Lo spinning o indoor cycling, ovvero l’allenamento aerobico in palestra su una bicicletta stazionaria, è la risposta alla resistenza a uscire in bici con il freddo. Ed è anche, in assoluto, un’ottima forma di preparazione. Ma perché è così difficile convincere i ciclisti a chiudersi in una palestra su un bici indoor o a utilizzare i rulli? La risposta è forse contenuta in quel verbo “chiudersi”? Negli Stati Uniti è stato inventato il soul cycle, una disciplina mistico-sportiva che promette di tonificare le gambe e svuotare la mente pedalando su una bicicletta da spinning in una stanza illuminata da candele, con sottofondo musicale. Ma qui in Italia?
Per curiosità e per non liquidare in modo così facile la faccenda, sono andata a mettere il naso in un fitness studio un po’ speciale, il nuovo Revolution by Virgin Active di Milano. Una palestra a tema che traghetta, nel mondo del fitness, il concetto di boutique hotel: piccola, tutt’altro che un grande magazzino con una miriade di offerte, con una sala di indoor cycling e gli spogliatoi. E un’app per Apple e Android dove si possono prenotare orari e corsi: Pro-Race, dedicato ai ciclisti più esperti, in cui si simula una vera e propria gara ciclistica; Body Master, con metà allenamento sulla bicicletta e metà a terra di tonificazione; Spirit Ride che abbina cycling e esercizi di stretching; Burn up dedicato a chi ha bisogno, con l’indoor cycling, di dimagrire e bruciare i grassi.
Spinning: si pedala indoor a ritmo di musica
Eccomi racchiusa in una stanza con pareti, soffitto e pavimento neri, decisamente nella semi-oscurità, con un grande video davanti e due schermi laterali. La bici stazionaria indoor è adattabile alle mie misure: la sella sale e scende e il manubrio, che simula anche la piega della bici da corsa, avvicinabile. Dopo aver studiato al millimetro la mia posizione sulla bici da corsa, mi sento comunque scomoda. Al chiuso, con l’aria condizionata, e nel quasi buio, a disagio.
La musica per lo spinning, sul video, comincia ed è bellissima: devo ammettere che la scelta era ottima e trascinante. Le due istruttrici di indoor cycling invitavano a pedalare in modo cadenzato, al ritmo della musica, con più o meno resistenza, simulando la pedalata su rapporti agili, più duri e fuori sella. La musica era alta e non tutti i comandi vocali che indicavano il numero di pedalate al minuto da tenere erano udibili. Una volta coinvolta nel ritmo, i 30 minuti sono volati. La presenza di una bottiglia d’acqua e di un asciugamano sui supporti davanti alla bici per l’indoor cycling mi è sembrata una giusta cortesia.
Indoor cycling: manca il cielo in una stanza
La lezione è finita con 20 minuti di esercizi a terra, di tonificazione. Una parte che ho trovato non necessariamente adatta ai ciclisti ma a tutti. In cui però si fa fatica a trovare il proprio spazio a terra, senza tappetini, tra le bici indoor Mi dicono che la Virgin Active, aperta nel 1999, è leader internazionale del settore con 272 club in 10 Paesi sparsi su 4 continenti, e 1,4 milione di iscritti. Sanno certamente cosa fanno e lo fanno bene. E c’è senz’altro un pubblico per questo tipo di allenamento. Io però ho “sofferto” l’ambiente buio e chiuso. Una sensazione squisitamente personale. E ho pensato a quei versi di Gino Paoli: “questa stanza non ha più pareti ma alberi…“, e a quel meme che circola su Facebook che punta il dito contro chi va in macchina in palestra per poi mettersi a pedalare su una bici fissa. Io ci sono arrivata in bicicletta alla palestra-boutique. E continuerò a uscire in bici anche con il freddo, come ho sempre fatto. Perché in bicicletta si viaggia anche un po’, si ritrova silenzio e natura, e lo scorrere morbido dei pensieri. In bicicletta 3 ore, non 30 minuti, volano…
PS: Qualche giorno dopo, un po’ per sfida, un po’ per gioco, ho accettato l’invito di Virgin Revolution a provare la sessione di Pro-Race, l’allenamento per ciclisti esperti: 50 minuti interamente sulla bici indoor più della metà fuori sella, con una buona alternanza di livelli di ritmo e di potenza. Sarà il fatto che la temperatura si era abbassata o la constatazione che le gambe c’erano ma il cuore batteva troppo forte… Beh, mi sono quasi convinta di aver proprio bisogno di questo tipo di allenamento invernale: devo ancora aumentare la resistenza e allenare la respirazione. Ma devo ancora vincere l’idea di pedalare tra pareti senza alberi. Se poi volete sapere se lo spinning ingrossa le gambe cliccate a questo link del mio blog sulla bici al femminile.