Alcuni contribuenti possono andare in pensione con 3 anni di anticipo. Quali sono i requisiti per questa incredibile opportunità?
Attualmente, la normativa previdenziale italiana prevede che la pensione di vecchiaia ordinaria possa essere richiesta al raggiungimento di due requisiti: un’età anagrafica di 67 anni e una contributiva di almeno 20 anni. Ci sono, però, delle ipotesi in cui è consentito anticipare l’uscita dal mondo lavorativo di qualche anno.
Nel corso delle varie legislature, i Governi hanno introdotto una serie di misure di flessibilità, a favore di coloro che non possiedono i presupposti per la pensione di vecchiaia. Ne sono un esempio Quota 100, Quota 41 per i lavoratori precoci, Opzione Donna e Ape Sociale. Si tratta, però, di soluzioni non strutturali, che potrebbero subire delle variazioni nel tempo o, addirittura, essere abolite.
In alternativa, chi non ha ancora compiuto 67 anni di età ma possiede 20 anni di contribuzione, può ugualmente accedere al pensionamento, perché esiste uno strumento che consente di anticipare il congedo con soli 64 anni di età. Per usufruirne, tuttavia, servono alcuni requisiti. Scopriamo quali sono.
I contribuenti che hanno 20 anni di contributi e 64 anni di età possono beneficiare della pensione anticipata contributiva e uscire dal mondo del lavoro ben 3 anni prima. Tale possibilità, però, non è rivolta a tutti i dipendenti ma solo ai cd. contributivi puri, ossia coloro che hanno iniziato ad accreditare i versamenti previdenziali dopo il 31 dicembre 1995.
Affinché i nati nel 1960 smettano di lavorare nel 2024 o i nati nel 1961 smettano nel 2025, è necessario che la pensione maturata abbia un importo non inferiore a 3 volte l’Assegno sociale, che, per l’anno in corso, è pari a 534,41 euro. Di conseguenza, l’ammontare della pensione anticipata contributiva non può essere inferiore a circa 1603 euro al mese.
Questo significa che, per percepire un assegno di tale entità, con 20 anni di contribuzione, servono degli stipendi molto elevati nel corso della propria carriera lavorativa. Bisogna, infatti, considerare che, ogni mese, il dipendente accantona il 33% della retribuzione lorda utile ai fini pensionistici.
La pensione anticipata contributiva presenta una serie di vantaggi soprattutto per le donne nate nel 1960, specialmente per coloro che hanno avuto figli. Le lavoratrici che ne hanno almeno uno, infatti, possono smettere di lavorare con 64 anni di età e 20 di contributi se maturano un assegno pensionistico pari a 2,8 volte quello sociale (ossia 1496 euro al mese); coloro che, invece, hanno 2 o più figli, devono maturare un importo minimo di 2,6 volte l’Assegno sociale (ossia 1388 euro).
Stando ad alcune indiscrezioni, Ballando con le Stelle 2024 starebbe partendo già male a causa…
Alessandro Vicinanza e Roberta Di Padua di Uomini e Donne hanno un grande sogno per…
Non è stato un anno facile per re Carlo, il sovrano si trova ora a…
Meglio non iniziare una relazione con questi segni, sono talmente insensibili che ti faranno solo…
Secondo l’oroscopo dell’amore ci sono quattro segni zodiacali che proprio non possono fare a meno…
Questo autunno torna l'iconica calzatura femminile Slingback: quali sono le novità in arrivo, come indossarla…