Pressione alta: arriva l’assegno sociale mensile, come accedere all’aiuto

Chi soffre di ipertensione ha diritto ad alcuni benefici economici. Tra i più diffusi, c’è l’assegno sociale. Vediamo quando spetta.

Una larga fetta di popolazione è affetta da ipertensione, la patologia che viene comunemente chiamata “pressione alta”. La diffusione di questa malattia ha varie cause: l’età, la predisposizione genetica, o le cattive abitudini di vita (come fumo, alcool, dieta ipercalorica e sedentarietà).

Come ottenere un assegno sociale mensile se si soffre di pressione alta
Molte persone soffrono di ipertensione arteriosa, ma non tutti sanno che è possibile ottenere un assegno sociale mensile (ladradibiciclette.it)

Chi soffre di ipertensione ha i valori della pressione sanguigna più alti della norma e rischia lo sviluppo di sintomi molto gravi, come problemi cardiaci e ictus. Per questo motivo, è necessario sottoporsi con costanza a esami e visite e monitorare la situazione. In particolare, bisogna allarmarsi quando la massima supera i 200 mmHg e la minima i 120 mmHg.

I soggetti affetti da ipertensione che hanno avuto delle forti ripercussioni sulla salute e sulla capacità lavorativa possono richiedere il riconoscimento dell’invalidità civile e accedere ad una serie di benefici economi. In alcuni casi, si può ottenere l’assegno ordinario d’invalidità, ecco quando.

Ipertensione arteriosa: in quali ipotesi dà diritto all’assegno ordinario d’invalidità?

Se l’ipertensione arteriosa ha delle incidenze negative sulla propria attività lavorativa, determinandone un calo, l’interessato può domandare che venga riconosciuto un determinato grado di invalidità. In particolare:

Di quali agevolazioni si può godere con la pressione alta
Chi soffre di ipertensione può richiedere l’invalidità civile e accedere a una serie di benefici (ladradibiciclette.it)
  • L’ipertensione arteriosa non complicata dà diritto ad una percentuale del 10%;
  • L’ipertensione arteriosa non controllata e non complicata consente di ottenere una percentuale compresa tra l’11% e il 20%;
  • L’ipertensione arteriosa con iniziale compromissione cardiocircolatoria permette di avere una percentuale tra il 21% e il 30%;
  • La cardiopatia ipertensiva con alto fattore di rischio cardiovascolare e impegno cardiaco medio dà diritto ad una percentuale dal 31% al 50%;
  • La cardiopatia ipertensiva con impegno cardiaco medio-severo attribuisce una percentuale tra il 51% e il 70%;
  • La cardiopatia ipertensiva con impegno cardiaco severo consente l’attribuzione di una percentuale che va dal 71% all’80%;
  • La cardiopatia ipertensiva con scompensi permette di ottenere una percentuale compresa tra l’81% e il 100%;
  • Le arteriopatie ostruttive croniche attribuiscono una percentuale che va dal 5% al 100%;
  • L’aneurisma dell’aorta permette il riconoscimento di una percentuale di invalidità dal 21% all’80%;
  • Le patologie derivanti dalla cardiopatia ipertensiva (ad esempio, una patologia psichica o sensoriale, oppure una minorazione fisica) determina il riconoscimento dell’handicap grave e la fruizione dei benefici stabiliti dalla Legge n. 104/1992.

A seconda del grado di invalidità riconosciuta, l’interessato può beneficiare di agevolazioni fiscali, permessi e congedi lavorativi. Nell’ipotesi in cui, invece, l’ipertensione arteriosa provochi un’inabilità occupazionale con riduzione della capacità di lavoro superiore a un terzo, si può richiedere all’INPS l’erogazione dell’assegno ordinario d’invalidità, pari a 333,33 euro al mese, per 13 mensilità. Dopo 3 anni, la prestazione si tramuta automaticamente in pensione di vecchiaia.

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