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Lifestyle

Fa male fare l’amore dopo una lunga pedalata in bici?

Fare l’amore dopo una pedalata in bici da corsa? Mai! La risposta è comune tra le amiche cicliste.

Eppure è risaputo che andare in bici aumenta il desiderio sessuale: crea spazio mentale, favorisce il rilascio di endorfina e serotonina, i neurotrasmettitori del benessere. Qualcosa non torna. Le donne che vanno in bici, specie su sellini da corsa, lamentano spesso di soffrire di dolore al clitoride e di cistite che in realtà, nella maggior parte dei casi, cistite non è.

Fare l’amore dopo la bici (Ladradibiciclette.it)

Si tratta piuttosto di vulvodinia, “un’infiammazione delle fibre nervose del vestibolo della vagina e del clitoride”, mi spiega la dottoressa Stefania Piloni, ginecologa esperta di medicine naturali, sostenitrice di Viva, la prima associazione di donne che combattono per vincere la vestibulite vulvare. “L’infiammazione dei tessuti posti alla sua entrata provoca la contrazione di tutta la muscolatura del perineo e alcune volte può sfociare provocare un’importante e dolorosa nevrite”, una condizione di dolore non favorevole ai rapporti sessuali né alla bicicletta.

Il responsabile della vulvodinia o infiammazione della vulva è il nervo pudendo “composto di tante diramazioni che giungono alla vagina, al clitoride e al territorio perianale, solitamente preposto a scatenare sensazioni di piacere. Infiammato, irradia invece un forte fastidio, bruciore e dolore in tutta la zona pelvica”.

Cistite da bicicletta: verità e rimedi

La causa principale della vulvodinia è sconosciuta. Certo è che un abbigliamento troppo attillato, un eccessivo sfregamento con la sella della bici e con i pantaloncini con il fondello da bicicletta, l’uso di detergenti aggressivi e la cistite ricorrente non aiutano. “I suoi sintomi sono: dolore durante i rapporti, gonfiore e prurito vulvo-vaginale, rossore e conseguente formazione di cosiddetti taglietti sulle mucose”. Naturalmente anche dolore ad andare in bicicletta.

Rapporti dopo la bici (Ladradibiciclette.it)

Di solito la vulvodinia non è riconosciuta. Viene interpretata come cistite, dolore al clitoride e rifiuto dei rapporti sessuali per motivi psicologici ovvero mancanza di accoglienza e di desiderio.

Gli sport sconsigliati, ahimè, sono la bicicletta e l’equitazione. Per il cavallo, nota la Piloni, “meglio la sella all’inglese”. Per la bici, visto il tema di questo blog, noi donne della bici dovremmo inventarci qualcosa.

In teoria, la vulvodinia si cura con stretching muscolare attivo, massaggi con oli o creme lenitive, sedute di terapia antalgica con sonda ostetrica purtroppo effettuate in pochissimi ospedali o studi ginecologici, e con antinfiammatori specifici. Talvolta migliora all’aumentare della frequenza dei rapporti sessuali, se non troppo dolorosi, mantenendo elastici i tessuti. In pratica, però, più si va in bici, più si è soggetti a recidive. Una cattiva notizie per le donne della bicicletta.

Attenzione a sella, depilazione e fondello

Quindi, sì, tanto vale fare comunque l’amore dopo una pedalata avendo prima indossato pantaloncini da bici con il giusto fondello. Evitando anche la depilazione alla brasiliana: per la bicicletta è deleteria! Magari dopo aver “cavalcato” una sella dalle misure giuste, dove la pressione sulla vulva è minore, che abbia una fenditura nel mezzo o un foro di alleggerimento della pressione. Le ultime ricerche sulle misure della sella affermano che la distanza tra le ossa ischiatiche che in bicicletta devono sostenere il peso della colonna vertebrale non è necessariamente maggiore nelle donne rispetto agli uomini.

Mediamente, la larghezza degli ischi, nella donna, supera di soli 2 centimetri quella degli uomini. Ma attenzione: a fianchi larghi non corrispondono necessariamente ischi larghi. Quindi, per individuare la giusta sella, evitare il dolore al clitoride, l’infiammazione del perineo femminile, la cistite da bicicletta e il mal di sella, è bene conoscere la misura delle proprie ossa ischiatiche e regolarsi di conseguenza. Rivolgetevi a un rivenditore che abbia lo “sgabello” adatto per misurarle. Io, tra le tante selle provate, mi sono trovata molto bene con la Diva Gel Superflow di Selle Italia, forse perché non troppo dura e dotata di foro nel mezzo, imbottita appunto di gel. A voi trovare la vostra.

Redazione

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