I tratti aperti della ciclabile Spoleto Norcia e altri percorsi in bici che potete visitare nel vostro giro dell’Umbria da cicloturisti
La Spoleto Norcia è la via verde più conosciuta dell’Umbria. Dopo i danni causati dal terremoto del 2016, la ciclabile era stata riaperta il 30 agosto del 2017, un evento sancito da un grande evento in mtb, organizzato dal MTB Club di Spoleto, che si ripete, da allora, ogni anno.
Nata, come è accaduto per altre vie verdi o greenway dalla riconversione della ferrovia a scartamento ridotto che dagli anni ’20 fino al ’68 ha raccordato Spoleto a Norcia per trasportare sciatori e legname, la pista ciclabile ripercorre un vecchio selciato preromano che parte dalla stazioncina di Spoleto, diventata adesso un piccolo museo della memoria. Diretto a Norcia, il nastro sterrato, 50 km da percorrere al meglio in mountain bike e con le luci, scorre, purtroppo con accessibilità discontinua, tra boschi di querce e carpini, lecci e noccioli; argini fluviali, erica selvatica, caselli ferroviari destinati chissà quando a diventare bivacchi e paesini di pietra accucciati sui costoni appenninici a mezza costa.
Non è questa l’unica via verde dell’Umbria già ciclabile nelle tante strade bianche e nelle stradine a bassa percorrenza (800 km di ciclovie di cui il 40% già realizzato) che s’incontrano lasciandosi alle spalle la trafficata E45, ma quella che, in un territorio che è stato profondamente ferito dal terremoto del 2016, è portatrice di una valenza simbolica: la volontà di voltare pagina. Di far crescere un fiore dal male.
I tratti aperti della ferrovia Spoleto Norcia
Allo stato attuale, a poco più di 2 anni dal quella riapertura, la ciclabile Spoleto Norcia non risulta ancora tutta percorribile. E’ aperto il tratto iniziale da Spoleto (a 310 metri di altitudine) fino al valico di Forca di Cerro: si tratta di 8 km fino all’imbocco della galleria di valico di Caprareccia (a 625 metri), la più lunga (1.937 metri), priva di illuminazione, gravata da problemi di stabilità in seguito al terremoto. Per aggirarla, si prende la SP 395, una strada panoramica a bassa intensità di traffico che conduce a Piedipaterno, paese di tartufai dove riprende il tracciato della vecchia ferrovia. Questo primo tratto presenta i maggiori dislivelli.
Frane e dissesti impediscono di pedalare oltre, con continuità. Si può nuovamente inforcare la bicicletta, lungo il fiume Sordo, dalla località di Serravalle di Norcia fino a Norcia, il borgo dalla mura a cuore dove i monaci di San Benedetto, rigorosamente in cappa e sandali anche d’inverno, producono con grandi sforzi, anche dopo il terremoto, la birra artigianale Nursia. In totale si tratta di circa 25 km fruibili in modo discontinuo, che potrebbero aumentare di 7 km quando si realizzerà il tratto mancante da Casale Volpetti a Serravalle di Norcia, per cui, rivela Massimo Boni, responsabile Infrastrutture per la Mobilità Ecologia della regione Umbria, è già affidato l’incarico di progettazione.
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