Il 7 dicembre 2019, al Teatro Dal Verme a Milano, l’associazione di volontari Massa Marmocchi è stata insignita del bel riconoscimento dell’Ambrogino d’Oro. Per il bike to school e tutti bambini che vanno a scuola in bicicletta è una festa, una vittoria quanto meno concettuale, non certo un punto di arrivo, ma un ulteriore punto di partenza cui attingere nuove energie.
L’associazione Massa Marmocchi, come mi raccontano i volontari Luca Boniardi e Marina Guarneri, incontrati in un caffè in zona Ticinese, nasce formalmente nel 2017 come organizzazione di volontariato. Ma già nel settembre del 2013, la richiesta sulla pagina Facebook di Critical Mass di una mamma che chiedeva aiuto e scorta per portare i bambini a scuola in bicicletta nel trafficato viale Monza aveva dato avvio a un movimento di supporto spontaneo. Che per i primi anni restò tale, interessando una decina di scuole e circa 100 bambini.
La nascita di Massa Marmocchi per il bike to school
Sin dall’inizio, Massa Marmocchi si configura così: con l’individuazione di punti di ritrovo strategici, sul percorso che conduce a una determinata scuola primaria, dove si aggregano genitori con i bambini in bicicletta, bambini che pedalano sulla propria bicicletta, altri genitori e volontari che coordinano il “viaggio”. Il presupposto è che la scuola, cui si sottopone un questionario per raccogliere le esigenze dei genitori, aderisca all’iniziativa e che con la scuola si scelga il giorno della settimana o del mese in cui far avvenire il bike to school.
Il fenomeno coinvolge oggi 30 soci volontari, genitori e non, che fanno capo alla presidentessa Maria Pia Leaci che ritirerà l’Ambrogino d’Oro il 7 dicembre mattina, insieme ad altri 40 premiati tra cui l’attrice Lella Costa, la designer Cini Boeri, Vinicio Capossela, Mogol, il nuotatore paraolimpico Simone Barlaam, la calciatrice Laura Giuliani, lo scrittore Antonio Scurati e la fondatrice di Giallo e Zafferano Sonia Peronaci.
La dinamica dell’andare in bici a scuola
Le scuole primarie interessate al fenomeno Massa Marmocchi sono adesso una ventina, distribuite in tutta la città, ma con una buona concentrazione in zona sud, sudovest. Fondamentale, spiegano Luca e Marina, è la dinamica di gestione del gruppo. Il volontario capogruppo, munito di cassa acustica per rendere sonora la piccola festa dell’andare a scuola in bici, deve fare in modo che in gruppo non si sgrani, che si passi ai semafori con la giusta cautela, che agli incroci ci sia sempre qualcuno davanti che fermi il traffico per far passare i bambini. Compatti nel cordone interno sempre capeggiato e chiuso da un volontario in bici, i bambini imparano così, per osservazione ed emulazione, ad andare in bicicletta, talvolta imponendo al gruppo i propri gusti musicali. Pare che “Andiamo a comandare” di Fabio Rovazzi abbia davvero spopolato per un lungo periodo!
Il flashmob che accompagna l’Ambrogino d’Oro
A testimoniare la leggerezza, ma anche l’impegno, il 28 novembre è arrivato a fare da accompagnatore anche il Sindaco Beppe Sala che ha pedalato con Massa Marmocchi alla volta della scuola primaria Antonio Scarpa, a Lambrate. Al Sindaco e a Milano tutta, l’associazione a favore del bike to school chiede una città più vivibile, con ciclabili in rete e spazi condivisi, il cui la gentilezza sia un valore fondante. Il 7 dicembre mattina, con raduno alle 9.45 alla Darsena e davanti all’entrata principale della Triennale, si è svolto un flashmob, in bicicletta, con cartelli colorati che raffigurano l’auspicata strada del futuro, fino al teatro Dal Verme.

La campagna pro Strade Scolastiche
L’azione a favore di una città più ciclabile, sicura e a misura di bambino, uno dei parametri della buona vivibilità di un contesto urbano, viene portata avanti da Massa Marmocchi in collaborazione con gli attivisti della campagna #lastradaèditutti della Fondazione Michele Scarponi e con i promotori della petizione Strade Scolastiche tra cui la blogger Linda Maggiori di famigliesenzauto. La campagna chiede l’individuazione e istituzione di Strade da pedonalizzare o con forti limitazioni di traffico davanti alle scuole cui i bambini possano accedere in sicurezza a piedi, in bici o con il monopattino.
In Italia, leggo nel testo della petizione, “i livelli di autonomia negli spostamenti quotidiani dei bambini di 6-11 anni sono tra i più bassi al mondo”. Dati CNR 2011 rivelano che solo il 7% è autonomo rispetto al 23% degli inglesi e al 47% dei tedeschi. L’andare in bici o a piedi a scuola incentiva il gioco, il movimento e la socializzazione. Inoltre, a causa delle auto in sosta davanti alle scuole, spesso lasciate con il motore acceso, secondo l’associazione Cittadini per l’aria, a Milano il 50% delle scuole e il 56% dei parchi gioco registra concentrazioni di biossido di azoto superiori alla soglia.
Lo scorso 20 novembre, una sperimentazione su scala nazionale, ha chiuso al traffico dalle 15 alle 18 le strade davanti ad alcune scuole. Al posto del traffico si sono materializzati giochi, disegni con i gessetti (foto sopra), sessioni di musica, piccoli workshop di ciclofficina. È questa la strada che vogliamo davanti alle scuole. Per realizzarle ci vogliono volontà politica, sostenitori e volontari. Massa Marmocchi e non solo ne ha bisogno.
Le altre iniziative che fanno bene ai bambini
Altre iniziative che riguardano i bambini e la bicicletta sono Bimbinbici, la giornata nazionale del tutti a scuola in bicicletta organizzata tradizionalmente a maggio da Fiab; e Biciscuola, promosso da RCS Sport, che si propone, nelle scuole candidatesi lungo le tappe del Giro d’Italia, di sensibilizzare sui temi ambientali, della sicurezza stradale e della mobilità sostenibile (nella foto sopra, la mascotte Lupo Wolfie). Sul sito di Federciclismo si trova invece la mappa delle scuole di mountain bike per bambini attivate, con insegnanti certificati, su tutto il territorio nazionale. Tutto concorre a ridurre la sensazione di insicurezza e di reale paura. Tutto deve remare verso un giocoso, ma sicuro, bike to school.