L’ambassador più piccola, di 9 anni, si chiama Ruby Isaac. Inglese delle Midlands Orientali, Ruby ha una bici color caramella e una cameretta rigorosamente rosa, i peluche che convivono con la sua maglia da piccola ciclista in attesa delle prime prove a cronometro. Sorriso spiazzante da bimba, mini-commentatrice radio e “mamma” di un elefantino che veste la maglia autografata di Peter Sagan, Ruby è stata la più piccola delle ambasciatrici del progetto Donne Specialized (di recente è passata a Trek), una Women’s Business Unit nata in California, dove l’azienda ha sede, estesa successivamente ai Paesi esteri. Per l’Italia, ce ne parla Annalisa Ricetti, 40 anni, appassionata di triathlon, fino a fine 2018 Retail e Women’s Business Manager di Specialized.
5 domande sulle Donne Specialized
Annalisa, che cos’è il progetto Women’s Business?
Faccio una piccola premessa. Specialized, con cui ho iniziato a lavorare 4 anni fa, ha cominciato a sviluppare prodotti specificatamente femminili circa 15 anni fa. A quel tempo, l’applicazione della tecnologia Body Geometry focalizzata sulle parti di contatto tra bici e ciclista (manubrio, pedivella, manopole, sella) portò alla produzione di accessori (scarpe, guanti, fondello, oltre le parti già nominate), oltre che di telai, dedicati alla donna.
L’evoluzione di questa tecnologia, adesso chiamata RETUL, ci ha portato a scoprire che esistevano sovrapposizioni e contatti tra il mondo delle misure femminili e quelle maschili. E che non era strettamente necessario fabbricare telai diversi, ma che era indispensabile concentrarsi sulla fabbricazione di ogni singola taglia legata alle caratteristiche anatomiche di quella specifica misura di telaio da bicicletta. Ispirati alla collaborazione con McLaren e orientati al design basato sul calcolo dei dati, questi telai si basano su una constatazione di fatto: i ciclisti che utilizzano telai più piccoli avevano caratteristiche di guida opposte ai ciclisti con telai di dimensioni maggiori e viceversa. Correggere questi comportamenti ha richiesto l’impiego di strumenti sofisticati, ma ha fatto in modo che ogni telaio potesse garantire le prestazioni richieste, l’equilibrio ottimale tra peso, rigidità e reattività, su tutta la gamma di taglie.
In questo clima si è sviluppato un reparto aziendale costituito da ragazze esperte che si occupa di sviluppo prodotto e marketing: un vero e proprio reparto Women’s Business, nato 4 anni fa, costituito da una Global Leader cui fanno capo le Business Manager delle varie filiali nel mondo.

La community di cicliste
Ha lo scopo di accrescere la community di cicliste affezionate al marchio Specialized. Il mio compito e quello delle Women’s Business Manager in USA, Gran Bretagna, Francia, Spagna, Germania, Paesi Scandinavi, America Latina, Australia e Asia, è di far penetrare sempre più il marchio Specialized nel mondo delle cicliste di ogni livello, dalla neofita alla più esperta, seguendo linee guida che adattiamo a ogni mercato. Nella comunicazione, utilizziamo le storie delle donne ambassador, ne raccontiamo l’abbigliamento e il rapporto con la bicicletta; organizziamo eventi e pedalate. Lavoriamo sulla sensibilizzazione, nel tentativo di far cadere quella specie di timidezza che talvolta trattiene le donne nei confronti della pratica sportiva. Lavoriamo per attutire l’attitudine, purtroppo ancora radicata, a considerare il ciclismo un fatto esclusivamente maschile.
Quante sono le vostre ambassador in Italia?
Sono 12, con le storie più disparate. Abbiamo la triatleta Alice Betto, di Roma, che pedala su strada e sogna di poterlo fare in Nuova Zelanda; Eloise Tresoldi di Canonica d’Adda, che ama le discese; Martina Dogana di Valdagno che recupera le forze sotto la doccia e con la buona tavola; la mamma esperta di digital marketing Giovanna Rossi; la giornalista Monica Nanetti (una cara amica di Ladra di biciclette che ci ha già raccontato la sua Via Francigena in bicicletta, con Annita Casolo, nda) che sogna di pedalare in Laos e Cambogia; e molte altre.
Si tratta di atlete e donne comuni, scelte da me o proposte dai rivenditori, cui chiediamo passione per il marchio Specialized. Queste donne diventano le nostre testimonial. A loro chiediamo integrità, coerenza con i valori del brand, passione e disponibilità a organizzare e partecipare ad eventi.
Quali le bici Specialized che piacciono di più alle donne italiane?
La bicicletta da donna più venduta in Italia è la MTB a pedalata assistita, seguita dalla MTB di primo prezzo e dalla bici da strada montata Ultegra. Facciamo anche una gravel da donna rivolta a questo segmento decisamente in crescita.
Dove consiglieresti a una donna di comprare accessori e bici?
In un negozio che abbia un’area dove la donna possa riconoscersi. Da Salvi Bike Store di Zogno, in provincia di Bergamo (il cui sito ha addirittura una sezione Mondo Donna, nda), nei nostri concept store (Km261 di Treviso, Bicisport di Ivrea, Dotta Bike di Trofarello), da Cicli Snoopy di Como, Racing Bike di Padova, Cicli Morbiato di Padova, Moretti di Bassano, Balduina Bike Shop a Roma, Two Wheels a Pignataro Interamna (Fr) e Cicli Drigani di Mappano (To). Donne e bici, del resto, sono le protagoniste di un binomio e di una Storia che affonda le sue radici nel XIX secolo. E’ ora di prenderne atto.
Sulla “relazione pericolosa” delle donne cicliste con i negozi di bicicletta leggi anche l’articolo sui trend dell’abbigliamento femminile.