ladra di biciclette

il bike blog di una giornalista a pedali, 3° premio Blog Adutei 2019, Giornalista Amica della Bicicletta Fiab 2018

30.000 credenziali sui cammini italiani per chi cammina e va in bicicletta

Quasi 30.000 credenziali sono state rilasciate, in Italia, su 14 percorsi per il trekking e la bicicletta, nei mesi da gennaio a fine settembre 2020, il 32% in meno rispetto all’anno precedente. Il 92,5% ha effettuato il cammino a piedi e il 7,1% in bicicletta, un dato in calo rispetto al 10,6% del 2018. E’ quanto emerge dalla terza edizione dell’indagine Io e il mio cammino presentata da Terre di mezzo Editore a Fa’ la cosa giusta! 2020. Il calo registrato in Italia appare contenuto se paragonato al -85% rilevato sul Cammino di Santiago. A favorire gli italiani è stata la grande varietà di percorsi: di pochi giorni, di tipologie diverse, storici, naturalistici, religiosi. Ci sono itinerari che hanno tenuto botta come i Cammini Francigeni di Sicilia passati da 1.500 a 1.380 credenziali, altri che sono cresciuti come la Via degli Dei (da 4.440 nel 2019 a 4.768), il Cammino Materano – Via Peuceta passato da 1.213 credenziali a 1.523, il Cammino di Oropa che ha registrato un balzo da 300 a 1.200 “passaporti”, il Cammino minerario di Santa Barbara (da 350 a 680), il Cammino nelle Terre Mutate (da 192 a 400), il Cammino dei Briganti (da 2.915 a 3.240) e il Cammino di Dante (da 160 a 300). Inaugurata nel giugno del 2020, la Via Francisca del Lucomagno ha registrato circa 400 camminatori.

Indagini sui cammini: itinerari più brevi

Nel complesso, l’indagine fotografa un settore in cui risultano più penalizzati i cammini lunghi come la Via Francigena che passa dalle 19.000 credenziali del 2019 alle 9.000 di quest’anno, i Cammini francescani (da 8.284 a 4.418) e il Cammino di San Benedetto (da 2.210 a 1.494), che restano, nonostante il calo, quelli con i numeri più significativi. Il lockdown primaverile, unito all’incertezza sulle condizioni sanitarie e sulle restrizioni alla mobilità, ha impedito a tanti di intraprendere un cammino nei mesi classici di marzo-maggio, favorendo così l’emergenza di percorsi più brevi.

Le motivazioni di viaggio

Al questionario online lanciato da Terre di mezzo nel mese di ottobre 2020 hanno risposto in 3.301. Di questi, il 73% aveva già fatto almeno un cammino negli ultimi due anni. Il 54% del campione si è messo in cammino anche quest’anno; nel 13% dei casi si è trattata della prima esperienza. Tra le motivazioni a partire:

  • la ricerca di benessere fisico e psicofisico (43%),
  • l’averlo deciso in precedenza come stile di vacanza (28%),
  • per stare all’aria aperta dopo il lockdown (22%),
  • l’averlo già programmato nei mesi di marzo-maggio (15%).

L’impatto del Covid sul turismo lento

Il 15% del campione ha dichiarato di essere rimasto nella propria regione, il 38% si è spostato in una regione vicina, il 42% si è avventurato in regioni più lontane e solo il 5% all’estero. L’impatto del Covid sulle decisioni di viaggio è stato svariato: il 37% ha dichiarato che la pandemia non ha cambiato mete e modo di vacanza, il 19% ha rimandato il cammino già programmato, il 16% vi ha rinunciato e il 17% ha modificato i criteri di scelta sul dove dormire e mangiare.

Il profilo demografico e il successo delle guide cartacee

Secondo l’indagine, il 46,2% dei frequentatori dei cammini ha meno di 50 anni. Nel 70% dei casi di tratta di persone che hanno un lavoro; gli studenti sono appena il 3%. Crescono tra i pellegrini o bicigrini (pellegrini in bicicletta) gli under 30 passati dal 7,9% del 2018 all’attuale 21%. Il 22,9% del campione appartiene alla fascia d’età dei 31-40 anni, il 21,4% è tra i 41 e 50 anni, il 21,9% tra i 51 e i 60, con gli over 61 che si attestano sul 10,5%. Le fasce 51-60 (27,8%) e 61-70 (22,5%) prevalgono. Il 51% risulta laureato e il 41% dichiara di avere il diploma scuola superiore.

Il 60% ha dichiarato di aver percorso tutte le tappe e il 70% per al massimo 10 giorni. Uno su tre ha affrontato l’impresa da solo. Non tutti, inoltre, chiedono le credenziali. Il 69,7% ha affermato di aver utilizzato una guida cartacea, il 43,7% si è affidato alle tracce Gps sul cellulare, il 28,7% ha utilizzato un’app e il 12,2% è ancora affezionato alle cartine geografiche. Prima di partire per un cammino, il 33% acquista libri e guide, il 22% scarpe e abbigliamento tecnico.

La spesa giornaliera

L’Italia risulta mediamente più cara rispetto al Cammino di Santiago dove la spesa si aggira sui 30 euro al giorno (2019). Il 47% di chi ha risposto al questionario afferma che in Italia si spendono 30-50 euro al giorno, il 16% ha dichiarato più di 50 euro. Una percentuale minore, il 27%, riesce a contenere i costi tra i 20 e i 30 euro al giorno; l’8% se la cava con meno di 20 euro.

Le preferenze per la notte e la ristorazione

Nella scelta del pernottamento, il 42% preferisce pernottare in un b&b, il 21% negli ostelli, il 16% in una struttura religiosa, il 7% negli alberghi e il 6% in tenda. La stragrande maggioranza (84,6%) dei frequentatori dei cammini pranza al sacco. Per la cena, il 56% si è concesso un pasto in pizzeria o ristorante, scelta condivisa da un altro 26% in presenza di menu del pellegrino. In crescita sono risultati i viandanti che ricorrono a servizi di trasporto bagagli (11% contro il 6% del 2018) e di guida (7% contro 3%).

 

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