Una curva presa in velocità senza avere (troppa) paura. Una discesa nel bosco, di cui non si vede la soluzione. Un residuo di fiato ancora in corpo nonostante la sequenza delle salite. Arriva un’altra prima volta. E porta con sé momenti di non trascurabile felicità. Per me è stata, qualche anno fa, una bike academy di sole donne, in bici da corsa. Una settimana di “scuola” sulle strade del Chianti, in Toscana: chilometri come banco, curve come materia di studio. Come prof, il team tutto maschile di InGamba: coach, guida, meccanico e, per rendere la pillola più dolce, anche il massaggiatore dedicato. Ho trascorso 5 giorni su una Pinarello Dogma dotata di cambio elettronico, tra i vigneti pettinati, i boschi di lecci, il Medioevo incastellato, i cipressi che spuntano come piume da un cappello, dietro i casolari di pietra.
Bike academy al femminile nel Chianti
L’idea di ricostruire, con i dovuti aggiustamenti, l’allenamento del ciclista professionista è dell’ex corridore Joao Correia, portoghese di nascita ma californiano da tempo, che ho conosciuto con Michil Costa, presidente del comitato organizzatore della Maratona delle Dolomiti, all’Hotel La Perla di Corvara. La scoperta di un posto piccolo e genuino come il bed&breakfast Borgolecchi, a Lecchi in Chianti, lo portò a ideare i primi tour nel territorio di Gaiole in Chianti (da cui parte l’Eroica) che prevedevano, oltre alla bicicletta, anche pranzi e cene in posti come il Castello di Ama e l’Osteria le Panzanelle di Lucarelli. Joao si è poi allargato all’Alentejo, in Portogallo, alle Dolomiti, alla Provenza, alla Catalogna, alla California. Quando l’ho incontrato tra le nevi dell’Alta Val Badia, mi ha invitato a unirmi alla Women’s Week, la bike academy al femminile, nel Chianti.

Una geometria ininterrotta di curve
Così ogni mattina, in bilico tra curiosità e incoscienza, ho affrontato il paesaggio mosso tra San Donato in Poggio, Castellina, Gaiole in Chianti e Castelnuovo Berardenga. Cinquanta, sessanta chilometri a uscita. Un saliscendi continuo. Una geometria ininterrotta di curve. Un drastico cambio di scena dalle piatte campagne lombarde.
La prima lunga salita tra Monti in Chianti, 470 metri, fino a Brolio, già mi mette in crisi. Il coach guida Rudy Napolitano, ex professionista, newyorkese, non mi ha perso d’occhio un istante. Al primo cedimento, ha cominciato a spingermi. Non sono una di quelle che pensano di non dover chiedere aiuto mai. Meno male. Giorno due: il dislivello sale. Da Gaiole verso nordest, in direzione di Badia a Coltibuono, si toccano i 690 metri. Ed è dura anche arrivare a San Donato in Poggio da quel gioiello di borgo che è Castellina che attraversiamo sotto un camminamento a volte medievale. Da San Felice a Pianella è puro compiacimento paesaggistico: la quintessenza della ruralità dolcemente addomesticata di questo spicchio di Toscana. Da Pianella, per tornare a Lecchi, dopo aver fatto 50-60 km ogni mattina, con dislivelli totali che superano i 900 metri, c’è una salita maledetta di nemmeno 3 km. È lì che Rudy mi ha quasi sempre spinta, combattendo con la forza di gravità.
L’ebbrezza della discesa
Sono ripartita. Sfinita e incredula dei saliscendi che ero già riuscita a fare. Io donna di pianura, pugliese trapiantata da infinito tempo a Milano. Ho scoperto, all’inizio della mia avventura con la bicicletta, di potermi stupire ancora. Di poter spingere i miei limiti un pochino più in là. Con delicatezza. Ma anche rischiando un po’. E ho anche capito che la velocità della discesa dà un’ebbrezza cui non si vorrebbe più rinunciare. Che faccio adesso delle noiose pianure lombarde?
Questo articolo è uscito qualche anno fa nella mia rubrica Il Lato Bici su iodonna.it. Ve lo ripropongo perchè attuale. E’ un invito alle donne della bicicletta a provare una bike academy, una settimana di allenamento in cui si imparano molte cose. D’inverno vanno le academy alle Canarie. Provate a sentire Bike Division. O Elena Martinello che organizza la sua academy di MTB a Massa Vecchia, in Toscana, con il nome di Ride like a girl project.