I lavoratori autonomi che perdono il lavoro hanno diritto all’indennità di disoccupazione Naspi, ma sono necessari due importanti requisiti.
I dipendenti, pubblici e privati, che si trovano nella condizione di disoccupazione involontaria hanno diritto a un’indennità mensile che prende il nome di Naspi (Nuova Prestazione di Assicurazione Sociale per l’Impiego), versata dall’ottavo giorno successivo alla data di cessazione del rapporto di lavoro.
Il sussidio può essere richiesto da chi ha perso l’occupazione in seguito a: licenziamento (anche per giusta causa), dimissioni per giusta causa, dimissioni nel periodo di tutela della maternità, risoluzione consensuale del contratto e mancato rinnovo di contratto a termine.
Per i lavoratori autonomi che hanno interrotto l’attività, esistono dei sussidi simili alla Naspi. Ad esempio, quelli impegnati nello spettacolo percepiscono la cosiddetta Alas, spettante a chi ha svolto un’occupazione artistica o tecnica a tempo determinato. Ma ci sono casi in cui anche i lavoratori autonomi possono ricevere la Naspi. Vediamo quali.
Naspi per lavoratori autonomi: le regole per ricevere l’indennità di disoccupazione anche con la Partita IVA
I possessori di Partita IVA possono percepire l’indennità di disoccupazione solo se hanno svolto anche un lavoro subordinato (e, dunque, erano dipendenti). Nel dettaglio, la legge richiede la titolarità di un rapporto terminato in maniera involontaria e la maturazione, nei quattro anni antecedenti tale cessazione, di almeno 13 settimane di contributi.
I lavoratori autonomi che vogliono ottenere la Naspi, inoltre, non devono percepire un reddito presunto superiore a 4.800 euro. Nel caso in cui si abbiano tali requisiti, possono presentare richiesta per il sussidio che, tuttavia, sarà versato solo in misura ridotta dell’80%. I dipendenti disoccupati possono ricevere la Naspi per intero, invece, senza alcun tipo di riduzione derivante dal reddito da lavoratore autonomo.
Questa opportunità è concessa a coloro che chiedono il pagamento dell’indennità in un’unica soluzione. Si tratta dell’istituto della cd. Naspi anticipata, la cui domanda va presentata entro 30 giorni dalla richiesta dell’indennità di disoccupazione, se il lavoratore possiede già una Partita IVA attiva, oppure entro 30 giorni dall’apertura della stessa, nel caso di una nuova attività.
Coloro che fanno domanda per la Naspi anticipata non possono intraprendere una nuova attività lavorativa subordinata nel periodo di erogazione dell’indennità mensile, altrimenti sorge l’obbligo di restituzione delle somme percepite. La misura in questione, insomma, permette di ottenere tutta la cifra spettante in un’unica soluzione e rappresenta un “trucchetto legale” per chi sa che guadagnerà più di 4.800 euro con il proprio lavoro autonomo a Partita IVA.