Viste le sue illustrazioni così destrutturate e spigolose, il mento puntuto, i colli alti e sottili, le schiene curve sui manubri dei suoi ciclisti, Riccardo Guasco me lo ero immaginato affine alle sue creature. Invece, al piano nobile del palazzo del Touring Club, a Milano, dove è stata presentata oggi la mostra Veni Vidi Bici! Riccardo Guasco e l’arte di illustrare la bicicletta, mi ritrovo al cospetto di un quarantaduenne simpatico, con il viso rotondo e la barba, la fronte alta e la montatura degli occhiali bianca, che mi dice, a sorpresa, di non voler fare la fine di Zingaretti con Montalbano: “non voglio essere identificato solo con ciclisti e biciclette!” Eppure, le biciclette hanno regalato a Riccardo Guasco chiara fama: su Pinterest come nelle ciclostoriche, nei musei del mondo come durante la Maratona delle Dolomiti.

Chi è Riccardo Guasco
Riccardo Guasco è nato ad Alessandria nel 1975. A Torino frequenta l’Accademia d’Arte. Poi lavora come grafico e insegnante di informatica. Anni di formazione, questi, che gli sono serviti per approdare, solo 6 anni fa, a fare l’illustratore a tempo pieno e ad “affinare lo stile”, quel mix unico e straordinario di citazioni e ispirazioni fornitogli dalle Avanguardie del ‘900, il Cubismo, il Purismo, il Futurismo, ma anche “il collezionismo francese degli anni ’30 e ’40, il Corriere dei Piccoli, i poster e la cartellonistica di quel secolo”. In questi anni, è felice di aver collaborato con The New Yorker, Moleskine, Rapha, Thames & Hudson, Emergercy, Greenpeace e molti altri. Suo è stato il cartellone dell’Eroica di Gaiole, nel 2017. Dalla sua fantasia, poesia e lieve ironia uscirà anche l’illustrazione per il Premio Strega 2018.
L’amore per la bicicletta nasce a teatro
Illustratore e “cartellonista”, così gli piace essere definito, Riccardo Guasco scopre la bicicletta grazie alla collaborazione con gli attori Gualtiero Burzi e Massimo Poggio che hanno portato a teatro alcuni grandi del passato: Girardengo, Bottecchia, Malabrocca. Il primo profilo di Coppi, realizzato nel 2011, lo porta alla ribalta nel mondo dei ciclisti. Diventa in breve tempo ciò che Luca Zingaretti è per il Commissario Montalbano: l’illustratore di ciclisti e biciclette, conosciuto per e identificato con i suoi scalatori di salite.
Il ciclista ha un’anima gentile
Riccardo, gli chiedo, se il tuo ciclista potesse parlare cosa direbbe? “Che è poco agonistico e più appassionato di cicloturismo, attento ai luoghi, alle persone, al paesaggio”. Il mento puntuto, il viso scavato, la schiena quasi appiattita sul tubo orizzontale del telaio avrebbero fatto immaginare un ciclista più agguerrito. Invece Guasco, che ha 2 bici, una da città, una da strada, e usa le due ruote solo per fare la spesa, gli ha dato un’anima gentile. Così’ come sognatrici, vintage ed eleganti sono le sue non tante donne in bicicletta, disegnate per lo più per la ciclostorica di Kensington Road, a Londra.
Il legame antico di Alessandria con la bicicletta
Dal 3 maggio al 1° luglio, con il patrocinio del Touring Club Italiano (che nacque nel 1894 come un sodalizio di velocipedisti associatosi con un quota annua di 5 lire), una rassegna inedita per completezza di schizzi e disegni sul tema unico della bicicletta, gli viene dedicata dal Museo Alessandria Città delle Biciclette. Aperto in pieno centro storico, il museo ricuce e valorizza lo stretto legame della città con la bicicletta. Fu infatti ad Alessandria che l’eclettico birraio Carlo Michel, portò nel 1867 il primo velocipede Michaux, visto all’Esposizione Universale di Parigi. Ed è da Alessandria che parte oggi, idealmente, un percorso ciclabile che unisce il museo a cielo aperto di Castellania con Casa Coppi e il Museo dei Campionissimi a Novi Ligure, come si legge nel sito Piemonte Bike. Un lascito e un paesaggio che deve aver senz’altro contribuito all’educazione sentimentale di Riccardo Guasco. Proprio come è accaduto a Camilleri con la Sicilia per Montalbano…