ladra di biciclette

il bike blog di una giornalista a pedali, 3° premio Blog Adutei 2019, Giornalista Amica della Bicicletta Fiab 2018

In bicicletta la strada si conquista, e noi donne lo sappiamo bene

Quarantunenne, romagnola di un comune in aperta campagna alle porte di Ravenna che si chiama, guarda caso Alfonsine, scrittrice, editor, enigmista e ghostwiter, Manuela Mellini firma per la casa editrice Capovolte il volume in uscita il 12 marzo La strada si conquista. Donne, biciclette e rivoluzioni che mi vede anche nella veste di “intervistata”. Con un solido background nell’editoria, a Milano, Manuela esordisce con il suo primo romanzo, Il Colore dei papaveri, nel 2016. La strada si conquista è il suo primo saggio, nato dal fatto che le è sempre piaciuto raccontare storie, “intorno alla bici ce ne sono tantissime”, raccolte anche da bambina, a scuola, direttamente dalle donne-staffetta della Resistenza Partigiana. Nel 2004, a Milano, una prima bicicletta prestata fa il resto: le fa scoprire l’ampiezza e l’autonomia del pedalare.

Il libro su donne e bici per festeggiare Alfonsina Strada

Più di recente, la conoscenza di Ilaria Leccardi della casa editrice Capovolte di Alessandria che ha una collana su donne e sport fa scoccare la scintilla: perché non raccontare quanto la bicicletta sia stata da sempre la grande alleata delle donne nella battaglia per l’autodeterminazione e nella volontà di costruire una società più equa? Ormai in arrivo, il libro è strutturato in 6 capitoli: “il primo sull’entrata in scena della bicicletta nella storia, il secondo sulle pioniere del ciclismo femminile, il terzo è dedicato a Alfonsina Strada (nata il 16 marzo del 1891, 130 anni fa), il successivo al rapporto donne e bici durante il Fascismo e nella Resistenza. Il quinto affronta il tema del ciclismo sportivo e l’ultimo contiene una panoramica sul ciclismo femminile contemporaneo”. Un settore, quest’ultimo in deciso fermento, grazie al disponibilità del bonus bici e alla progettualità messa in atto per rendere le città più ciclabili.

Da Berlino alla Romagna

Da Berlino, dove si è trasferita “per amore, nel 2017”, Manuela Mellini racconta di aver passato gli ultimi 6-7 mesi a scrivere, a fare ricerche e interviste nella sua stanza preferita, la cucina, sempre “con il caffè a portata di mano”, dando il meglio di sé la mattina presto. Un processo per certi versi paradossale: “in lockdown, in pieno inverno berlinese, sono stata ferma in casa a scrivere di bicicletta senza poter uscire a pedalare”. Un iter che, coinvolgendola su un argomento che le stava molto a cuore, le ha lasciato una “voglia folle di pedalare”. “Piena di pista ciclabili, Berlino è un paradiso. Ma è fuori città che desidero andare: verso Dresda o verso il mare. In viaggio”. Tra gli argomenti che l’hanno più coinvolta ci sono le donne cicliste romagnole, Alfonsina Strada e le tante donne-staffetta delle Resistenza: “ce n’erano 7000 nella sola provincia di Ravenna sulle 70.000 iscritte in tutta Italia ai gruppi di difesa delle donne”. La strada del rapporto donne e bicicletta era ancora lunga allora. Ma soprattutto impervia. E libri come questi aiutano senz’altro a renderla più lieve adesso.

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