Naspi: la novità sulla decadenza ti fa perdere il sussidio, come evitare subito

Si può rischiare di perdere la Naspi anche quando se ne ha diritto per via di un errore da parte del beneficiario: ecco a cosa prestare attenzione.

La Corte di Cassazione ha recentemente emesso una sentenza che potrebbe cambiare le carte in tavola per chi beneficia della Naspi, l’indennità di disoccupazione erogata dall’Inps.

Quando si rischia di perdere la naspi
Quali errori bisogna evitare per non rischiare di perdere la Naspi? – ladradibiciclette.it

La misura, che per l’appunto è un sussidio mensile destinato a chi perde involontariamente il lavoro e si trova senza reddito, si mantiene se si rimane privi di un’occupazione. Ma ci sono diverse circostanze che possono portare alla sua decadenza.

Naspi, in quali casi può decadere l’indennità dell’Inps: la sentenza che riscrive le regole

La Corte di Cassazione ha recentemente emesso una sentenza che potrebbe cambiare le carte in tavola per chi beneficia della Naspi. Al centro della decisione, c’è il caso di un lavoratore che non aveva comunicato tempestivamente un’attività autonoma preesistente.

L’Inps, dunque, aveva negato il sussidio a un dipendente che non aveva notificato entro trenta giorni dall’inizio della percezione dell’indennità un’attività di lavoro autonomo già in corso. La Corte d’Appello di Palermo aveva inizialmente dato ragione al lavoratore, ma l’Inps ha fatto ricorso in Cassazione. La Suprema Corte ha ribaltato la decisione, chiarendo che la mancata comunicazione di qualsiasi attività lavorativa, anche se preesistente, può comportare la perdita del diritto alla Naspi.

Cosa fare per non perdere la naspi
La comunicazione di attività di lavoro preesistenti all’Inps è fondamentale per non perdere la Naspi – ladradibiciclette.it

Ci sono, inoltre, altri casi che possono portare alla perdita del sussidio.

  1. Lavoro autonomo preesistente. Se il beneficiario non comunica un’attività di lavoro autonomo già esistente entro trenta giorni dalla richiesta della Naspi, deve rinunciare all’indennità. Questo include anche attività iniziate prima della perdita del lavoro.
  2. Nuovo impiego. Quando il beneficiario trova un nuovo lavoro che porta ad un reddito annuo superiore a 8.174 euro e dura più di sei mesi, la Naspi decade. Se l’occupazione dura meno di sei mesi, la misura viene sospesa per la durata del rapporto di lavoro.
  3. Pensionamento. Il raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia o anticipata comporta la perdita del diritto alla Naspi, poiché è il sistema previdenziale a subentrare nel sostegno economico.
  4. Mantenimento dello stato di disoccupazione. Il beneficiario deve rimanere in stato di disoccupazione per tutta la durata della percezione della Naspi. Questo implica l’assenza di qualsiasi impiego e la disponibilità immediata a lavorare. Anche l’accettazione di un patto di servizio è necessaria.

Per poter accedere alla Naspi, infatti, bisogna soddisfare due principali requisiti, ossia avere accumulato almeno 13 settimane di contributi nei quattro anni precedenti l’inizio della disoccupazione e mantenere tale stato, dichiarando disponibilità immediata al lavoro e firmando un patto di servizio.

La sentenza della Cassazione pone un’attenzione particolare sulla trasparenza e sulla tempestività delle comunicazioni all’Inps. I beneficiari devono essere consapevoli che qualsiasi attività lavorativa, anche se non recente, deve essere notificata per evitare la decadenza della Naspi.

Gestione cookie