Cos’è l’indennità di mensa e come incide sul calcolo del TFR? Ecco tutto quello che c’è da sapere per evitare di perdere soldi.
Normalmente, una giornata di lavoro tipo dura 8 ore, circa 9 considerando la pausa pranzo e le altre che spettano al dipendente durante il suo orario. Nell’arco di questo tempo, però, è naturale che il lavoratore debba consumare un pasto e, in alcune situazioni, esso è a carico del datore di lavoro. Va immediatamente specificato che non è quasi mai doveroso. Solo in pochi casi, infatti, vi è l’obbligo da parte della legge per quest’ultimo di procurare o pagare il pranzo di chi lavora per lui.
Tuttavia le grandi aziende – come ad esempio quelle che dispongono di importanti stabilimenti industriali, con molti dipendenti – spesso assicurano un servizio mensa. In tal caso, il cibo viene preparato e servito in un’apposita zona dello stabilimento. Qui, tutti i lavoratori si recano per mangiare. E se il datore ha messo a punto un servizio di mensa ma per qualche motivo il lavoratore non può usufruirne, allora quest’ultimo ha diritto a ricevere un indennizzo apposito.
Ne beneficiano, per fare un esempio, i dipendenti in trasferta oppure tutti quando la mensa risulta chiusa o inagibile durante i giorni lavorativi. Si tratta di una somma di denaro che va a rimborsare totalmente o parzialmente il dipendente dei soldi spesi per pagare il pranzo. In genere, l’indennizzo si calcola sul costo medio di un pasto alla mensa collettiva dell’azienda.
Pertanto, se esso è di 5 euro, il lavoratore riceverà la medesima somma giornaliera come indennità di mensa. Il denaro non viene erogato quotidianamente ma inserito in busta paga, insieme allo stipendio. E proprio per questo motivo si generano spesso dei dubbi in merito al suo rapporto con il TFR.
A conti fatti, l’indennità di mensa fa aumentare la busta paga di un dipendente, ed è sulla base di quest’ultima che viene calcolato il trattamento di fine rapporto. Per tale ragione, viene naturale chiedersi se il rimborso concorre alla determinazione del TFR oppure no.
È stato più volte ribadito che, di solito, l’indennità di mensa è esclusa dal calcolo del TFR. Il quale viene, quindi, determinato esclusivamente dall’effettivo ammontare dello stipendio. Si tratta di una misura volta a garantire l’equità del calcolo per tutti i lavoratori.
Se l’indennità in questione avesse valore, infatti, un dipendente con la fortuna di lavorare in uno stabilimento dotato di mensa riceverebbe un TFR più alto rispetto ad un collega che, facendo riferimento allo stesso contratto nazionale, non è stato assunto in una sede munita del servizio. Ovviamente, ci sono delle eccezioni. Se nel contratto nazionale di una specifica categoria di lavoratori è compresa la mensa, allora l’indennità dovrà essere conteggiata nel calcolo per il TFR.
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