Due convogli Intercity, treni a lunga percorrenza sulle tratte Roma – Reggio Calabria e Roma Salerno, sono stati dotati di una carrozza bici di “servizio” contrassegnata dal pittogramma della bicicletta. Mettendo insieme esigenze diverse (la mobilità dei portatori di handicap, la mobilità ciclistica, quella dei genitori con i passeggini, i distributori di bevande e i normali posti a sedere), la misura ha momentaneamente sdoganato, con soli 6 posti, il “problema” del trasporto delle biciclette sul treno. Un aspetto, in Italia, paese dotato di scarsa coscienza intermodale, di non facile districabilità.
La notizia della bicicletta sugli Intercity è comunque di attualità. Marco Marcini, direttore comunicazione Ferrovie dello Stato, aveva già affermato già nell’ottobre del 2019 che “entro il 2020, carrozze bici riadattate in chiave di servizio per il trasporto delle biciclette saranno presenti in tutti i treni Intercity, poco più di 100”. Si tratterà sempre di 6 posti a convoglio, progettati in modo da collocare la bicicletta sul treno in verticale, un fatto di non semplice gestione per le pesanti ebike, comunque sottoposto alla verifica della Fiab e sulla carta ritenuto accettabile. I posti bici attualmente prenotabili sui primi due treni Intercity sono gratuiti fino al 31 dicembre e costeranno 3,5 euro in seguito. Vediamo come siamo messi a parcheggi nelle stazioni ferroviarie e a design dei treni regionali.
Treno + bici
Le velostazioni in Italia

In Italia si contano, secondo FIAB, 2.200 stazioni ferroviarie di cui circa 60 dotate di velostazioni dove si possono parcheggiare le bici in condizioni di sicurezza (Venezia, Bologna, Bari, Firenze e Verona le più conosciute, con progetti interessanti su Cesena, Pesaro, Torino e Forlì). Secondo dati rilasciati da Confindustria ANCMA relativi al 2019, 3 città su 4 (74%) offrono postazioni di interscambio bici in corrispondenza delle stazioni ferroviarie; crescente è il numero di comuni che ospitano più di 500 stalli.
Le Regioni in cui il trasporto bici sul treno è gratuito
Fino alla notizia degli Intercity, le biciclette potevano ammesse sui soli treni regionali, con il supplemento di 3,50 euro applicato a discrezione delle singole regioni. Il trasporto delle biciclette è gratis nelle regioni Puglia, Basilicata, Marche, Abruzzo, Sicilia, Liguria, Valle d’Aosta e Campania nei festivi e weekend. In tutte le altre situazioni, fino all’attuale novità degli Intercity, le biciclette andavano smontate e trasportate in un’apposita sacca da viaggio.

Viaggiare in bici con i treni regionali
Tornando al trasporto regionale, sono stati di recente dotati di carrozza bici i nuovi treni Pop (a un solo piano) e Rock (a 2 piani e ad alta frequentazione di pendolari) introdotti a giugno del 2019 in Emilia Romagna. Una relazione della Fiab giunta in mie mani ne illustra l’iter costruttivo elencando le modifiche progettuali che, nel tempo, sono state suggerite perché i treni risultassero più bike-friendly. Eccole.
Nel settembre del 2015, Trenitalia annuncia una gara per l’acquisto di 500 treni regionali, del valore complessivo di 4,5 miliardi. L’obiettivo è rinnovare il 50% della flotta. Nel giugno del 2016, il primo lotto per 150 treni media capacità è aggiudicato ad Alstom. Il secondo lotto per 300 treni ad alta capacità è assegnato a Hitachi Rail. Entrambe le società hanno sedi anche in Italia.

Il primo test
Nel novembre del 2017, a Torino, Fiab testa i nuovi treni regionali Pop e Rock utilizzando 3 diverse bici dotate di freno a disco: una bicicletta da trekking con ruote da 28”; una ebike city-trekking con pneumatici da 28” e altezza complessiva cerchio + copertone di 65 mm; una emtb con pneumatici da 29” e altezza cerchio + copertone di 80 mm.
- Nei treni Pop, la distanza del gancio dalla parete risulta insufficiente. Inserire la ruota della ebike da 28” è quasi impossibile, mentre totalmente impraticabile risulta l’inserimento della ruota della e-bike da 29”.
- Nell’eventualità di 2 biciclette già appese, è quasi impossibile appenderne una terza visto che i manubri interferiscono tra loro.
- L’altezza da terra dei ganci è insufficiente: la e-bike da 28” toccava terra con la ruota posteriore.
A queste note Trenitalia osservò che, non riuscendo ad appendere le biciclette, i ciclisti avrebbero potuto sistemarle in orizzontale, addossate alla fiancata del treno. Si concordò tuttavia che la larghezza tra le due paratie che delimitano lo spazio biciclette era inferiore alla lunghezza di una bicicletta, non permettendo di addossare le biciclette a pacchetto. In quello spazio, solo un paio di bici potevano essere alloggiate messe però in diagonale, con conseguenti problemi di bloccaggio e di ingombro.
In generale, la soluzione “biciclette appese” è problematica nel caso di:
- persone anziane, di bassa statura, non agili e robuste,
- biciclette pesanti o a pedalata assistita,
- biciclette con portabagagli e bagaglio,
- biciclette anomale quali le fatbike.
Diversamente problematico si prospettò il prototipo della carrozza Rock, con alloggiamento per 3 biciclette in orizzontale, nella direzione di marcia del treno, la ruota anteriore inserita nella fessura di una piastra. Le osservazioni di Fiab furono le seguenti:
- Lo spazio della piastra è insufficiente per alloggiare 3 biciclette.
- La piastra con fessure è apparsa poco adatta a trattenere le biciclette sottoposte, senza cinghie, a oscillazioni longitudinali e laterali durante la marcia del treno. La soluzione risulta inoltre del tutto incompatibile con le biciclette dotate di freno a disco, perché il disco fa forza sulla piastra e si danneggia.
Il secondo test
A giugno del 2019, l’Emilia-Romagna organizza a Bologna un ulteriore test pratico dei due treni. Il test viene effettuato utilizzando biciclette mtb, da cicloturismo ed ebike, di taglia dalla M alla XL.
Sul treno Pop, Fiab osserva che:
- La distanza del gancio dalla parete permette ora di inserire anche ruote di grandi dimensioni;
- Data l’esiguità degli spazi, la manovra di aggancio e sgancio delle bici rimane difficoltosa e non alla portata di tutti.
- I ganci non sono stati sfalsati in altezza, come richiesto per ridurre le interferenze fra i manubri.
- Con sei biciclette appese, tre per lato, è praticamente impossibile per i passeggeri passare nel corridoio senza inaccettabili contorsionismi.
Consultata in seguito, la Alstom ha affermato che i ganci sono stati sfalsati e sono stati recuperati 12 cm in larghezza per il passaggio delle persone. Tuttavia queste migliorie non sono ancora visibili, secondo fonti Fiab, sui treni dell’Emilia-Romagna.
Sui treni Rock, queste le osservazioni della Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta:
1. rispetto al mockup, la situazione non è cambiata sostanzialmente: la struttura è stata modificata, ma è stata mantenuta la tipologia a piastra con aperture verticali per inserire le ruote delle biciclette;
2. lo spazio della piastra è insufficiente per alloggiare 3 biciclette in modo agevole; dovendo estrarre una delle due biciclette più interne, è comunque necessario togliere la più esterna;
3. la soluzione resta poco adatta per bloccare le biciclette durante la marcia del treno ed incompatibile con i freni a disco.

Quale cicloturismo?
Risulta evidente da questa storia che la progettazione dei nuovi treni abbia dato priorità ai posti a sedere. Tornando poi alle nuove carrozza bici sugli Intercity, nessun accenno viene fatto da Trenitalia alla sicurezza. Trattandosi di treni a lunga percorrenza è evidente che non ci si possa sedere per ore su uno strapuntino per fare da guardiano alla propria bici. Scelte, queste, che penalizzano gli utilizzi cicloturistici del treno e il pendolarismo che si avvale della formula treno + bici. Sappiamo tutti che le bici vengono rubate, anche sui treni.
Leggi anche il mio articolo Cosa serve al cicloturismo?

Cosa serve all’intermodalità?
Per lavorare seriamente sull’intermodalità occorre:
- poter arrivare ai luoghi di interscambio, anche alle stazioni degli autobus, in bicicletta, su ciclabili in sede separata;
- poter arrivare al treno senza grandi ostacoli, aiutati dalla presenza di rampe, scivoli, ascensori di giusta dimensione, come in Svizzera;
- poter accedere al vagone senza troppi sforzi, disporre quindi di marciapiedi all’altezza del pavimento del treno (provate a scendere dal treno a Manarola, nel Parco delle Cinque Terre, e vi spaventate seriamente!);
- avere la disponibilità di parcheggi bici sicuri nei luoghi di interscambio (basta andare a Utrecht, di cui scrivo nell’articolo sulle Città più ciclabili del mondo, per vedere che cosa è una reale velostazione).
Speriamo che i 6 posti sugli Intercity possano essere un primo passo verso la costruzione di un Paese più bike friendly nei collegamenti intermodali. Certo, sorprende, che per i primi treni siano stati scelte come destinazioni Salerno e Reggio Calabria. Che la Calabria sia diventata improvvisamente un territorio amico della bicicletta?