Il prezzo fissato per l’annuncio su Subito.it è di mille euro, una cifra che sembra ragionevole per il tipo di mezzo proposto, ma non ci si aspettava che fosse una truffa.
La storia ha inizio a Jesi, dove un uomo di 61 anni decide di mettere in vendita la sua bicicletta da strada.
La vittima, ignara di ciò che stava per accadere, si aspettava un normale scambio commerciale attraverso il popolare sito di annunci.
Poco dopo aver pubblicato l’annuncio, riceve una telefonata da parte di un individuo con accento bolognese.
Questi si mostra interessato all’acquisto e propone un metodo di pagamento alquanto insolito: effettuare delle ricariche su carte Postepay attraverso operazioni presso uno sportello Postamat.
Il venditore, convinto dalla serietà apparente dell’acquirente e dall’imminente conclusione dell’affare, accetta senza troppi sospetti.
Questo episodio serve come monito ai numerosi utenti che quotidianamente navigano sul web alla ricerca di affari o cercando di vendere oggetti personali tramite piattaforme online.
È sempre necessario prestare la massima attenzione alle modalità di pagamento richieste dagli acquirenti sconosciuti e segnalare alle autorità competenti qualsiasi comportamento o richiesta che possa sembrare sospetta o fuori dall’ordinario.
Il giorno successivo, seguendo le istruzioni ricevute telefonicamente, il 61enne si reca all’ufficio postale e procede con ben 8 ricariche su carte Postepay per un totale di 1.908 euro.
Solo in quel momento si rende conto della situazione anomala in cui è incappato: nessun acquirente avrebbe mai richiesto operazioni così complesse e costose per l’acquisto di una bicicletta usata.
Preso dal panico, ma ancora speranzoso in una soluzione positiva del problema, l’uomo interrompe immediatamente ogni comunicazione con i falsi acquirenti e si rivolge alla polizia locale.
Gli agenti del Commissariato avviano subito le indagini sulla base delle poche informazioni fornite dalla vittima.
Grazie a un lavoro investigativo accurato e rapido, le forze dell’ordine sono riuscite a risalire all’identità dei tre responsabili della truffa: due individui residenti nella provincia di Latina e uno a Roma.
Tutti presentavano precedenti penali anche per reati simili commessi in passato. I tre sono stati prontamente denunciati alla magistratura competente per truffa in concorso.
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