Venti km, una pendenza media del 7,4%, massima del 10,2, con un dislivello di 1.404 metri. Questo è il pedaggio da pagare per arrivare, da Luz Saint Saveur, negli Alti Pirenei, al Col du Tourmalet, il passo montano ciclistico più famoso del Sud della Francia: mitico quanto il Mont Ventoux, tappa fissa o quasi del Tour de France e di chiunque approcci i Pirenei in bicicletta. Il Tour de France 2019 ci passa il 20 luglio 2019 nella tappa Tarbes – Tourmalet, la 14°. Ma il legame del Col du Tourmalet, la cui altimetria è 2.115 metri, con la bicicletta è ben più antico. La prima corsa ciclistica sul passo del Tourmalet risale al 18 agosto 1902, un Concorso di bici da turismo organizzato dal Touring Club de France. Il Tour de France ci è passato per la prima volta nel 1910, nella tappa Bayonne – Luchon. All’arrivo, il vincitore Octave Lapize definì, con un fil di fiato, “assassini” gli organizzatori che lo avevano inserito nel percorso. Il Colle del Tourmalet è famoso anche presso la NASA. E’ sull’Osservatorio del Pic di Midi, sopra la vetta del Tour, che nel 1963 l’ente americano, in virtù della trasparenza del cielo, installò il telescopio che scattò le immagini del Photographic Lunar Atlas che servirono a realizzare le carte lunari per l’allunaggio del luglio del 1969.
Il Col du Tourmalet in bicicletta
Scandito ad ogni chilometro da pannelli che segnalano i chilometri rimanenti all’arrivo e la pendenza media del chilometro successivo, il Tourmalet è una delle vette del Tour de France a tutti gli effetti. Fa parte infatti della Strada dei Passi Mitici del Tour de France negli Alti Pirenei: 120 km che snocciolano anche il Col d’Aubisque, del Soulor, d’Aspin, d’Azet-Louron e di Peyresourde, i passi che nel 2018, per la prima volta sono stati chiusi al traffico motorizzato per un’intera settimana, dalla fine del Tour de France.
L’operazione chiusura, chiamata Pyrénées Cycl’n trip è sostenuta dall’agenzia di viaggio specializzata la Boutique des Pyrénées che si occupa si prenotare il pernottamento e spostare i bagagli. Nell’estate del 2019 si ripete nelle date dal 22 al 26 luglio. Ogni giorno, dalle 9 alle 12, due o tre dei passi mitici dei Pirenei sono a rotazione, come i passi dolomitici nel Sellaronda Bike Day e durante la Maratona dles Dolomites, chiusi al traffico delle auto.

Pirenei in bicicletta
La salita al Tourmalet offre la stessa pendenza media sia che la sia affronti da est sia da ovest. Io l’ho intrapresa da ovest in bicicletta e da est in auto e ballando. Tra tango e stelle ecco la mia prima volta nei Pirenei in bicicletta.
1° giorno, la Riserva del Cielo Stellato
Una strada di campi di mais e paesini costruiti con i ciottoli di fiume, mi sta portando da Tarbes verso le nuvole, prima della Spagna, al di qua del Cammino di Santiago. Sono qua, per ritrovare un vecchio amore: il tango, da ricercare nelle milonghe del Festival di Tarbes, il più antico di Francia. A Beaudéan, di passaggio verso l’Osservatorio Astronomico del Pic du Midi, ci salutano i pupazzi di pezza, le Mounaques. A tutt’altezza e vestiti di tutto punto, sono coppie, vecchietti, bambini o ciclisti seduti su panchine e davanzali che ricordano la vecchia usanza di frapporre ostacoli tra l’amato e la casa dell’amata, prima del fidanzamento.

Il fiume Ardour scorre allegro lungo la strada con i suoi massi affioranti. Nel cielo nessuna promessa di un tramonto più ampio. A Ste Marie de Campan si lascia l’indicazione per il Col d’Aspin e i bei boschi del Lago di Payolle per virare a ovest verso il Col duTourmalet. La strada comincia a salire. Avevo 28 anni quando sono venuta per la prima volta a bagnarmi in questi ruscelli, in compagnia di un uomo, una chioma di immensa di capelli bruni e altrettante illusioni.
Da La Mongie si comincia a sentire l’altitudine e a intravedere i picchi, le vette puntute di cui sono fatti i Pirenei, granitici e meno soggetti all’erosione. La strada è stretta e l’asfalto ricucito nel mezzo. Con il traffico motorizzato non è facile per i ciclisti. Sarebbe meglio evitare luglio e agosto o venire alla fine del Tour de France quando i passi vengono chiusi a traffico come nelle Dolomiti.
Stasera, comunque, ho con me solo le scarpe da montagna e i sandali da tango. Immersa nel schiuma impalpabile delle nuvole, con due tronconi di cabinovia, sto per salire a 2.877 metri di altitudine e a 4° di temperatura. Dopo 3 anni dedicati alla bicicletta, riprendo stasera a ballare il tango: per sua natura così notturno, così intimo, così impegnativo per le gambe, entrato presto in contrasto con la solare e sociale pedalata sportiva.

L’Osservatorio del Pic du Midi
La milonga è organizzata sulla terrazza panoramica dell’Osservatorio del Pic du Midi. Un osservatorio nato meteorologico, 140 anni fa, il più antico di montagna nel mondo, dotato di cupole (una eccezionalmente equipaggiata per l’osservazione del Sole), di planetarium, di un piccolo museo, di un quartiere scientifico, di ristorante e camere che possono ospitare fino a 27 persone per la notte. Aperto al pubblico solo nel 2000, anno di costruzione dell’attuale telecabina, l’Osservatorio è stato meta fino al 1952 di trekker e scienziati che ci arrivavano a piedi o a dorso d’asino. Il Pic du Midi è anche Riserva Internazionale del Cielo Stellato: la sua localizzazione di avamposto rispetto al massiccio dei Pirenei fa sì che l’aria sia pura, stabile, priva di inquinamento, ideale per l’osservazione delle stelle.
Le nuvole del tango
Stelle che non ho visto. Ho ballato sulla terrazza di cemento, una pista per niente adatta, avvolta dalle nuvole, con luci rosse, a terra, che proiettavano effetti onirici. Quanto è bastato per accendermi, pur nel freddo dell’altitudine, un tepore interiore e invasivo: la nostalgia del tango.

Che cos’è il tango (ciclisti astenersi dalla lettura)
Incontro ravvicinato, negoziazione dello spazio condiviso, rimedio omeopatico contro la fascinosa decadenza di Buenos Aires, il tango prende forma a fine 1800 sulle sponde del Rio del la Plata. Nasce alle periferie di Buenos Aires e Montevideo, evoluzione di quella camminata apparentemente stanca, al tempo goffa e arrogante, dei gauchos della Pampa ormai inurbati. A quel tempo, l’ondata di emigranti dal Vecchio Mondo produce un ibrido sociale che, in mancanza di una lingua unica, comunica sulle note del bandonéon, lo strumento portato dagli ungheresi, dai francesi e dai tedeschi che sostituisse l’organo nelle messe dei villaggi.
Miscela unica di musica, poesia cantable e ballo di coppia, il tango è una possibilità infinita. Con i suoi testi, aveva osservato cinicamente Borges, ci si potrebbe scrivere l’unica Divina Commedia argentina. La metafisica dello sradicamento, degli incontri fuori tempo e della perdita imminente trovano argine, nel ballo, in una geometria precisa, ma improvvisata di passi e sequenze: un disegno di passi avanti, indietro e laterali, “otto” e mezze lune, le figure tracciate dai piedi sul terreno, segnate da accelerazioni, decelerazioni e fermate all’interno del cilindro dell’abbraccio.
L’uomo propone e la donna, impercettibilmente in ritardo, risponde, in un gioco di resistenza e di fluido galleggiamento al suolo proprio al tango. Estranei, ci si accosta e ci si allaccia, seno a petto, fronte a tempia, pronti a camminare in linea retta nella direzione contraria a quella delle lancette dell’orologio. Prendersi e lasciarsi, risucchiarsi e respingersi, riconoscersi e voltare il capo. Nell’impossibilità, ancora una volta qui nelle nuvole, sotto un cielo che di suo è senza dubbio stellato, di diventare uno.

2° giorno: il Col del Tourmalet in bicicletta (tanguero astenersi)
La bicicletta mi aspetta a Luz-Saint-Saveur da Ardiden Vélo. Il Col du Tourmalet è il più alto nel Parco Nazionale dei Pirenei, ma non il maggiore nella catena montuosa che ha sul versante francese paesaggi più verdi, meno desertici e dirupati che in quello spagnolo. Inigo Collins, con i genitori proprietario del negozio e servizio di noleggio Ardiden, mi segnala il Cycling Lodge di Saint Savin, poco lontano, come buona base di alloggio bike friendly per una prossima volta nei Pirenei in bicicletta. So che anche la vicina Lourdes, servita dall’Italia da voli Ryanair, persa buona parte dei suoi pellegrini, vorrebbe riconvertirsi in chiave bike friendly, vista la sua prossimità ai grandi passi dei Pirenei. Lo ha già fatto l’Hotel Alba aprendo il Bike & Py, un locale a più anime, tipo bike café, in cui si noleggiano bici, si organizzano tour, si compra una maglia o un cafè.
Il Col du Tourmalet è una bella salita di 19 km, da ovest una successione di tornanti non troppo stretti e lunghi rettilinei dove, in discesa, a lasciarsi andare, si prendono velocità notevoli. Intorno un paesaggio squisitamente di montagna: mucche in libertà, case di granito trasformate in locande come l’Auberge la Couquelle, impianti di risalita all’altezza di Barèges. Nel complesso niente da mozzare il fiato. Spezzano il fiato senz’altro gli ultimi tornanti e l’ultimo chilometro al 10% di pendenza, tra la nuda roccia, l’Osservatorio del Pic du Midi, a vista, oggi con lo sfondo del cielo sereno. All’apice, ecco la statua del ciclista Octave Lapize. Al ritorno, mi attendeva un semi bagno rinfrescante, nelle acque del Bastan, con la mia border Laya.
La Route du Tour de France
Prima o poi, anche il passo del Tourmalet sarà mappato come emblematico, nell’ambito del progetto Route du Tour de France lanciato dalla società organizzatrice, l’ASO che intende lasciare un segno permanente sulle sue grandi salite. Il Col d’Isoard è stato il primo a essere etichettato nel 2017. Quest’anno è toccato al Col du Portet, lo straordinario valico a 2.215 metri, i cui ultimi 7 km, da sempre sterrati, sono stati asfaltati in occasione del Tour di quest’anno. Perché non farlo anche per la grandi salite del Giro? Altre informazioni sugli Alti Pirenei in bicicletta: www.pyrenees-cyclo.com: itinerari, noleggiatori, alloggi, meteo.
Le parole utili per viaggiare in bici in Francia
In Francia, si utilizza la seguente terminologia, da tenere a mente se state programmando un viaggio in un paese francofono:
• véloroute o itinéraire cyclable: ciclovia
• bande cyclable: corsia ciclabile
• piste o axe cyclable structurant: pista ciclabile in sede separata
• piste vélo: pista ciclabile
• autoroute à vélo: autostrada per le biciclette
• piste unidiretionnelle sur trottoir: corsia ciclabile a un senso sul marciapiede
• double-sens cyclable: senso unico eccetto bici o contro senso ciclabile
• voie verte: via verde o ciclopedonale aperta a tutti i veicoli non motorizzati
• sas cycliste: zona franca tra le strisce pedonali e la linea d’arresto delle auto ai semafori.