Anche se è una delle più brutte, pure tu ne sei stato “conquistato” sicuramente quando è uscita. Un ricordo per veri italiani dell’epoca passata.
Non sempre le grandi idee hanno successo subito: ad alcune, serve tempo per fare presa sul pubblico mentre altre vengono talmente “massacrate” dalla critica specializzata da non riuscire mai a riprendersi del tutto. Questo vale in tutti i campi, anche quello dei motori dove i giornalisti specializzati sanno essere davvero cattivi, con le nuove automobili.
Nonostante il grand numero di automobili incredibili prodotte negli anni, il marchio italiano FIAT è stato uno dei più bistrattati negli anni. Ricordate la famosa Multipla, vero? Ricordate le critiche che ha ricevuto appena uscita sul mercato? Bene perché, prima ancora di lei, ne abbiamo avuta un’altra, di vettura maltrattata dai critici di tutto il mondo. La ricordate senza alcun dubbio, forse la guidavate anche.
Questa vettura in realtà vendette piuttosto bene con ben 91.560 unità vendute in tutto durante la sua breve carriera, segnata dalle risate di critici e giornalisti. Oggi, vogliamo ridare un po’ di lustro a quella che è a mani basse la vettura italiana più sottovalutata e maltrattata della storia. Stiamo parlano della FIAT Duna, una vettura impossibile da dimenticare.
Era davvero brutta?
Ora, è molto difficile determinare se un’auto sia bella o brutta visto che ci sono anche i gusti personali di mezzo. Di sicuro, al momento della sua uscita nel settore delle tre volumi la Duna non venne accorta esattamente con le braccia aperte: l’auto, con le sue linee squadrate e sgraziate che ricordavano una FIAT Uno a cui era stato attaccato un porta bagagli in modo raffazzonato sul posteriore, suscitò poche sensazioni positive nel pubblico e nella critica.
Lunga circa quattro metri e prodotta tra il 1985 ed il 2000 – quest’ultima data vale per i mercati esteri – l’auto montava un motore da 70 cavalli a benzina nella versione base. Era pure disponibile in una pratica e spaziosa familiare e, cosa molto importante, aveva uno dei CX o indici di resistenza all’aria più bassi dell’epoca: ben 0,34! Questo però non la salvo dalle tante prese in giro.
Pensate che la rivista satirica Cuore le dedicò ironicamente un calendario come quelli di Playboy per non parlare della critica moderna: Il Corriere l’ha definita “Auto per masochisti” ed altri giornalisti sono stati molto più cattivi e volgari. Ad oggi però, la Duna è un piccolo oggetto di culto proprio per questo motivo, tra i collezionisti. Quindi, alla fine, chi l’ha avuta vinta?