Non commettere questi errori con la pensione: rischi grosso e puoi perderla definitivamente. Il CAF lancia l’allarme.
I requisiti per andare in pensione nella maggioranza dei casi, come ben si sa, sono avere un’età minima di 67 anni ed aver versato almeno 20 anni di contributi. Molti sono i cittadini che vorrebbero lasciare il lavoro diversi anni prima, o che non sono affatto soddisfatti dell’importo pensionistico percepito.
All’ordine del giorno sono diffuse le situazioni in cui le prestazioni sono davvero basse o addirittura sono andate perse. Oggi, più che mai, bisogna prestare massima attenzione: rischi di non ottenere la pensione se commetti alcuni errori e dimenticanze. I CAF hanno lanciato l’allarme. Dunque, ti consigliamo di leggere con cura ciò che stiamo per rivelarti.
Un fatto molto importante a cui prestare attenzione e valutare con scrupolosità è l’età in cui accedere alla prestazione. Troviamo delle situazioni in cui il riscatto di periodi non lavorativi può essere super vantaggioso. Questo soprattutto quando permette di raggiungere il numero minimo di anni di contributi necessari per la pensione.
Ad esempio, il periodo di servizio militare può essere riscattato gratuitamente. In alternativa, si può rischiare di non raggiungere i 20 anni di versamenti richiesti per la prestazione e, così, dover ricorrere ai contributivi puri e attendere fino a 71 anni. Inoltre, chi rientra nel sistema misto potrebbe non riuscire mai a raggiungere il pensionamento e, di conseguenza, accontentarsi dell’assegno sociale.
Un altro errore è scegliere una misura penalizzante per il calcolo della pensione, rispetto ad una più vantaggiosa. Qualche esempio può essere la Quota 103 nel 2024. Ma parliamo anche di chi ha maturato i requisiti per le misure precedenti, come la Quota 100, che può approfittare della cristallizzazione della legge per evitare sanzioni in quelle successive.
La Quota 103, a partire dal 1° gennaio, introduce diversi limiti agli importi della pensione. Tali vincoli non si applicano alle Quote 100, 102 o alla sua versione precedente, e rende tali opzioni molto più favorevoli. Proseguendo, un grave errore è quello di non sfruttare le integrazioni al trattamento minimo e altre somme aggiuntive previste dalla normativa vigente.
Questi vantaggi, però, non vengono applicati automaticamente dall’INPS. Deve essere effettuata la domanda da parte degli interessati. Omettere di presentare le proprie dichiarazioni reddituali all’INPS impedisce di ricevere tali somme aggiuntive. È il caso della quattordicesima mensilità, gli assegni per il nucleo familiare, le maggiorazioni sociali e l’incremento al milione. Ciò causa il fenomeno dei diritti pensionistici inespressi.
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