ladra di biciclette

il bike blog di una giornalista a pedali, 3° premio Blog Adutei 2019, Giornalista Amica della Bicicletta Fiab 2018

In bici in farmacia a Milano? Attenzione ai ladri di biciclette (quelli veri)

Le zone della città dove maggiormente avvengono i furti di biciclette, le fasce orarie, i luoghi in prossimità dei quali operano i ladri, i comportamenti di scarsa cura dei ciclisti. La startup MISAP, specializzata in ricerca applicata alla prevenzione della criminalità, svela i primi risultati di un’indagine sui fattori che favoriscono i furti di biciclette avviata nel marzo del 2019 con il nome di URBike, in collaborazione con ASSOBICI, FIAB, BikeBee, Milano Bike e Confesercenti Milano, Lodi, Monza e Brianza. Una ricerca, sottolinea il responsabile di progetto Giacomo Salvanelli, 28enne marchigiano di stanza a Milano autore di una tesi di laurea sui furti di biciclette, “resa possibile dalla creazione di un software, sviluppato in collaborazione con l’Università di Camerino, che ha potuto raccogliere dati su piattaforme open source, tra cui il data base di Rubbici e i gruppi tematici su Facebook e Linkedin”.

Furti di biciclette: solo il 40% denuncia

Il mercato delle biciclette rubate e rivendute vale annualmente 90-500 milioni di euro, un dato che emerge da ricerche transnazionali effettuate dalle polizie dei paesi scandinavi, Belgio, Paesi Bassi e Regno Unito. Ciò nonostante, commenta Salvanelli, “su scala nazionale, solo il 40% denuncia il furto della bicicletta alla Polizia, segno che il reato non viene percepito come grave“. Un fatto legato anche alla mancanza di un registro unico nazionale che dia fiducia e speranza di ritrovamento. Esperienze come BikeBee e Registro Italiano Bici facenti capo a società private e non estese a tutto il territorio nazionale possono ben poco senza l’adeguato supporto delle amministrazioni pubbliche.

Solo l’Assessorato alla Mobilità di Milano, sollecitato da Davide Maggi (La Stazione delle biciclette) di ASSOBICI, sta portando avanti un tavolo tecnico per istituire un registro locale che preveda la registrazione nella sezione Fascicolo del Cittadino del Comune e l’autenticazione da parte di un negozio di biciclette, in presenza di numero di telaio o di altra forma di marchiatura.

infografica progetto su furti di bici a Milano
L’infografica sulle fasce orarie in cui avvengono i furti

I furti di bici a Milano per mese e fascia oraria

A Milano, città che tra il 2011 e il 2019 ha censito 2.531 casi di furto, le biciclette vengono rubate 24 ore su 24, con queste caratteristiche e differenze:

  • tra le 8 e le 13: in questa fascia oraria, le biciclette vengono rubate soprattutto in prossimità (nel raggio di 250-350 metri) di fermate di metropolitane, università e farmacie. Queste ultime appaiono le più tartassate: il rischio qui tende a quintuplicarsi. In queste condizioni i furti avvengono per lo più nei primi 10 minuti di sosta.
  • tra le 13 e le 19: metropolitane e farmacie restano i target primari, seguite da biblioteche, punti di aggregazione, di studio e di lettura. In prossimità di questi luoghi il rischio sale del 3,5%. Maggiormente colpita dai furti risulta, in questi orari, la zona 3 (Città Studi, corso Buenos Aires).
  • tra le 19 e le 23.59: la zona a maggiore rischio di furti è la 1, il centro storico, nelle vicinanze di ristoranti, locali, esercizi commerciali, pub, cinema e teatri.
  • tra mezzanotte e le 8: il 65% dei ladri di biciclette continua, di notte, a operare nella cerchia dei Navigli, ma i fattori urbani di rischio diventano dispersivi, non seguono più una logica stringente. In generale, si nota la tendenza da parte dei ladri a cercare bici di alta gamma in ambienti interni.
  • I mesi in cui si registra un picco di furti sono settembre e ottobre (fino a +30%), un fatto probabilmente che coincide con la ripresa del semestre universitario.
impatto dei furti nella zona 1 di milano infografica
L’impatto dei furti nella zona 1 di Milano

Le cattive abitudini dei ciclisti urbani

La mappa di Misap Institute non si limita a fotografare l’occorrenza del reato di furto, ma anche le abitudini dei ciclisti urbani che lo favoriscono. Giacomo Salvanelli sottolinea che “la maggior parte dei residenti della zona 1, colpita dal 50% dei furti censiti sulle piattaforme open source, denota una scarsa attitudine a legare le biciclette, che si tratti di cortili, garage o stradine private”. Risulta inoltre che il 62% dei ciclisti urbani che hanno subito un furto non lo ha denunciato né in modo formale né informale; l‘87% non possiede un codice identificativo (il numero di telaio o marchio di fabbrica impresso sotto il movimento centrale, sostituito da un diverso sistema di marcatura come l’etichetta adesiva proposta da BikeBee) utile a riconoscere la bici. Il 95% non ha un piano assicurativo, anche in presenza di una bicicletta di alta gamma (la startup Milano Bike è tra le poche a inserire l’assicurazione nel prezzo d’acquisto della bici).

Il questionario ai ciclisti urbani

Alla profilazione dei ciclisti ha contribuito anche la diffusione di un questionario online elaborato con ASSOBICI cui hanno risposto, in questi ultimi mesi, 436 persone, un campione rappresentativo di tutte le zone della città, di cui il 60% donne cicliste. Il questionario, sempre aperto, è un invito rivolto a tutti. “Serve a profilare e informare i ciclisti urbani”, sottolinea ancora Giacomo. “Occorre organizzare eventi di sensibilizzazione, stampare brochure informative per raccontare le criticità e fare prevenzione”. A tal fine, ASSOBICI con Misap e i suoi partner si riuniscono, il 21 febbraio 2020, a un tavolo tecnico con l’Assessorato Mobilità e Lavori Pubblici di Milano, alla ricerca di interventi operativi.

Gli interventi anti-furto: registo, rastrelliere e cartelli

L’istituzione di un registro unico e affidabile è senz’altro una degli interventi di prevenzione. Ma ci possono essere altre misure. Giacomo ricorda una campagna di affissioni di qualche tempo fa, adottata nel campus universitario di Newcastle, in Inghilterra, che affermava: “Cycle thieves we are watching you”, Ladri di biciclette vi vediamo. L’effetto psicologico dei cartelli, affissi in alcuni luoghi cospicui del campus universitario, pur in assenza di un’effettiva sorveglianza video, si tradusse in una riduzione dei furti, in quei punti, del 62% nell’arco di 12 mesi (ma purtroppo anche in un conseguente aumento di furti in luoghi privi di quella segnaletica).

La collocazione di rastrelliere a forma di coda di balena, che consente di legare ruote e telaio, sarebbe più che opportuna rispetto alle tante ridicole rastrelliere cui si allaccia la sola ruota anteriore. Io, per il momento, da quasi ladra, come scrivo in Perché questo blog, per sentirmi a posto con le buone pratiche, ho pulito la bici da corsa e scovato sotto sotto il numero di telaio. E’ già un primo passo.

 

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