La più piccola ciclista che conosco si chiama Ruby Isaac. Undici anni, nata il 30 aprile del 2008, sotto il tenace segno del Toro, vive nel Northamptonshire, nelle Midlands Orientali, in Inghilterra, dove le colline sono modeste e le case in pietra. Minuscola e tonica, con gli occhi blu da gatto che si accendono di luce intensa ogni volta che si parla di pasta o bicicletta, Ruby l’ho incontrata stamane all’Upcycle Bike Café di Milano. Davanti a un bicchiere di acqua naturale, abbiamo fatto due chiacchiere. Compita e dritta sullo sgabello senza spalliera dove l’avevamo accomodata, ha risposto alle domande senza esitare, senza mai smettere di sorridere.

Santini e World Bicycle Relief portano Ruby Isaac in Italia
Luminosa e determinata nel suo sogno di diventare, da grande, una ciclista professionista, Ruby Isaac è stata invitata in Italia dal maglificio Santini. In occasione della Granfondo Stelvio Santini (reindirizzata, per pericolo di slavine, su un percorso alternativo verso i Laghi di Cancano) avrebbe dovuto compiere l’ascesa al Passo dello Stelvio sabato 31 maggio allo scopo di raccogliere fondi, con una pagina di donazioni costruita ad hoc, per la non-profit World Bicycle Relief. Invece, pedalerà anche lei sul percorso alternativo: il corto di 53 km in totale di cui 14 in salita, con oltre 1100 metri di dislivello. Un chilometraggio cui non è mai arrivata in precedenza.

Dalla scuola all’allenamento
Come mi racconta lei stessa, Ruby frequenta l’ultimo anno della scuola elementare. Va a piedi a scuola e si allena all’uscita, nel tardo pomeriggio. “Mi alleno quasi ogni giorno dopo la scuola: due settimane fa sono riuscita a fare 40 km. Vicino a casa nostra il terreno è piatto, senza grandi colline. La domenica, talvolta, andiamo a pedalare dove ci sono delle colline più alte. E’ il mio papà Nick ad aiutarmi con l’allenamento, non ho un vero e proprio allenatore”.
La bicicletta rossa
Da qualche mese ambassador di Trek, Ruby ammette di avere “fin troppe biciclette. La Trek rossa e bianca (cui non ha mai dato un nome, nda) la tengo in casa, le altre nel garage”. Di alluminio, non fatta su misura, la bici da bimba di cui le piacciono particolarmente le ruote la fa sentire “comoda e bene”. Ha cominciato ad andare in bicicletta dopo aver visto, a 7 anni, la sua prima gara. “Voglio farlo anch’io, ho pensato. Quando ho fatto la mia prima gara, mi è piaciuto tantissimo e ho continuato”.
Happy #InternationalWomenDay to all the amazing girls and women out there..whatever your challenge is go and smash it!
I would love you to support my challenge, it’s to ride the Stelvio Pass and raise as much money as I can for @PowerOfBicycles .Ruby X #IWD2019 #powerofbicycles pic.twitter.com/tsthU9Yrye
— Ruby Isaac (@RubyWIsaac) March 8, 2019
La bici è divertimento, ma anche un po’ sfida
Alle bambine dei Paesi del mondo cui non è concesso pedalare, Ruby direbbe che “andare in bici è divertente: la puoi usare per pedalare nel giardino e per andare dai tuoi amici. A me piace fare le gare perché mi piacciono le sfide”. Ti piace vincere dunque? Sorride e ride Ruby a questa domanda, gli occhi sempre vividi, con un velo di imbarazzo che le avvolge le guance. La precede la mamma Kate nella risposta: “è una cattiva perdente“. Si capisce bene che una giovanissima ciclista arrivata in Italia pronta a scalare il mitico Stelvio, sia tenace e determinata a vincere. Ma anche a godersi la pasta e la pizza che l’aspetta dopo la salita, le due cose percui è felicissima di essere venuta per la prima volta in Italia, ospite di Santini. Con la pagina di donazione a suo nome su Just Giving ha già raccolto 1.200 sterline pari a 13 biciclette. Un’iniziativa benefica che la vede coinvolta per la prima volta e molto motivata.
Il suo primo Tour de France
“Grande lavoratrice e brava bambina”, come lei stessa si definisce, Ruby ha passato qualche ora a Milano stamattina dopo il nostro incontro, a passeggio tra il Duomo e il Castello, pronta a trasferirsi a Bormio dove resterà fino a lunedì 3 giugno. La sua prossima impresa, a luglio, la porterà a Bruxelles, a pedalare, insieme al gruppo di 23 cicliste non professioniste Donnos des Elles au Vélo (13 francesi e 10 cicliste dal resto del mondo), sui primi 30 km della prima tappa del Tour de France, e a Parigi, sugli Champs Elysées sugli ultimi, un giorno prima della vera e propria gara. Un’azione patrocinata dall’UCI, l‘Union Cycliste Internationale che la rende particolarmente orgogliosa.
Ringraziandola, ci salutiamo così, con io che le mostro la mia bicicletta d’epoca di acciaio (“pesante!”, dice), musa ispiratrice di questo blog. E con la foto in alto, condensato di tenerezza e simpatia. Buona fortuna Ruby per la tua vita da futura ciclista e per la tua prima salita alpina!
