Nonostante una lotta durata fino alla fine non è riuscito a strappare la vittoria, le sue parole sono evidenti e legate ai suoi sentimenti.
Ancora una volta, Jonas Vingegaard si è dimostrato un avversario tenace e determinato nel Tour de France.
Nella tappa numero 20, che ha visto i ciclisti affrontare il percorso da Nizza al Col de la Couillole, il danese ha conquistato un onorevole secondo posto, posizionandosi alle spalle di Tadej Pogacar. Nonostante non sia riuscito a vincere questo Tour, Vingegaard non ha nulla da rimproverarsi: la sua è stata una lotta incessante fino alla fine.
Con la cronometro finale in programma oggi, che segnerà la conclusione del Tour de France di quest’anno – partito eccezionalmente da Firenze il 29 giugno – Vingegaard sembra avere le idee chiare sul possibile esito. Il danese ammette candidamente di non sentirsi particolarmente fiducioso per questa prova contro il tempo e punta su Remco Evenepoel come favorito. “Remco è il miglior cronometrista del mondo”, ha dichiarato Vingegaard, indicando chiaramente chi pensa possa trionfare nella tappa odierna.
Rispetto alla giornata precedente, considerata una delle più difficili della sua carriera, Vingegaard ha mostrato un netto miglioramento. La capacità di recuperare forze e rimanere concentrato gli ha permesso di rispondere efficacemente agli attacchi di Evenepoel e mantenere il passo con Pogacar fino al traguardo. “Quando Evenepoel Remco ha attaccato per la prima volta”, racconta Vingegaard, “ho capito subito che avrei potuto rispondere”. L’obiettivo era chiaro: guadagnare tempo su Evenepoel in vista della cronometro.
Vingegaard ci ha provato
La competizione tra i ciclisti non si limita solo alla prestazione fisica ma comprende anche l’adozione di strategie tattiche mirate. Durante questa edizione del Tour de France sono state molteplici le manovre adottate dai vari team per cercare di prevalere sugli avversari. In particolare, sono state discusse le scelte strategiche della Soudal-Quickstep e dell’UAE Emirates di Pogacar.
A tal proposito, Vingegaard mostra comprensione verso le decisioni prese da Pogacar durante la gara: “Probabilmente avrei fatto la stessa cosa io se fossi stato nella sua situazione”, ammette il danese riferendosi alla scelta dell’avversario sloveno di non collaborare molto durante una delle tappe cruciali del tour.
In conclusione, l’intervista a Jonas Vingegaard rivela uno sportivo capace sia sul piano fisico sia su quello mentale; un atleta che sa riconoscere i meriti degli avversari e accettare con sportività gli esiti delle gare. La sua performance nel Tour de France dimostra ancora una volta quanto sia importante l’unione tra talento individuale e strategia collettiva nel ciclismo professionistico.