Ho trovato un simpatico articoletto su Bicycling, illustrato da Charlie Layton. Parlava di tipi da bicicletta Sì, dei ciclisti che s’incontrano per strada, di quelli aggiunti alle chat con cui si organizzano le uscite in bici, di quelli che bazzicano gli eventi a tema bicicletta e che s’incontrano nelle granfondo o nei negozi di biciclette. Ma solo di quelli più fastidiosi. Ve lo ripropongo in una mia personalissima traduzione.

Tipi da bicicletta: il fabbricante di scuse
E’ sempre quello che si stanca per primo. Perennemente poco allenato e raffreddato. Ha avuto l’influenza, la tosse e il menisco rotto. O ha fatto le ore piccole, con una buona dose di alcool, la notte prima dell’uscita. Nei casi più eclatanti, è uscito in bici anche il giorno prima e ha fatto troppo dislivello. L’acido lattico si paga. Spesso è anche quello che deve tornare a casa per pranzo, una buona scusa per accorciare il percorso.

Il troppo giusto
Ha sempre la maglia tecnica di ultima generazione, comprata in un posto che conosce solo lui. Il troppo fico acquista una nuova bici ogni anno. Possiede una gravel, una bici da corsa, una mtb e talvolta anche una pieghevole. E’ stato il primo a montare i freni a disco, ça va sans dire. Il suo opposto è il ciclista pseudo-vintage che non compra una camera d’aria nuova da anni e ha i buchi nelle maglie o nei pantaloncini. Con la scusa del retrò che va forte…
Il “quanto manca al caffè”
Quanti chilometri facciamo? Tra quanti chilometri c’è il bar? Apparentemente è animato da senso di libertà e di avventura. Di fatto, pur non avendo idea della strada, non fa altro che esercitare il controllo: deve poter sapere quando si mangia, quando è ora di smettere, quanto ha tenuto di media nonostante la pausa caffè.

Il maschilista disperato
Mortalmente offeso dal fatto che possa essere superato da una donna, farà il possibile per rimanere davanti nel gruppo. anche a costo di improvvisare un guasto alla bicicletta. Nell’eventualità del tutto naturale in cui una ciclista lo superi, il maschilista senza speranze ritrova improvvisamente sprint e riguadagna la prima posizione.

L’impreparato cronico
Ha un entusiamo infinito nei confronti della bicicletta. Ma si presenta, spesso in ritardo, vestito in modo sbagliato, con la ruota a terra o con una maglia in più che non sa dove mettere. Si è dimenticato di portare il gel e le barrette. Non ha con se la camera d’aria di riserva e le brugole. Se è simpatico, è comunque ben accetto. In caso contrario…

Il “selfie-ista”
E’ così innamorato della bicicletta che deve immortalare ogni momento vissuto con “lei”, ogni angolo e ogni uscita. Conosce tutti gli #hashtag migliori in materia di #bicicletta. Se non “hashtaggata” del resto, l’uscita non è realmente accaduta, vero?

Il chiacchierone
Questo ciclista, spesso una donna, ha un sacco di cose da raccontare e un’illimitata
capacità polmonare che gli consente di parlare e pedalare allo stesso tempo. Seminarlo è davvero difficile.

L’iper-accuditivo
Il “ci penso io” che si autoproclama coach non fa altro che disseminare insegnamenti: “devi respirare con il naso, mettere le scarpe giuste, abbassare i rapporti, alzare i rapporti, fare colazione prima di uscire in bici, tenere almeno una media dei 25 km all’ora”. Repetita iuvant, si diceva. Certi maestrini possono però diventare un tormento. Vanno bene solo quando ti spingono in salita. Magari dalla schiena e non da altre più rotonde parti del corpo.