In Europa, nel 2019, si sono vendute 20 milioni di biciclette, di cui 12.666 milioni prodotte nel Vecchio Continente da un comparto che genera direttamente e indirettamente più di 90 mila posti di lavoro. In media, un cittadino europeo possiede più biciclette che altri mezzi di trasporto. Nel 2016, la vendita di biciclette in Europa ha avuto un calo del 4,98% totalizzando 19.606.000 unità. L’anno in cui le vendite di bici hanno toccato l’apice di vendite è stato il 2007 (dati CONEBI, Confederation of the European Bicycle Industry, 2016). La European Cyclists Federation stima che la ricaduta economica della bicicletta sia di 150-155 miliardi (Il Sole 24 Ore, 2019). Che cosa è accaduto al mercato della bicicletta in Italia nel 2020?
2020: quanto hanno venduto i produttori di bici in Italia
Secondo le stime di Confindustria ANCMA, Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori, comunicate il 25 marzo 2022, il 2020 è stato un anno da record: sono in crescita le bici tradizionali (+14% sul 2019) con 1.730.000 pezzi acquistati e sono schizzate le ebike, con 280.000 pezzi, equivalenti al + 44% rispetto all’anno precedente. Numeri che portano a 2.010.000 (+17%) il totale delle biciclette vendute nel 2020, cui ha contribuito anche l’introduzione del bonus mobilità. I dati raccolti da ANCMA sono una fotografia aggiornata sullo stato di salute del comparto dei produttori di biciclette in Italia. Quello del ciclo è un settore costituito da circa 250 imprese, in prevalenza PMI, eccellenze riconosciute a livello internazionale.
Nel 2020 la produzione del comparto ha registrato un +6% sull’anno precedente, con una crescita del 29% delle biciclette a pedalata assistita. In lieve calo risultano invece le importazioni ed esportazioni di biciclette non elettriche, segno che i produttori italiani hanno dovuto lavorato sodo per soddisfare la domanda interna di questo segmento. Segno positivo invece sia per l’export sia per l’import di ebike, rispettivamente +28% e +67%. In soli cinque anni le bici a pedalata assistita hanno quintuplicato i dati di vendita, passando da poco più di 50.000 pezzi annui ai 280.000 del 2020, una vera impennata. Un ultimo dato riguarda le modalità d’acquisto. Il 2020 ha confermato che il negozio specializzato è in assoluto il punto di riferimento degli acquirenti. ANCMA stima che più del 70% dei 2 miliardi di euro di fatturato generato dalla rete di vendita nel 2020 l’anno sia transitato dai negozi di biciclette di quartiere.
2019: vendita, produzione ed esportazione bici in Italia
Nel 2019, aveva dichiarato ANCMA, la vendita di biciclette ha raggiunto di 1,71 milioni di unità, il 7% in più rispetto l’anno precedente, mentre l’universo delle bici a pedalata assistita è cresciuto del 13%, passando da 173mila a 195mila unità. E’ tornata a crescere, rispetto ai trend degli anni prima, la bicicletta da città e da turismo. Il mercato alla vendita valeva nel 2019 circa 1,35 miliardi di euro. Per produzione ed esportazioni, eravamo il primo paese in Europa.

Nel 2018 eravamo il secondo paese in Europa per quantità di biciclette prodotte dopo la Germania: 2,45 milioni di unità, ma il primo per esportazioni. Il saldo attivo della bilancia commerciale era di oltre 43 milioni di euro, con un export che vale 183 milioni. Nel 2017, il settore della produzione di biciclette aveva generato un fatturato di 1.272 milioni di euro, con una produzione in calo del 2,8% rispetto al 2016 e del -53,6% rispetto al 2007. Componenti e accessori segnavano +1,69% e rappresentano il 27% del totale della produzione europea 2016. Le imprese della filiera della bicicletta erano cresciute nel 2017 del’1,1%, con aumenti significativi in Puglia, Trentino Alto Adige, Toscana e Lombardia, territori ad alta valenza cicloturistica (raccontati nella categoria Cicloturismo di questo blog). Alla fine del 2017 si contavano 3.098 imprese registrate nella filiera della bicicletta di cui il 59,7% esegue riparazioni, con una componente artigianale del 66,6% (Rapporto Artibici Confartigianato 2018).
Quanto vale il mercato bici?
Il comparto bici, in Italia, generava un fatturato stimabile tra i 7 e i 12 miliardi, circa lo 0,7% della ricchezza nazionale (Il Sole 24 Ore, dossier Bike Economy 2019) considerando la produzione di bici e accessori, l’indotto delle vacanze in bicicletta e l’insieme delle ricadute positive scaturite dall’uso della bici come i risparmi sulla spesa sanitaria, sul welfare e di carburante.
2,8 bici ogni 100 abitanti
Per numero di bici vendute ogni 100 abitanti l’Italia era 17° posto, con 2,8 bici. Ai primi posti, Svezia, Danimarca e Lituania (CONEBI). Per quanto riguarda il parco bici circolante si stima che l’Italia contasse 440 biciclette ogni mille abitanti. In Germania e Olanda il rapporto è di quasi 1 a 1 (Il Sole 24 Ore 2019).
Vendite di bici italiane all’estero
Nel 2018 sono state vendute 1.557.363 biciclette italiane, il che ci poneva al secondo posto dopo il Portogallo. Nel primo trimestre del 2019 le nostre esportazioni di biciclette erano aumentate su base annua del 4,1% a fronte del +3,6% realizzato in Europa. Positivo era anche il dato relativo alle biciclette elettriche italiane le cui vendite nel mondo, nei primi 3 mesi del 2019, sono cresciute del 5,1% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno (Confartigianato 2019). Nel 2020, in Europa, le bici elettriche vendute hanno raggiunto i 5 milioni di pezzi. Ulteriori dati sull’ebike si trovano nell’articolo Ebike dati e ricerca.
L’export del made in Italy valeva nel 2017 600 milioni di euro di cui 200 milioni relativi a biciclette e 400 milioni a componentistica ed accessori, in crescita del 2,7%. L’Italia era il primo paese europeo per numero di bici vedute all’estero: 1.729.948 unità pari a 3,3 biciclette esportate al minuto, davanti a Portogallo e Paesi Bassi. Nel confronto internazionale, l’Italia era il terzo esportatore europeo dietro Germania e Paesi Bassi (Confartigianato 2018).
Prezzo medio della bicicletta
Il prezzo medio di una bici venduta in Italia era nel 2018 di 390 euro contro i 1000 euro dei Paesi Bassi, un fatto che ci colloca al 10° posto nella classifica europea. 350 euro è il prezzo medio che bisognerebbe spendere per una buona bici da città, come scrivo in Come scegliere la city bike. La spesa media procapite nell’acquisto di una nuova bicicletta, nel 2015, in Italia è stata di 7 euro, in Germania 21. La spesa media pro capite effettuata sull’acquisto di nuove biciclette è praticamente il doppio in Danimarca e nei Paesi Bassi rispetto all’Italia. Se solo i 5 più grandi Paesi in Europa spendessero il 50% di quanto spende mediamente la Danimarca, paese le cui buone pratiche ciclabili sono elencate in questo articolo), il mercato europeo delle biciclette aumenterebbe di 5 miliardi. Il prezzo medio a unità è stabile nel tempo, un segnale di un mercato non ancora maturo e comunque sano, rinnovato dall’introduzione di nuove tecnologie nel segmento delle cargo e delle ebike (CONEBI).
Vendita di ebike
Per vendita di bici elettriche ogni 100 abitanti l’Italia era nel 2016 al 12° posto in Europa. Ai primi posti ci sono Paesi Bassi, Belgio e Austria, paesi che investono sulle “autostrade” della bicicletta o comunque sulle infrastrutture (European Cyclists’ Federation 2016). Nel 2019, secondo i dati diffusi da ANCMA l’8 aprile 2020, la vendita di ebike è cresciuta del 13% passando da 173.000 a 195.000 pezzi e la sua produzione ha fatto un balzo in avanti del 209%. Storicamente, le vendite di biciclette a pedalata assistita, in Italia, nel 2016, avevano segnato un +120% rispetto al 2015, con 124.400 bici. In quell’anno, la produzione italiana di ebike era cresciuta da 16.600 a 23.600 unità, con un export passato a 8000 bici, con la eMtb leader del mercato, un successo legato anche all’estetica di queste biciclette, simili a bici tradizionali, ma con motore e batteria integrati nel telaio. In quell’anno di boom l’Italia si collocava all’8° per produzione di bici elettriche, con uno share del 2% sul totale della produzione europea che, ai primi posti vedeva la Germania con il 30%, i Paesi Bassi e l’Ungheria (CONEBI).

Nel 2018 la bicicletta a pedalata assistita ha continuato a crescere: +16,8%, con 173.000 pezzi venduti. La produzione segnava +290% (102.000 unità) e l’export si attesta sui 42 milioni di euro. In Italia l’ebike rappresenta l’11% delle vendite (Il Sole 24 Ore, 2019). Sulla bici elettrica vedi anche Ebike: in crescita del 6,39% nel mondo. In Europa, secondo CONEBI, le vendite di ebike si sono attestate a fine 2019 sui 3 milioni di unità, rappresentando il 17% del totale del mercato, pari a una crescita del 23% rispetto al 2018. Il potenziale inespresso è ancora enorme e interessa la fascia di ciclisti più anziani così come i pendolari sulla media distanza.
Quota degli spostamenti urbani in bicicletta
I Paesi europei che hanno maggiormente investito sulla promozione degli spostamenti urbani in bicicletta hanno un comparto economico legato alla bicicletta più prospero. Esaminando la percentuale degli spostamenti urbani in bicicletta (quota o ripartizione modale) sul totale degli spostamenti, i comuni più virtuosi in Italia risultano Bolzano, Pesaro, Ferrara e Treviso dove, più di un quarto della popolazione usa la bici come mezzo di spostamento. I frequent biker in Italia risultano essere 743.000 con percentuali elevate nella provincia autonoma di Bolzano, Emilia Romagna e Veneto (L’ABiCi, Legambiente 2017).
L’indice di Copenhagenize 2019 che pone in alto alla classifica Copenhagen, Amsterdam e Utrecht, non riporta alcuna città italiana nella sua top 20 bike friendly cities. Con Atene, Tallin e La Valletta, Roma è l’ultima tra le capitali europee, con l’1% di tutti gli spostamenti in bici, versus Copenhagen (58%), Amsterdam (53%) e Lubiana (26%). Oltre un milione di persone, 1.066.000, in Italia, utilizzano la bici per andare a scuola e al lavoro, il che equivale a 18 utilizzatori ogni 1000 abitanti. La più elevata propensione a usare la bici negli spostamenti urbani si registra a Bolzano, in Emilia Romagna, Veneto, a Trento, in Friuli Venezia Giulia e Lombardia (Confartigianato 2018).
Piste ciclabili e uso di corsie riservate ai mezzi pubblici
E’ aumentata nel 2019, secondo il rapporto Focus2R di Ancma, la disponibilità media di piste ciclabili, ciclopedonali, zone 20 e 30 km/h (+6% rispetto al 2018 e +20% dal 2015), nonchè la possibilità di accesso delle biciclette alle corsie riservate ai mezzi pubblici e il numero di Comuni con velostazioni nelle stazioni ferroviarie. In calo sono risultatate le città in cui è consentito il trasporto di biciclette sui mezzi pubblici e quelle dotate di un servizio di bike sharing che passano dal 57% del 2018 al 53% del 2019. Il maggiore uso della bicicletta aumenta purtroppo anche il numero di ciclisti vittime della strada pari a 253 su un totale di 3.173 (+15% nel 2019 rispetto al 2018).
Il rapporto Focus2Ruote 2018: la ciclabilità urbana
Lo stesso rapporto Ancma del 2018 affermava che in Italia crescono le piste ciclabili, ma non la ciclabilità o la percentuale di spostamenti modali in bici. Tra il 2005 e il 2015 le infrastrutture per chi pedala nelle città capoluogo erano aumentate del 50% ma la percentuale di italiani che utilizzavano la bici per gli spostamenti urbani è ferma al dato del 2008: un misero 3,6% (Legambiente 2017). L’Unione Europea delle Cooperative stima che, tra ciclovie, sentieri e piste ciclabili, l’Italia abbia una rete di 93.000 km (Il Sole 24 Ore 2019). Le sole piste ciclabili sarebbero, secondo l’Istat, nell’ultima rilevazione 2015, lunghe 4169,9 km.

I dati rilasciati da Confindustria ANCMA relativi al 2018 (raccolti con un questionario cui hanno risposto 85 comuni italiani) rivelavano una crescita del 4% della disponibilità media di piste ciclabili, ciclopedonali e zone 30 nelle città italiane, complessivamente cresciute del 13% rispetto al 2015, primo anno di rilevazione dello studio Focus2Ruote. Sempre secondo ANCMA, era in aumento dal 20% al 24% il numero dei comuni che consentono l’accesso delle biciclette nelle corsie riservate ai mezzi pubblici (ma questa, personalmente non mi sembra una buona notizia). Inoltre, più della metà dei comuni oggetto di indagine (55%) autorizzava nel 2018 il trasporto di biciclette sui mezzi pubblici. Nel 2015, si contava un solo comune su 3. Un dato, quest’ultimo, molto vago e da specificare: generalmente si possono caricare le biciclette in metropolitana, in determinati orari, ma non sui bus. Lo studio risponde affermando che nel 24% dei casi il trasporto è concesso su tutte le linee (ANCMA 2019 su dati 2018). In aumento nel 2018 risultava anche la percentuale di comuni che dispongono di una rete di colonnine di ricarica per la bici elettrica: il 59% del totale (42% nel 2015), con Trento e Padova al top della classifica (ANCMA 2019 su dati 2018)
Cicloturismo
E’ di 44 miliardi l’anno il valore stimato del cicloturismo in Europa, generato da 2,3 miliardi di escursioni cicloturistiche, di cui 20 milioni i viaggi in bici sulle grandi assi EuroVélo che comportano almeno un pernottamento (ECF 2012 su dati del Parlamento Europeo). In Italia, il valore veniva stimato a 7,6 miliardi, con 77,6 milioni di presenze (Isnart 2019 su dati 2018). Nel 2019, come esprime il Rapporto Isnart-Legambiente 2020, il cicloturismo in Italia ha generato poco meno di 55 milioni di pernottamenti, una spesa complessiva di 4,7 miliardi di euro, di cui 3 provenienti dal turismo straniero. Sul cicloturismo leggi anche Cosa serve al cicloturismo e un aggiornamento sui dati relativi all’estate del 2020 è contenuta qui Quanto vale il cicloturismo in Italia.
La bicicletta nello sport
In Italia, uno sportivo su 10 pratica uno sport ciclistico (11,9%), pari a 2.414.000 persone. Nel 2006, sono cresciuti del 20% i praticanti dello sport del ciclismo, un dato importante rispetto alla crescita media che si registra in altri sport (+17,7%) e quella di praticanti di calcio e calcetto (+11,8%). La Federazione Ciclistica Italiana conta 111.424 tesserati, tra atleti, cicloturisti, cicloamatori, direttori e dirigenti. (Confartigianato 2018 su dati CONI e della FCI). Leggi anche i dati sulla pratica sportiva in Italia ed Europa.