I Principi del Galles sembrano irremovibili sul futuro dei figli: William e Kate temono ripercussioni sui minori.
La storia è necessaria, soprattutto laddove si voglia costruire un futuro diverso. Imparare dai propri errori rappresenta una condizione imprescindibile del miglioramento. A questo proposito, i Principi del Galles hanno interiorizzato ciò che può aver condotto verso l’allontanamento del principe Harry, così come lo sfogo pubblico della sua frustrazione. Il suo libro di memorie si intitola Spare – Il Minore, da “spare to the heir”, ovverosia la cosiddetta riserva reale. Un ruolo conferito ad esempio ad Anna, un tempo ad Andre, Edoardo, successivamente ad Harry ed ora a Charlotte e Louis.
Il ruolo di “riserva dell’erede al trono” è tutt’altro che lusinghiero e va interpretato cogliendone gli aspetti positivi. La storia, così come le più belle opere letterarie, costruiscono gli epiloghi più cruenti proprio sulle lotte tra fratelli per il trono. Un tempo il malessere generato si consumava in una guerra civile a tutti gli effetti, ora invece le lotte di supremazia si combattono sul web. La diatriba mediatica dei duchi del Sussex nasce proprio dalla volontà di dissociarsi dai rivali britannici, rifiutando di sedere un passo indietro ai futuri sovrani. Una condizione che, ad esempio, i duchi di Edimburgo hanno accettato umilmente e di buon grado.
Edoardo e Sofia di Edimburgo, rispettivamente il fratello minore di Carlo III e la sua consorte, rappresentano un importante esempio di umiltà e diplomazia per i piccoli Charlotte e Louis. I due dovranno necessariamente comprendere la posizione di George, mostrando appoggio e comprensione. I Principi del Galles temono che la secondogenita e il terzogenito possano sentirsi in futuro delle riserve, meno importanti dunque dell’erede al trono. Per questo motivo, vorrebbero per loro un’esistenza che prescinda dall’istituzione monarchica.
Esplorare il mondo e nutrire le loro passioni, in modo che possano sentirsi completamente appagati. Servire la corona come membri della Royal Family, ma al contempo sviluppare hobby e professioni nelle quali eccellere, indipendentemente dunque dalla figura – sicuramente più invadente – del piccolo George. In questo i prozii si rivelano una risorsa necessaria, in quanto prova che la felicità e la soddisfazione quotidiana non debbano per forza derivare dal riscontro mediatico e dall’importanza conferita loro dal ruolo istituzionale.
“Faranno di tutto per far sentire Charlotte e Louis speciali” – l’analisi della corrispondente della BBC, Jennie Bond – “amati e apprezzati tanto quanto George”. La giornalista è sicura che i Principi del Galles incoraggeranno entrambi a frequentare l’università, trovando poi un campo affine alle loro competenze e passioni. Potrebbe essere l’esercito, ma anche la beneficenza o qualsiasi ambito professionale consenta loro di uscire periodicamente dalla cerchia reale.
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