ladra di biciclette

il bike blog di una giornalista a pedali, 3° premio Blog Adutei 2019, Giornalista Amica della Bicicletta Fiab 2018

Aspettando la RadMarathon. Ritratto dell’Ötztal, la valle amica della bicicletta

Possiedo un passaporto della Bike Republic di Sölden, la stazione montana più nota della Ötztal, la valle tirolese che per 70 km si allunga da Haiming, tra i ghiacci, fino a Passo Rombo, al confine con la Val Passiria. Possiedo un passaporto da cittadina ciclista, senza alcun merito se non quello di essere venuta fin qui a curiosare, scrivere e pedalare nella valle da cui è partita, il 1 settembre 2019, la celeberrima quanto fatidica Ötztaler RadMarathon. Il passaporto equivale, con le dovute differenze, alle credenziali della Via Francigena: viene timbrato agli impianti di risalita che conducono ai single trail, i sentieri di montagna utilizzati dalle mtb e da chi cammina, e ai flow trail, i sentieri da mtb costruiti ad hoc, a Sölden, in questi ultimi anni. Il tema era destagionalizzare. Sölden riceveva 2 milioni di pernottamenti l’anno nella stagione invernale, in virtù dell’altitudine delle sue cime (l’Ötztal è la valle con la maggiore concentrazione di 3000 metri in tutto l’arco alpino) e della neve sicura. Come non far morire la stazione d’estate?

Ötztal, pista ciclabile
Veduta dalla ciclabile dell’Ötztal

Ötztal: la Bike Republic di Sölden

L’ideazione di una Bike Republic che potesse diventare attrattiva per i mountain biker di ogni livello ed età risale al 2015, anno in cui fu creato da zero il Teare Line, il primo flow trail privo di sassi e radici, perfetto per l’adrenalina da mtb. I sentieri sono adesso 24: 9 flow e 15 single trail. La Repubblica ha una sua Festa Nazionale, il 6 agosto, celebrata con la Trail Master Challenge per professionisti e dilettanti; un suo inno e il suo merchandise, regalato all’accumularsi di timbri. Gli impianti sono aperti da giugno a fine settembre (in passato solo in luglio e agosto), i sentieri battezzati con nomi del dialetto locale (patrimonio intangibile Unesco) e i kids club della stazione montana, da 15 sono diventati 150. La Repubblica è felice. Il marketing pure. Data l’affluenza, si dovrà ben presto correre ai ripari: separare chi cammina da chi pedala. L’ipotesi è quella di lasciare il costone occidentale, dotato degli impianti di risalita che caricano le biciclette, alla mtb (nell’estate del 2020 s’inaugurerà il nuovo tracciato tecnico che parte dal ghiacciaio Rettenbachferner); e consegnare i sentieri del costone orientale alla felicità dei camminatori.

la ciclabile di 52 km dell'Ötztal
Un tratto della ciclabile tra alte montagne

La pista ciclabile dell’Ötztal

Con questo passaporto nello zaino, dotata di border collie “ciclista” al seguito, una mattina d’estate mi sono messa a pedalare lungo la ciclabile della valle dell’Ötztal. Un progetto interessante: 52 km su fondo misto, asfalto, ghiaia e terriccio di bosco, per risalire, da Haiming, a 670 metri, a Sölden, 1.377 metri, lungo l’Ötztal senza mai tagliare o attraversare la strada dove scorre il traffico motorizzato. I lavori sono ancora in corso: ci sono alcuni tratti in preparazione, altri con deviazioni improvvisate che dal fondovalle salgono arditamente nei boschi. Nel mezzo, la ciclabile, ancora mal segnalata, scorre lungo il fiume Ötztaler Ache, tra pianori e radure erbose dove un tempo si coltivava la canapa. Il video di Rapha, a questo link, realizzato in occasione dei Mondiali del 2018, cattura qualche bella immagine della ciclabile.

Laya ha fatto fatica lungo i 15 km che separavano Längenfeld (1.180 metri) da Sölden. Ma i suoi polpastrelli, alla fine, erano sani. E il sonno profondo che l’ha presa nel pomeriggio mi ha consentito di scrivere tutto d’un fiato.

border collie sul fiume Ache nell'Ötztal
La mia border collie Laya sul fiume Ache

La fatidica granfondo dei 4 passi

A Sölden mi hanno raccontato della RadMarathon, l’impresa ciclistica nata nel 1982 tra le più ardite in Europa, che cade ogni anno di domenica, l’ultima settimana di agosto e non oltre il 2 settembre. La 39° edizione, il 1 settembre 2019, dedicata alla Marmotta, ha venduto 4.000 pettorali estratti da 15.00 richieste d’iscrizione paganti, al costo di 5 euro, raccolte tra il 1 e il 28 febbraio. Numeri che, rispetto alla Maratona dles Dolomites, non mi suscitano sorpresa.

Passo Rombo durante la RadMarthon ciclistica
Una veduta di Passo Rombo durante la granfondo

Il percorso della RadMarathon

Gli altri dati sì che mi incutono timore. Il percorso unico della Ötztaler RadMarathon, 238 km, ha un dislivello positivo di 5.500 metri. Si parte da Sölden, a 1.377 metri, per scivolare in discesa lungo la valle fino a Oetz, a 800 metri. Da qui si affronta il primo dei 4 passi, il Kühtai a 2020 metri, per poi scendere a Innsbruck, a 600 metri, puntare sul Brennero, a 1377 metri, lasciarsi alle spalle San Leonardo in Passiria in Alto Adige, e affrontare Passo Giovo, a 2.090 metri. L’ultimo passo, il Rombo ha un’altitudine di 2.508 metri. Un dislivello fatidico, come le tre streghe-sorelle dell’Amleto di Shakespeare. Solo chi porta al termine la gara riceverà, all’arrivo la maglia Sportful, quest’anno giallo-arancione, unisex vista la presenza minima delle donne cicliste, appena il 2-3% (alla Maratona dles Dolomites arrivano al 10%). I passi sono naturalmente chiusi al traffico, a fasce orarie.

Biciclette gratis sui mezzi pubblici

Raccolte queste inquietanti informazioni, ho caricato la bicicletta e Laya sul bus pubblico che fa servizio per tutto l’Ötztal, dotato di rimorchio per le bici, e sono rientrata in hotel. Se prendete un bus con la bici al seguito consiglio di stare molto attenti: alla fermata, se non correte a dire all’autista che dovete scaricare la bici dal carrello, la bicicletta ripartirà senza di voi alla volta della fermata successiva… Però il trasporto è gratis.

la ciclabile dell'Ötztal
La ciclabile scorre per buoni tratti lungo il fiume Ache

Un passo squisitamente alpino

Il giorno successivo mi sono avventurata sul primo del passi della RadMarathon, il Kühtai che porta a Innsbruck. Il tempo prometteva nuvole e pioggia. Dopo un Sellaronda Bike Day 2019 molto bagnato e fresco nella memoria, non avevo voglia di pedalare inzuppata. È andata che non ho preso nemmeno una goccia di pioggia. Da Längenfeld e Oetz, paese d’imbocco dell’Ötztal, con il giovanissimo Max che mi guidava, abbiamo ripreso la ciclopedonale in via di ultimazione, attraverso scorci boschivi, stradine secondarie e radure protette da alte montagne. A Oezt, accompagnati da un cielo che si è era in parte schiarito, abbiamo cominciato a salire, tornante dopo tornante, rettilineo dopo rettilineo: 1200 metri di dislivello, in 18 km, in un paesaggio squisitamente alpino che a tratti mi ha ricordato la grande salita dello Stelvio.

cavalli in radura alpina verso passo Kuthai
I cavalli incontrati pedalando verso il Kuthai

Tra cavalli e mucche, sul Kühtai

Da Ochsengarten, mi ha detto Max, bisogna stare con gli occhi aperti: pecore, mucche e cavalli sono liberi e non recintati. Ed è facile trovarseli sulla strada. Detto fatto. Un gruppetto di mucche ci aspettava sull’asfalto, prima di una curva; un branco di cavalli ci ha osservato da una radura parallela alla strada. Il passo, un paesaggio corroso dalla presenza di brutti alberghi, non è affatto bello. Il meteo prometteva pioggia dopo 20 minuti. Ho sperato di non ritrovare le mucche in mezzo alla strada e mi sono ributtata giù in discesa, veloce. Uno dei 4 passi è stato fatto. Un giorno, forse, mi metterò a esplorare gli altri tre. Con la complicità delle fatiche streghe shakespiriane. Da sola, certo, non ce la farei mai.

ciclista e mucche giù dal passo Kuthai
Mucche in osservazione di un ciclista sulla strada per il Kuthai
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