ladra di biciclette

il bike blog di una giornalista a pedali, 3° premio Blog Adutei 2019, Giornalista Amica della Bicicletta Fiab 2018

Isnart: 4,7 milioni di italiani hanno fatto uso della bici nell’estate del 2020

Quanto vale il cicloturismo in Italia? Ma soprattutto, quanto ha prodotto nell’estate 2020 successiva al primo lockdown? Nell’indagine “Viaggiare con la bici, caratteristiche ed economia del cicloturismo in Italia” effettuata da Alberto Bazzucchi e Flavia Coccia di Isnart, a integrazione del 2° Rapporto sul cicloturismo presentato nella primavera del 2020 su dati 2019, si legge che nel 2020, gli italiani che hanno svolto vacanze tra luglio e settembre, scegliendo prevalentemente il mare (70%) sono stati poco più di 27 milioni, circa il 20% in meno rispetto allo stesso periodo del 2019. Di questi, la quasi totalità (96%) si è rivolta esclusivamente a destinazioni italiane. Puglia, Campania, Sicilia, Calabria hanno accolto quasi 10 milioni di turisti italiani, pari al 40% del totale, con notevoli incrementi registrati anche da Abruzzo e Umbria. Tra le attività maggiormente praticate nei contesti di vacanza dell’estate 2020 emergono su tutti il trekking (39%) e la bicicletta nelle sue varie forme (31%, con un’incidenza del 76% per la mtb, del 15% per l’ebike e del 9% per la bici da corsa). L’obiettivo di “praticare sport” (32%) ha assunto lo stesso peso delle tradizionali motivazioni della vacanza in Italia, la presenza di bellezze naturali e del patrimonio culturale. Il cicloturismo si conferma come un fenomeno in espansione: quasi la metà degli albergatori intervistati ha registrato un generale aumento delle presenze legate alle due ruote, in particolare in Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Umbria e Lazio, mentre in aree con una tradizione cicloturistica più consolidata come Trentino – Alto Adige, Veneto e Toscana hanno prevalso segnali di stabilità del fenomeno. In generale, le Regioni prevalentemente scelte dal cicloturista sono state Trentino – Alto Adige, Veneto ed Emilia Romagna, con la Calabria, l’Abruzzo e la Puglia che hanno fatto registrare cenni di vitalità.

4,7 milioni di cicloturisti e 4,1 miliardi di spesa

La scorsa estate, in base alle indagini Isnart, telefonate a campione effettuate su imprese ricettive e turisti italiani e stranieri, 4,7 milioni di italiani hanno fatto uso della bicicletta nel corso delle loro vacanze, pari al 17% del turisti, spendendo in totale 4,1 miliardi (una cifra che personalmente ritengo assolutamente incongrua se comparata ai 4,6 miliardi totalizzati nel corso di tutto il 2019, come si legge nel Rapporto presentato nella primavera del 2020). Nel totale, si sono distinte due tipologie di cicloturisti:

  • I duri e puri o hard-biker, pari al 47% dei cicloturisti, composti da chi ha usato la bicicletta come
    principale motivazione di vacanza e da chi ha fatto vacanze utilizzando la bicicletta come
    mezzo di spostamento da una località all’altra;
  • I morbidi o soft-biker, pari al 53% dei cicloturisti per cui l’uso della bicicletta ha riguardato escursioni e brevi spostamenti.

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regione di destinazione dei cicloturisti estate 2020
Dal 2° Rapporto Legambiente Isnart

Dati sul cicloturismo in Italia: da dove arrivano i turisti?

Nel Rapporto elaborato prima del lockdown primaverile del 2020, si affermava che in Italia il cicloturismo godeva di buona salute in Toscana ed Emilia Romagna, regioni che attirano i due terzi dei flussi totali. Buono era anche il flusso di cicloturisti che si muoveva dalle regioni del Nord diretti al Nord stesso (Veneto, Lombardia) così come quello Sud Nord. Parlando di estero, è senza dubbio la Germania il paese che nel originava il maggiore flusso interessato a una vacanza attiva in Italia, seguita da Francia, Stati Uniti e Regno Unito.

Nel 2019, il cicloturismo viene fotografato come un fenomeno che riguardava essenzialmente il Nord del Paese. Trentino Alto Adige, Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna si confermano il punto di partenza di quasi la metà dei cicloturisti italiani, seguite da Toscana e Piemonte. Le prime regioni meridionali che si incontravano a metà della graduatoria nazionale erano Campania, Calabria e Sicilia che assorbivano, rispettivamente, il 3% del movimento domestico complessivo. La regione che intercettava la fetta più consistente di questo flusso è il Trentino Alto Adige (30%), seguita da Lombardia (14%) e Veneto (10%). Nella vasta zona nordorientale del Paese che va dal Friuli Venezia Giulia alla Lombardia, passando per l’Emilia Romagna, transita quasi il 70% del cicloturismo.

L’asse nordoccidentale-centrale che dalla Valle d’Aosta e Piemonte arriva in Toscana investendo anche Marche e Lazio, assorbiva quasi un quinto dei flussi totali. L’area meridionale rappresentata da Sardegna, Puglia, Calabria e Sicilia raccoglieva il restante 10% dei flussi. Inoltre, se il peso del cicloturismo sulla domanda turistica complessiva era in media del 6%, nelle Regioni Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, a elevato grado di specializzazione sul cicloturismo, arrivava a incidere tra il 15 e il 20%.

Sul fronte internazionale, nel 2019, la sola Germania ha rappresentato oltre un quarto del movimento cicloturistico. Con i paesi vicini Austria e Francia si arriva praticamente al 60% del totale dei flussi d’ingresso in Italia. Dopo il Regno Unito come bacino di provenienza, il 2019 ha visto l’affacciarsi di paesi quali Polonia, Albania e Slovenia che insieme rappresentano insieme l’11% dei cicloturisti internazionali in Italia.

Presenze e pernottamenti di cicloturisti

Secondo Isnart, le presenze di cicloturisti rilevate in Italia nel 2018 raggiungevano i 77,6 milioni (+41% rispetto al 2013), equivalenti all’8,4% dell’intero movimento turistico. I ricavi del cicloturismo (PIB, Prodotto Interno Bici) avrebbero sfiorato così 7,6 miliardi di euro portando a 12 miliardi l’anno il valore attuale della ciclabilità in generale (+50% rispetto al 2017). Si stimava che i turisti che viaggiano sulla propria bicicletta fossero 1,9 milioni; i turisti che portano a seguito la bicicletta o la noleggiano a destinazione 4,2 milioni, per un totale di 6 milioni di cicloturisti, stranieri inclusi. Nel corso del 2019, come rivela il 2° Rapporto Isnart – Legambiente, il cicloturismo ha generato 55 milioni di pernottamenti pari al 6,1% del totale complessivo in Italia. I cicloturisti internazionali hanno rappresentato il 63% del totale. L’impatto economico della componente internazionale ha sfiorato i 3 miliardi di euro.

Quanto spendono i cicloturisti?

La spesa generata dal cicloturismo erano stata stimata nel 1° Rapporto relativo a dati 2018 in circa 7,6 miliardi di euro, pari al 43% della spesa legata alla vacanza attiva e al 9,1% dell’intera spesa realizzata in Italia in quell’anno nel settore turistico. La spesa media giornaliera del cicloturista si aggirava sui 66 euro; quella dei turisti ciclisti e dei turisti attivi si collocava intorno ai 76 euro. Il viaggio nel senso di trasferta è la voce più consistente della spesa: 191 euro; 313 euro per gli stranieri. Le spese di alloggio si attestanvano in media sui 55 euro al giorno, 64 per gli stranieri.

Nel 2019, la spesa complessiva, tra italiani e stranieri, è stata di 4,6 miliardi di euro nel 2019 pari al 5,6% dell’intera spesa turistica in Italia. La spesa media giornaliera per singolo cicloturista si è attestata sui 75 euro. 

Sosta cicloturistica tra i vigneti del Parco di Monte San Bartolo tra Pesaro e Gabicce

Sosta cicloturistica sulla Pesaro Gabicce nel Parco di Monte San Bartolo

La definizione di cicloturista

La Federazione Ciclistica Europea definisce il cicloturismo come l’attività di “visita ed esplorazione dei luoghi a scopo ricreativo, di uno o più giorni, incentrata in modo prevalente e significativo sull’uso della bicicletta per finalità di svago”. Più specificatamente, si considerano cicloturisti i turisti che svolgono vacanze della durata di almeno 1 notte per i quali la motivazione della vacanza è il viaggio in bicicletta, utilizzata come mezzo di trasporto, di conoscenza dei territori e parte integrante dell’esperienza. Ai fine delle analisi, questa tipologia di turismo si inserisce nel paniere del turismo sportivo il cui valore è stimato da EUROSPORT a 800 miliardi di dollari, pari al 10% della spesa turistica globale. In paesi come l’Australia e la Nuova Zelanda, tale tipologia di turismo rappresenta il 55% delle entrate turistiche.

Voci di spesa cicloturista II Rapport Isnart legambiente
Le voci di spesa del cicloturista, II Rapporto Legambiente Isnart

Il ruolo del cicloturismo nel turismo d’avventura

Secondo il rapporto Isnart Legambiente, quasi la metà delle entrate delle agenzie specializzate in turismo d’avventura deriva dalle vendite di viaggi in bicicletta e relativi servizi (fonte ATTA, Adventure Tourism Trade Association). Per l’ATTA, l’Europa sarebbe il secondo mercato di riferimento per il cicloturismo dopo gli Stati Uniti. In Europa, l’impatto economico del settore calcolato sui cicloturisti che pedalano sulla rete EuroVélo, come scrivo nell’articolo Tutti i numeri della bicicletta, è di circa 44 miliardi di euro generati da oltre 2 milioni di viaggi e 20 milioni di pernottamenti. In Francia il cicloturismo conta 16.000 addetti, 7 milioni di pernottamenti e un fatturato di 2 miliardi di euro. La Germania dichiara 5,5 milioni di cicloturisti e un fatturato di 5 miliardi. Austria, Danimarca, Paesi Bassi e Svizzera sono tra i paesi che maggiormente hanno puntato su questo segmento.

400 biciclette su ogni 1000 abitati

Nel nostro paese si contano 440 biciclette ogni 1000 abitanti; nei Paesi Bassi o in Germania il rapporto è quasi di 1 a 1. Sempre in Italia, 12 sportivi su 100 dichiarano di praticare il ciclismo, inteso come attività sportiva non agonistica, pari a circa 2,4 milioni di persone.

cicliste non professioniste alla gravel ride di primavera di Turbolento
Amiche cicliste non professioniste alla Gravel Ride di Primavera di Turbolento

Cicloturisti e turisti in bicicletta: +41% versus 2013

Se le presenza cicloturistiche, nel 2018, in Italia sono state 77,6 milioni, è opportuno sottolineare che 21,9 milioni rientrano nel cluster del cicloturista puro, un numero che equivale al 13% delle presenze generate dal turismo attivo e al 2,4% del totale nazionale. Ad avere un ruolo ancora più rilevante sono i “turisti ciclisti” che, nell’ambito di una vacanza attiva, utilizzano anche, ma non esclusivamente la bicicletta come mezzo di scoperta di un territorio oltre che di pratica sportiva. Nei dati Isnart Legambiente del 1° Rapporto rappresentavano 55,7 milioni di presenze. Il ritmo di crescita del cicloturismo (+41% rispetto al 2013) è risultato quasi quattro volte superiore alla media nazionale, soprattutto grazie alla notevole espansione dei turisti ciclisti le cui presenze sono aumentate del 51%. Una crescita che nel 2020 si è bruscamente arrestata.

Di che sesso è il cicloturista?

La presenza maschile è generalmente più ampia anche se il divario di genere tende ad assottigliarsi sensibilmente. La classe demografica più rappresentata è compresa tra i 21 ed i 40 anni; gli ultra sessantenni raggiungono il 19% del totale.

Quanto rende una pista ciclabile?

Il rapporto Cicloturisti e Cicloturismo in Trentino – Alto Adige del 2010 stabilisce che ogni chilometro di pista ciclabile possa rendere 250.000 euro l’anno. Lo studio Isnart sottolinea che questo dato può essere considerato una pietra di paragone per tutta la rete ciclabile nazionale solo a patto che sia mantenuto lo stesso standard qualitativo. La Ciclovia del Garda calcola ricavi per chilometro inferiori a causa dell’alto costo di progettazione. La Sardegna, con i 1230 km previsti dal progetto Ciclovia della Sardegna, indica un costo chilometro di circa € 100K/km a fronte di un ricavo di € 162K Km/anno. Inserita nelle Ciclovie Turistiche Nazionali, la Ciclovia Tirrenica, con un costo che oscilla tra € 200K/km nel tratto ligure e € 140K/km in Toscana, vedrà solo € 66K/km di ricavi annui.

ciclovie turistiche nazionali
Le ciclovie turistiche nazionali, courtesy G. Senes

Nel complesso, è noto che nel 2017 la lunghezza delle piste ciclabili presenti nei comuni capoluogo di provincia/città metropolitana è pari a 4.541 km, aumentata di 177 km nell’arco di un anno. La densità di piste ciclabili in queste città risulta essere, nel 2017, di 23,3 km per 100 km2 di superficie rispetto ai 22,4 km del 2016. Legambiente – Isnart stimano che lungo la penisola italiana corrano oltre 58 mila km di itinerari cicloturistici. I 3.250 km di percorsi cicloturistici del Trentino – Alto Adige attiravano ogni anno, fino al 2019, circa 16 milioni di presenze turistiche su un movimento complessivo di oltre 100 milioni, attivando un volume d’affari di oltre 1 miliardo di euro. Questo significa che ogni chilometro di ciclabile, che ha un costo di costruzione tra i 30.000 e i 170.000 euro e oneri di manutenzione tra i 2.000 e i 6.000 euro annui al km, è in grado di generare un impatto economico medio annuo di circa 338 mila euro. Se l’intera rete ciclabile italiana fosse stabilmente impiegata, l’impatto del cicloturismo sarebbe in media quintuplicato. In 9 regioni su 20 si potrebbe stimare un incremento superiore di 8 volte rispetto all’attuale.

strade a bassa percorrenza di traffico per il cicloturismo in Emilia Romagna
Strada a bassa percorrenza di traffico nei dintorni di Vigoleno

Le strade ad alta intensità ciclistica

Il 1° rapporto Isnart Legambiente si concludeva sottolineando l’importanza di una riclassificazione che introducesse, oltre alle precisazioni contenute nella Legge 2 del 2018 (vedi il mio articolo Le parole utili a chi viaggia in bici) anche il concetto di strada ad alta intensità ciclistica per le strade secondarie, a bassa percorrenza di traffico, molto utilizzate dai ciclisti. Ci si augura, infine, di estendere il concetto di ciclovia a quello di itinerario cicloturistico ibrido mettendo così in sicurezza anche le strade non necessariamente a basso traffico veicolare, ma comunque ad alta intensità ciclistica.

 

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