancora segrete, arriveranno dal Tirolo e dalla Spagna.

L’appuntamento con la Prosecco Cycling

A riconferma della vocazione ciclistica, il Prosecco ha la sua granfondo. La prossima edizione, il 29 settembre 2019, attraverserà 12 dei 15 comuni della Docg. Con il ristoro a Ca’ del Poggio a base di bollicine e scampi, la granfondo delle colline del Prosecco, che accetta anche le ebike, apre le danze della vendemmia. Senz’altro anche qui già si annida la passione per la bicicletta.

Le strade must

Invitata dal Consorzio di Tutela del Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene, in bicicletta sono stata accompagnata da Matteo Toffolatte e Davide Conte, ideatori di Italy Pro Cycling, un piccolo tour operator specializzato in tour e assistenza nei territori tra Venezia, le colline del Prosecco e le Dolomiti. Sia partendo da Conegliano sia da San Michele, nel comune di San Pietro di Feletto, dove alloggiavo nella bella country house Ca’ Milone, meglio descritta in questo mio articolo, la prima bella discesa da non mancare è Le Mire, una successione di curve panoramiche, piacevoli alla pedalata, tra San Pietro di Feletto e l’imbocco della N.635 in direzione Conegliano.

Il fatidico Muro di Ca’ del Poggio parte proprio dalla suddetta Nazionale: una bella e ripida rampa d’asfalto che sale tra le vigne verso il balcone-albergo di Alberto Stocco, solo per i più allenati. Prima di Conegliano, merita un passaggio il Castello di Conegliano dove si pedala lungo antichi smerli e mura.

A bassa percorrenza di traffico

Volgendosi a nord il paesaggio resta morbido e collinare. Bello il passaggio nel borgo sospeso nel tempo di San Michele e a Serravalle di Vittorio Veneto caratterizzato da palazzotti aristocratici d’impronta veneziana. Da qui, una bella salita quasi interamente ombreggiata dal bosco conduce, attraverso la frazione di San Michele, a Tarzo dove l’aria è già di montagna.

Merita assolutamente il passaggio, da assaporare in modalità slow, il tratto tra Tarzo e il borgo di Rolle tutelato dal FAI: una strada a bassissima percorrenza di traffico che si snoda tra bosco e scorci spettacolari di vigneti, attraverso la frazione di Via Zuel di Là.

Lo sterrato più bello

I filari di uva restano ben in vista tra Rolle e Premaor dove, se si ha una mountain bike, una gravel o quanto meno ruote ben tassellate, si può imboccare uno dei tratti pedalabili più belli: lo sterrato di Le Tenade fino a Combai, un fazzoletto rurale incantato che inanella vigne e vecchi casolari.

Da Combai, cuore dei castagneti della zona, si prosegue su strada fino a Valdobbiadene. La meta è decisamente un bicchiere di Prosecco Superiore. Non senza aver dato un’occhiata alla storica collina del Cartizze, il pentagono felice dove crescono le migliori vigne e dove un vignaiolo curioso ha trovato e classificato in un Erbario ben 116 erbe spontanee.

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