ladra di biciclette

il bike blog di una giornalista a pedali, 3° premio Blog Adutei 2019, Giornalista Amica della Bicicletta Fiab 2018

Il Trenino Verde da Mandas a Laconi: sulle tracce di D. H. Lawrence in Sardegna

Nell’Anno del Turismo in treno promosso dal Mibact, il 1° marzo 2020 si festeggia la 13° Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate promossa da Co.Mo.Do, la no-profit di cooperazione sulla mobilità dolce.  E’ prevista quel giorno la ripresa della tratta Mandas – Laconi, il percorso più richiesto del Trenino Verde di Sardegna. Oggi squisitamente turistico, sbuffando tra i paesini del Sarcidano e della Trexenta e, d’estate anche in Barbagia e Ogliastra raccordando il Gennargentu al Mar Tirreno, il Trenino Verde, una delle vie verdi italiane in cui è stato ripristinato il convoglio ferroviario, vanta, nei suoi registri ferroviari, un passeggero d’eccellenza. Era infatti il 6 gennaio 1921 quando l’inglese D. H. Lawrence si affacciò alla locanda della stazioncina di Mandas, dopo aver viaggiato, in treno, “qualcosa come cinque ore”, per coprire gli 80 chilometri che lo separavano da Cagliari da cui era partito. Dal capoluogo sardo, “città nuda che… non ha nulla di italiano… senza alberi, senza riparo”, si era trovato a prendere la ferrovia a scartamento ridotto che penetrava nel cuore inviolato dell’isola, nel Sarcidano poi in Barbagia. Alle 2 del pomeriggio era troppo tardi ormai per prendere i treni dello Stato.

trenino verde linea Cagliari Mandas nel Sarcidano
Sulla linea Cagliari Mandas, nel Sarcidano

Da Cagliari a Mandas: Lawrence in treno con i pastori

Con Frieda Weekley, moglie e compagna di viaggio, in preda all’assoluta necessità di muoversi, lo scrittore era deciso a salire in carrozza, ovunque essa andasse. E il caso, nel giorno dell’Epifania, portò l’uomo che scriverà L’amante di Lady Chatterley (1928) e Mare e Sardegna (1921) ad attraversare colline fitte d’erica che gli ricordano la brughiera inglese: selvagge, con macchie di corbezzoli e ciuffi di mirto. In Mare e Sardegna scriverà di aver trovato piacevole viaggiare in terza classe, pigiato contro allegre bisacce di lana grezza, dove “ci si sente come in un’animata locanda, tutti di buon umore”. Il paesaggio del Sarcidano scorreva davanti ai suoi occhi inquadrato dai finestrini di un convoglio che procedeva tortuosamente e sbuffava veloce sugli stessi binari che adesso accolgono il Trenino Verde.

stazione di Mandas
Mandas, la stazione con Trenino Verde a vapore

La locanda nella stazione di Mandas

A Mandas, Frieda e David Herbert arrivarono dopo una distesa di solitudine. Cercarono una locanda e la trovarono all’interno della stazione. “Il tavolo su cui stava la candela” avrebbe scritto alla fine di quell’anno in Mare e Sardegna, “aveva addirittura una tovaglia”. In quel paese di soli pastori, Lawrence si affacciò alla finestra e pensò che era tutto molto simile alle regioni brulle della Cornovaglia e alle alture del Derbyshire. Ci vollero 9 giorni, da Cagliari e Olbia, per lo scrittore, per raccogliere le impressioni di viaggio che hanno dato vita a Mare e Sardegna. Ma ci vorranno anni affinché perché i locali della vecchia locanda con la scala a chiocciola, il letto anni Venti e la tovaglia bucata dal tempo, siano trasformati in un piccolo museo della memoria. Una targa, affissa all’anonima stazioncina ferroviaria, ricorda il passaggio dello scrittore. Lawrence e signora proseguirono per Sorgono, attraversando così i contrafforti del Gennargentu, poi arrivarono a Nuoro e Orosei, per arrivare infine a Terranova, l’attuale Olbia.

ciclista tra Orroli e Barumini
Un amico ciclista tra Orroli e Barumini

Orroli, il paese degli ultracentenari

Fermandosi oggi a Mandas, così come fa la tratta del 1° marzo del Trenino Verde, si possono fare due passi per le stradine pedonalizzate del centro, curiosare tra le pareti dell’antico convento francescano trasformato in centro espositivo di documenti del 1500 recuperati negli archivi di Toledo e Madrid. Da Mandas si può proseguire sulla N198 alla volta di Orroli, un percorso di una ventina di chilometri, in leggera collina, perfetto in bicicletta, che alterna ulivi a campi di grano, vigneti a lecci sparsi. Si arriva così nel paese studiato dai genetisti di tutto il mondo, l’Orroli dei nonni ultracentenari, placido e sonnolento, ravvivato d’estate dal via vai dei battelli fluviali che, in stile Mississipi, navigano i laghi artificiali del Flumendosa e del Mulargia.

paesaggio nei dintorni di Laconi
Nei dintorni di Laconi

Sul versante nordorientale del Flumendosa, lungo e stretto, si avvista facilmente il binario a scartamento ridotto del Trenino Verde che taglia a metà costa il fianco della collina. Dove la vita promette di essere ultracentenaria, l’aria è buona, il pecorino fatto come una volta e la vita slow. Il centro storico è piccolo ma difende bene i portali e le case a corte costruite alla maniera campidanese. Fuori porta si trova il nuraghe Orrubiu, sulla provinciale che piega verso Escalaplano, tra i più grandi dell’isola. Esteso su un’ area di 3 mila mq, con la parete antemurale di otto torri che cinge il vero e proprio nuraghe-mastio, Orrobiu, alto 16 metri, spicca nella piana morbida del Sarcidano.

paesaggio sardo nel Sarcidano con pecore
Nel Sarcidano

Verso Barumini

Da Orroli vale la pena di tornare sui propri passi fino a Serri per tirare dritto in direzione di Barumini, tagliando un lembo di terra che sembra d’Irlanda. Nella Marmilla, regno del più grandioso nuraghe sardo, si raccolgono paesini sospesi nel tempo, con le case a corte e le pareti di fango, sasso e paglia. In controtendenza rispetto alla maggior parte dei villaggi isolani, hanno conservato centri storici di rara armonia. Uno di questi è senz’altro Barumini, legato a doppio filo alla reputazione del complesso quadrilobato di Su Nuraxi, “il nuraghe”, una reggia megalitica elevata su un colle, tra L’Età del Bronzo e del Ferro, sulla piana che conduce a Tuili. La visita guidata conduce lentamente tra la torre centrale polilobata, con tre camere sovrapposte, e il bastione più esterno, dotato di quattro torri, un pozzo e un più recente baluardo.

testiera letto a Tuili in Sardegna
Una tipica testiera da letto di Tuili, in Sardegna

Il placido borgo di Tuili

Da qui, lo sguardo spazia fino al placido borgo di Tuili, a 5 chilometri di distanza, e ai ruderi del castello del Giudicato di Arborea accucciati sulla collina perfettamente conica di Las Plassas. Di rara compostezza architettonica, Tuili conserva nella Chiesa di San Pietro un retablo raffigurante la Madonna con Bambino, la Crocifissione, gli Episodi della vita di San Pietro attribuito al Maestro di Castelsardo (1500), un anonimo di probabili origini catalane.

La Giara dei cavallini selvaggi

Dista poco da Tuili la Giara di Gesturi. Tavolato basaltico punteggiato di laghetti argentei, querce da sughero, lecci e roverelle, la Giara è dove vivono in libertà gli ultimi cavalli selvaggi d’Europa, una colonia di circa 550 esemplari. Ci si sale dai paesini di Gesturi, Setzu, Genoni o Tuili. Con un pizzico di fortuna si avvistano i cavallini che non superano il metro e trenta di altezza, con grandi occhi a mandorla e la lunga criniera, arrivati qui con i Fenici nel IX sec. a.C.

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