ladra di biciclette

il bike blog di una giornalista a pedali, 3° premio Blog Adutei 2019, Giornalista Amica della Bicicletta Fiab 2018

Maria Teresa Castelli, la designer di abbigliamento tecnico innamorata del ciclismo

Comasca, classe 1963, Maria Teresa Castelli è una “storica” top designer di abbigliamento ciclistico non solo femminile. Prima o poi, non foss’altro che per il nome che condividiamo, dovevamo incrociarci. Lo abbiamo fatto con una lunga chiacchierata al telefono in cui, vista la vivace parlantina della stilista, ho faticato non poco a tenere gli appunti al suo passo. Ormai di stanza a Inverigo, nella Brianza in cui pedalano molti ciclisti milanese, Maria Teresa si porta addosso, sin da piccola, l’etichetta del talento: “la bambina disegna bene” era il mantra della maestra delle elementari. Ci aveva visto bene. La designer affina la capacità di disegnare per i tessuti al Setificio di Como, la scuola per maestranze dell’unione degli industriali della seta. Il suo primo disegno viene venduto a Dior. Incontra il futuro socio e marito, Stefano Bertelé, scomparso giovane, che lavorava nel settore dello sport. “Mi fece conoscere Peter Jud, maestro di sci e imprenditore. Ho iniziato con lui a disegnare capi da sci con il marchio K2. Peter li testava sulle piste. Nel giro di 5 anni fu un enorme successo. Ricordo uno dei best seller, una giacca giallo flou: ne vendevamo 30.000 l’anno”.

abbigliamento ciclistico femminile: la collezione Castelli 2019
Due completi della collezione Castelli 2019

Maria Teresa Castelli: gli esordi nell’abbigliamento ciclistico

Orientata al design, affascinata dalla funzione, curiosa di trovare una motivazione tecnica ai capi che disegna, Maria Teresa s’innamora dell’abbigliamento sportivo, un settore poco modaiolo che ben si addiceva al suo carattere. “Dopo poco, con Stefano conoscemmo Alberto Brignone, patron della Briko che produceva caschi e occhiali”. Erano i primi anni 2000. La designer raccoglie la scommessa di disegnare una collezione da ciclismo. “Un settore che mi piaceva: mi interessava osservare il corpo dei ciclisti, i muscoli in movimento, pensare a un abbigliamento tecnico che scaldasse e proteggesse”. In pochi anni, Maria Teresa, designer indipendente, viene chiamata da Shimano, da Rh+, Castelli e altri marchi tecnici, ma anche dai brand di moda che cominciano a strizzare l’occhio allo sportswear come fonte di ispirazione e di innovazione tecnologica. “Una contaminazione che porta zip, sneeker e materiali come il Goretex nel pret-à-poter del tempo libero”. Una tendenza attualmente molto forte.

Il ciclismo all’avanguardia

Le chiedo se è dal running che lo sport fashion per lo più attinga. “No, è proprio dal ciclismo. Il ciclismo è tra gli sport più all’avanguardia sia per stili e contenuto sia per la scelta dei tessuti. È l’abbigliamento ciclistico che per primo ha introdotto innovazioni come il filato di carbonio, di ceramica, di argento, la lycra, il softshell e i filati batteriostatici in genere. Chi fa abbigliamento ciclistico osa e sperimenta: il capo deve essere super performante”.

maglia collezione Castelli per donna ciclista
Maglia della nuova collezione Castelli

Le prime collezioni da donna

Le prime collezioni da donna risalgono a quegli stessi anni. Prima di allora erano considerate accessorie. “Noi di Taste (il nome dello studio della Castelli, nda) disegniamo la donna tosta e grintosa, non la ricopriamo di fiorellini. Nelle collezioni femminili bisogna stare particolarmente attenti all’ergonomia. Un taglio fatto in un certo modo può cambiare tutto: stringere o ingrossare. I tagli devono essere fluidi e armonici. Devono slanciare e la vestibilità deve essere perfetta. Inoltre i tessuti non devono essere trasparenti. Meglio utilizzare colori armoniosi, che non segnano troppo”. Accorgimenti da tenere a mente visto che, secondo Strava, noi donne che andiamo in bici da corsa, nel mondo, abbiamo registrato nella community ben 44 milioni di uscite.

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Il colore fa tendenza

Dopo il nero e il bianco e nero che hanno fatto da padrone per anni, la tendenza, dice la Castelli, “è adesso quella di dare spazio al colore, con le tinte fluo utilizzate solo per tocchi delicati”. Lo snodo dell’abbigliamento ciclistico femminile e non resta sempre il binomio traspirabilità e protezione: “i capi di ciclismo sono un tramite tra corpo e aria”. Per questo l’innovazione non smette di segnare il passo. “Il poliestere e le varie forme di poliammide, con i fili di argento batteriostatici e i fili di grafene, biodegradabili e ottimi per la termoregolazione, dominano il mercato. L’estetica e la valenza di innovazione sono infatti i principali fattori di influenza nella scelta di un brand di abbigliamento, come emerge dall’ultima ricerca effettuata da Bike Events.

Fonte survey 2019 Bike Events

E anche la sostenibilità

La sfida è adesso evolvere nella direzione della sostenibilità sia della persona sia del pianeta adottando tessuti non inquinanti e con composizioni naturali che producono un effetto ‘dolce’, più morbido”. Alle donne che leggono questo blog e che vanno in bicicletta Maria Teresa consiglia di scegliere tessuti e manifatture made in Italy, garanzia di un certo rigore e standard nella produzione. Chi ha seno e curve dovrebbe optare per tessuti molto elasticizzati e per collezioni non pensate esclusivamente per la performance e l’aerodinamicità. Noi donne della bicicletta non proprio longilinee ti ringraziamo, Maria Teresa.

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