Il Parco nazionale delle Dolomiti bellunesi ha introdotto una nuova misura che prevede sanzioni salate per chi decide di avventurarsi in mountain bike lungo i suoi sentieri e strade silvo pastorali non autorizzate.
La decisione arriva in un momento in cui l’uso della bicicletta, soprattutto quella a pedalata assistita, sta conoscendo un vero e proprio boom.
Questa popolarità crescente porta con sé la necessità di regolamentare l’accesso alle aree più sensibili del parco per preservarne l’integrità fisica e biologica.
Il Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi copre un’area di 31.512 ettari caratterizzata da una ricca biodiversità e paesaggi mozzafiato.
L’introduzione di restrizioni all’uso delle biciclette nei sentieri mira a proteggere questo patrimonio naturale dalle possibili alterazioni che il passaggio frequente di ciclisti potrebbe causare. Non solo si vuole evitare danni ai percorsi stessi, ma anche prevenire situazioni di rischio sia per i ciclisti sia per gli escursionisti a piedi.
Ennio Vigne, presidente del Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi, sottolinea come la crescente popolarità delle biciclette a pedalata assistita abbia reso necessario rivedere le normative d’accesso ai sentieri.
Secondo Vigne, molti ciclisti tendono a sottovalutare i rischi associati alla pratica della mountain bike in ambienti montani difficili e potenzialmente pericolosi, mettendo così a repentaglio la propria sicurezza e quella degli altri utenti dei sentieri.
Per i ciclisti che desiderano esplorare il Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi rispettando le nuove disposizioni, è fondamentale informarsi preventivamente sulle zone accessibili. Il parco ha messo a disposizione sul suo sito internet cartografie dettagliate e indicazioni specifiche su dove è consentito andare in bicicletta. Tuttavia, si segnala il problema dei cartelli indicatori lungo i percorsi che sono stati soggetti a vandalismo o rimossione, rendendo talvolta difficile orientarsi senza una preparazione adeguata.
L’introduzione di multe fino a 1000 euro per chi viola il divieto di circolazione in bici nelle aree protette rappresenta un tentativo da parte dell’amministrazione del parco di trovare un equilibrio tra la crescente domanda di turismo attivo legato alla mountain bike e la necessità impellente di conservare gli habitat naturalistici dell’area dolomitica bellunese. La sfida è quella di garantire agli appassionati della natura esperienze indimenticabili nel pieno rispetto dell’ambiente circostante.
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