Un recente studio pubblicato sulla rivista Bmj Public Health ha messo in luce i benefici significativi derivanti dallo scegliere modalità attive per recarsi al lavoro, come la bicicletta o la camminata.
Condotto da Bruce Whyte, del Glasgow Centre for Population Health, lo studio ha evidenziato come i pendolari che optano per questi mezzi abbiano un rischio inferiore sia di malattie mentali sia fisiche.
Tra le varie categorie esaminate, i ciclisti mostrano i vantaggi più notevoli. Secondo lo studio, chi va al lavoro in bicicletta vede ridursi del 47% il rischio di morte per qualsiasi causa.
Inoltre, si registra un minor numero di ricoveri ospedalieri e una diminuzione nell’uso di farmaci legati sia a patologie cardiovascolari sia a quelle oncologiche.
Lo studio ha analizzato dati rappresentativi raccolti dallo Scottish Longitudinal Study (Sls), prendendo in considerazione individui tra i 16 e i 74 anni.
La ricerca si è basata su un campione di 82.297 persone, indagando sul mezzo di trasporto utilizzato per recarsi al lavoro o presso istituti di formazione. Il confronto è stato effettuato tra chi pratica il “viaggio attivo” (camminare o andare in bicicletta) e chi utilizza metodi considerati “inattivi”.
I risultati dello studio indicano che anche camminare verso il luogo di lavoro o di studio porta benefici significativi: riduzione dell’11% dei ricoveri ospedalieri per qualsiasi causa e del 10% per malattie cardiovascolari.
Anche l’incidenza nella prescrizione dei farmaci mostra una diminuzione importante tra coloro che scelgono questa forma più moderata ma costante di esercizio fisico.
Nonostante gli indiscutibili vantaggi legati alla salute fisica e mentale, lo studio non tralascia gli aspetti critici connessi al pendolarismo attivo.
In particolare, si sottolinea come i ciclisti abbiano una probabilità doppia rispetto ai pendolari inattivi di essere ricoverati a seguito di incidenti stradali. Questa osservazione pone l’accento sulla necessità di migliorare le infrastrutture urbane dedicate alla sicurezza dei ciclisti.
I risultati dello studio offrono spunti importantissimi non solo per la salute individuale ma anche per le politiche urbane e ambientali future. Promuovere forme alternative ed ecologiche come il pendolarismo attivo potrebbe tradursi non solo in benefici sanitari diretti per la popolazione ma anche in un impatto positivo sull’ambiente urbano, con una riduzione della congestione veicolare e dell’inquinamento atmosferico.
In conclusione, mentre questo articolo evita volutamente una chiusura definitiva sul tema trattato lascia aperta la riflessione su quanto uno stile vita più dinamico possa contribuire significativamente alla nostra salute generale e al benessere della comunità urbana nel suo complesso.
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