Stufe della carenza di alloggi, del traffico e dell’inquinamento, molte città popolari in Europa stanno adottando strategie anti-turismo.
Alcuni centri turistici europei sono impegnati in una crociata per far fronte al crescente numero di visitatori. Letteralmente invase dai turisti, alcune delle destinazioni più iconiche sono diventate invivibili per i residenti locali e sovraffollate, insicure e scomode per i visitatori.
La bellezza, la serenità e la semplicità di molte delle destinazioni più bucoliche e ambite d’Europa non possono sopravvivere a milioni di arrivi annuali. Sotto la pressione dei residenti, le autorità di numerose città europee sono costrette ad adottare misure per proteggersi dal massiccio afflusso di turisti, che porta alla congestione di strade, attrazioni e infrastrutture.
L’affluenza turistica in molte città europee è già tornata agli alti indicatori del 2019 pre-pandemia. Tuttavia, questo non piace ai residenti delle mete popolari tra i viaggiatori. La popolazione lamenta spesso che i turisti portano disagi nella vita quotidiana e hanno un impatto negativo sull’ambiente. Sebbene non abbia raggiunto il livello di una questione ufficiale per il governo dell’Unione Europea, il dibattito su come gestire i flussi turistici è iniziato.
Per proteggersi dall’overturism, alla fine di luglio di quest’anno il Consiglio comunale di Amsterdam nei Paesi Bassi ha deciso di vietare ai transatlantici l’ingresso nel porto della città nei prossimi mesi. Invece, le autorità della Sardegna hanno imposto restrizioni al numero di visitatori su diverse spiagge con l’obbligo di pagare una tassa da 1 a 10 euro, a seconda del tipo di trasporto utilizzato per visitarla.
Anche la capitale della Catalogna, Barcellona, ha sofferto di un flusso infinito di turisti, che si è intensificato solo dopo la fine della pandemia di COVID-19. Nella città, la cui popolazione ha più volte organizzato proteste contro il turismo eccessivo, è ora vietata la costruzione di nuovi hotel, ostelli o appartamenti in affitto nel centro. Una delle destinazioni di pellegrinaggio più popolari, Santiago de Compostela in Galizia, sta progettando di lanciare una tassa di soggiorno come un modo per combattere il turismo eccessivo. Le autorità locali stanno inoltre pianificando di istituire controlli sul numero di turisti nel centro storico della città.
Nell’ambito della campagna “Rispetta la città”, la famosissima città di Dubrovnik ha avviato un sistema di consegna dei bagagli per ridurre al minimo il rumore delle valigie con ruote sulle strade acciottolate del centro cittadino. Le nuove misure per controllare il turismo eccessivo includono anche il divieto di dormire nelle aree pubbliche, di urinare negli spazi pubblici, di salire sui monumenti, di comportarsi in stato di ebbrezza, di bere alcolici vicino a spazi pubblici protetti. Infine, anche Maiorca sta diventando un focolaio di proteste anti-turistiche. Lo statuto del comune di Calvia vieta ora di camminare “nudi o seminudi” per le strade; lo stesso vale per Palma (la capitale di Maiorca) e Playa de Palma.
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