In una Francia in cui i candidati di 36.000 comuni avevano molto puntato sul tema della ciclabilità al primo turno delle amministrative, il decreto del 17 marzo sul confinamento sociale non si è espresso in alcuno modo sull’uso della bicicletta in tempi di Coronavirus. Come spesso accade, in mancanza di chiarezza, le interpretazioni sul campo, di vigili e polizia, sono state le più disparate. A ciò si è aggiunto un comunicato della Fédération Français de Cyclisme, FFC, con lo slogan Sauvez des vies, roulez chez vous (salvate vite, pedalate a casa), con tanto di sito web dedicato che propone programmi di allenamento per tutti: per mettersi in forma, di media difficoltà e per esperti.
E’ permesso andare in bici in Francia?
A parlarmi della situazione francese, da Parigi, è Joseph Dhalluin, segretario generale di FUB, la Fédération Française des usagers de la bicyclette, più o meno l’equivalente della nostra FIAB, che raccoglie 337 associazioni interessate allo sviluppo del ciclismo urbano. “Sin dall’inizio”, afferma Joseph, “la comunicazione sull’uso urbano della bicicletta, scaturita da 3 diversi ministeri, non è stata chiara. Pur legittimando la bicicletta per andare al lavoro e fare la spesa senza limiti di distanza e di durata, la direttiva è rimasta ambigua sull’attività fisica. In un secondo decreto, il 23 marzo, l’attività fisica è stata limitata al raggio di 1 km dalla propria casa, mentre il Ministero dell’Interno, 3 giorni dopo, la vietava”. Una richiesta di chiarimento, in fase di elaborazione da parte della FUB, è attesa per la prossima settimana. Per la riapertura o fase 2, si attendono 650 km di corsie ciclabili pronte di cui molte pop-up o di emergenza.

La bici è ideale per gli spostamenti entro i 7 km
Nel frattempo, un comunicato sul sito della FUB ricorda che, “l’uso della bicicletta è la soluzione migliore per molti spostamenti, specie quelli entro i 7 km. La bicicletta permette al personale sanitario di rispettare il distanziamento sociale evitando allo stesso tempo i mezzi pubblici (ridotti al 30% della capacità), consentendo di fare un minimo di attività fisica propedeutica alla salute mentale e fisica. Utili quanto ovvie, a questo proposito, le raccomandazioni della FUB, condivise nella sostanza anche dalla European Cyclists’ Federation (infografica sopra).
- agli automobilisti: essere prudenti in presenza di ciclisti e pedoni, rallentare, rispettare il 1,50 di distanza nei sorpassi e usare cautela nell’aprire le portiere.
- ai ciclisti: verificare lo stato di freni, pneumatici e luci; vestirsi di colori chiari e rendersi visibili e prevedibili nelle traiettorie.
- ai ciclo meccanici: assicurare assistenza a chi ne ha bisogno, in particolare al personale sanitario.
Biciclette per l’ospedale, il sito dove si presta la bicicletta
“Il risultato dell’ambiguità comunicativa”, continua Joseph, “come dimostrano i contatori installati nelle maggiori città, è che l’utilizzo della bicicletta è calato rispetto alla prima settimana di confinamento”. La necessità da parte di medici e infermieri di spostarsi in città, per raggiungere gli ospedali, senza dover prendere i mezzi pubblici o in orari in cui scarseggiano, ha portato alla creazione della pagina Facebook DesVélosPourLhosto, un’idea dell’attivista impegnata sui fronti sport, bicicletta ed ecologia Nina Gouze. La pagina ha originato dapprima un gruppo Fb poi un sito che permette lo scambio, a titolo di prestito gratuito, di biciclette: l’incontro tra chi presta e chi necessita di una bicicletta. Ad oggi, il sito registra 1300 iscrizioni.

L’indagine sulle città più ciclabili di Francia
In attesa che 6.000 dei 36.000 comuni possano votare per il secondo turno delle amministrative (in stallo è Parigi stessa con la sindaca uscente Anne Hidalgo in testa), centrate sui temi sicurezza, impiego, inquinamento dell’aria e infrastrutture legate alla bicicletta, la FUB ha pubblicato il Barometro 2019 delle città ciclabili di Francia basato su 185.000 questionari ricevuti da 768 comuni.
La cartografia rivela i “punti neri” più pericolosi per la pratica della bicicletta, le assi ciclabili prioritarie da creare o sistemare, le 43 città che hanno superato la “media” della valutazione adottando il Plan Vélo nazionale su scala locale e le proposte per i candidati alle amministrative. Tra le città più ciclabili, come si vede nell’infografica sopra ci sono Strasburgo, Grenoble, La Rochelle, Illkirk Graffenstaden (Basso Reno) e Saint-Lunaire (Bretagna).
Parigi, che la sindaca Hidalgo sognerebbe di trasformare nella Capitale mondiale della bicicletta, è tra le città che hanno registrato i maggiori progressi. Oltre alla pedonalizzazione della Riva Destra, tra le misure già applicate vi sono zone 30 km/h, moltissimi “sensi unici eccetto bici” e il completamento di “zone di incontro”, a traffico promiscuo, dove le biciclette possono circolare anche in aree pedonali. Una città dove speriamo tutti di tornare presto a pedalare.
Sull’argomento Coronavirus e bicicletta, leggi anche Il caso di Londra: bike sharing gratis e Brompton ai medici.