Il settore turistico ha assunto un ruolo di primaria importanza nell’economia globale, e l’Italia non fa eccezione. Negli ultimi anni, il Bel Paese ha assistito a un vero e proprio boom del settore terziario, con un numero sempre crescente di visitatori che ogni anno affollano le sue città d’arte, i suoi borghi pittoreschi e le sue coste incantevoli.
Roma, Firenze, Venezia, ma anche località balneari come la Costiera Amalfitana e le Cinque Terre, sono solo alcuni esempi di destinazioni che, soprattutto in estate, si trasformano in un brulicante palcoscenico per turisti provenienti da ogni angolo del mondo.
Tuttavia, questa crescita esponenziale del flusso turistico ha portato con sé un fenomeno sempre più preoccupante: l’overtourism. Si tratta di un eccesso di presenze turistiche in un determinato luogo e periodo, tale da metterne a rischio l’integrità ambientale, la vivibilità per i residenti e la qualità stessa dell’esperienza turistica.
Le conseguenze dell’overtourism sono molteplici e spesso devastanti. L’eccessivo sfruttamento delle risorse naturali, l’inquinamento, il degrado del patrimonio artistico e culturale, la pressione sulle infrastrutture e l’aumento del costo della vita per i residenti sono solo alcuni degli effetti negativi di questo fenomeno.
Quando il turismo soffoca: l’overtourism e la corsa alla sostenibilità
Un caso emblematico, che ha fatto recentemente scalpore, è quello dell’isola greca di Santorini. Qualche giorno fa, l’amministrazione locale si è trovata a dover gestire l’arrivo contemporaneo di 17.000 nuovi turisti, una cifra che ha messo a dura prova la capacità di accoglienza dell’isola.
Temendo il collasso totale, l’amministrazione ha pubblicato un post su Facebook in cui si invitavano i turisti a limitare i propri spostamenti. Il post, poi rimosso a seguito delle polemiche, ha acceso un faro sulla questione dell’overtourism e sulla necessità di trovare soluzioni concrete per tutelare Santorini e la sua fragile bellezza.
L’episodio ha spinto le autorità a prendere in seria considerazione l’ipotesi di istituire un tetto massimo di 8.000 turisti contemporaneamente presenti sull’isola. Un provvedimento drastico, ma necessario per salvaguardare non solo l’ambiente naturale di Santorini, ma anche la vivibilità per i suoi abitanti e la qualità dell’esperienza per i turisti stessi.
Il caso di Santorini è solo la punta dell’iceberg di un problema globale che richiede una riflessione profonda e un’azione congiunta da parte di istituzioni, operatori turistici e viaggiatori. La sfida è quella di promuovere un turismo sostenibile e responsabile, che valorizzi il patrimonio culturale e ambientale senza comprometterne la sopravvivenza. Solo così potremo continuare a godere delle meraviglie del mondo, rispettando al contempo le esigenze di chi lo abita.