Il 27 giugno, alla conferenza mondiale Vélo City, a Dublino, è stata svelata la classifica delle città più ciclabili, amiche della bicicletta, stilata dall’agenzia di progettazione Copenhagenize. Fondata dall’urbanista bike-friendly Mikael Colville-Andersen (che ho intervistato nel maggio del 2018), Copenhagenize è il più accreditato osservatorio sull’intero mondo della bicicletta urbana. L’aggiornamento dell’indice è un appuntamento da noi tutti molto atteso: fornisce una panoramica delle città più interessanti da scoprire in bici. Ecco la classifica delle prime 20 in cui non appare purtroppo alcuna città italiana le cui buone pratiche sono premiate dal progetto Comuni Ciclabili di Fiab.
La classifica delle città più ciclabili, da scoprire in bici

1° Copenhagen
Al 1° posto già nella classifica 2017, sempre in gioco per la medaglia d’oro con Amsterdam, Copenhagen ha dati che parlano da soli: il 62% degli abitanti usa la bicicletta per andare al lavoro pedalando per un totale di 1,44 milioni km al giorno. Gli investimenti sulle infrastrutture ciclabili ammontano a 40 euro pro capite. Quattro sono i nuovi ponti ciclabili della città e 167 i km di autostrade per le bici costruite nel raggio di 20 km dalla città. La città in cui al design, il primo in Scandinavia a reinterpretare i materiali naturali con la tessitura delle luci del Nord, è stato dato il compito di garantire la felicità dei suoi abitanti, è sempre al top anche nelle classifiche sulla qualità della vita. “Ti piace il tuo lavoro? La salute è buona? Sei soddisfatto della tua vita?”. I cittadini del vecchio Porto dei Mercanti (in danese, København), continuano a rispondere di sì. La vita è dolce dunque nella città sorta a cavallo delle isole di Sjælland e di Amager, di fronte allo stretto di Øresund, da decenni all’avanguardia in materia di sostenibilità, buone infrastrutture ciclabili e design al servizio di una vita migliore.

2° Amsterdam
La città dei Canali ha un nuovo bici plan per il 2022 incentrato sul miglioramento delle infrastrutture ciclabili e dei parcheggi. Con 11.000 nuovi abitanti l’anno, Amsterdam sta progettando nuove “royal routes” per lo scorrimento delle biciclette allo scopo di abbattere lo stress delle ore di punta. Si pensa ad allargare le piste ciclabili a 2,5 metri di larghezza, a misure che rallentino la velocità su alcune strade, a ridisegnare alcuni dei maggiori incroci per garantire più sicurezza ai ciclisti. Entro il 2025 la città provvederà a eliminare 11.000 posti auto in centro (1500 all’anno) e a sostituirli con parcheggi bici, verde urbano e zone pedonali.
Dal 17 al 21 giugno, Amsterdam ha ospitato la mostra itinerante Bicycle Architecture Biennale, BAB, che espone i maggiori progetti internazionali tesi a rendere le città più a misura d’uomo. Prevista in altre sedi nel corso del 2019-2020, BAB è un’idea di BYCS, impresa sociale fondata nel 2016, con l’intento del “50×30”: favorire il raggiungimento del 50% degli spostamenti modali in bicicletta entro il 2030.

Ad Amsterdam la bicicletta è più di un mezzo di trasporto: è trasformazione, recita uno slogan di BYCS. La città, non a caso, conta più biciclette che abitanti (881 mila su 800 mila!), più bulbi che alberi (600 mila su 220 mila), 90 isolette, 1.281 ponti e 165 canali. In bicicletta si tocca da vicino la trama leggera di acqua e terra che la disegna e sembra sfiorare con mano le casette inclinate che paiono disegnate da Walt Disney, con le facciate a gradoni volute dai mercanti della Compagnia delle Indie Orientali.
3° Utrecht
La priorità è data alle biciclette rispetto alle macchine in questa piccola, deliziosa, città con canali, a 30 minuti di treno da Amsterdam, che sta installando semafori dedicati, corsie esclusive e veloci per le ebike e allargando a livelli record lo spazio per il parcheggio delle bici. A Utrecht è nata la ciclabile più antica dei Paesi Bassi. Correva il settembre del 1885 quando la pedonale sulla Maliebaan fu aperta al transito delle bici di domenica pomeriggio diventando, poco dopo, una pista a tutti gli effetti.
Il parcheggio bici più grande del mondo
A Utrecht è stato aperto, nelle vicinanze della Stazione Centrale, uno straordinario parcheggio di biciclette capace di accoglierne 12,5mila, il più capiente del mondo (gratuito anche ogni giorno, se non si superano le 12 ore) destinato ad ampliarsi, con i parcheggi della zona, a 33.000 posti bici. Sappiate, se siete qui in giro in bici, che i canali del centro storico sono a strati, come una torta di nozze. In basso, dove scorre l’acqua, ci sono le cantine per stipare le merci e, sulla banchina, i tavolini delle innumerevoli trattorie. A livello strada è dove sfrecciano le biciclette. Più in alto, le facciate a gradoni segnate dai motivi floreali Art Nouveau.

4° Anversa
Il suo bici plan aveva l’obiettivo di migliorare e integrare la rete ciclabile agli incroci e ai semafori, e di ridurre il limite di velocità a 30 km/h nel 95% delle strade. Diversi parcheggi per l’intermodalità dei pendolari sono stati messi in atto o in progetto, così una rete di autostrade per le biciclette. Anversa è riuscita in questo modo ad aumentare la quota modale di spostamenti in bici, in maggioranza al femminile, dal 29% al 33% dal 2014 al 2018. Il progetto del nuovo ponte ciclopedonale sul fiume Scheldt farà il resto.
5° Strasburgo
Strasburgo si è mossa nella direzione di allargare il network di ciclabili e delle autostrade per le biciclette nelle periferie e si tiene ben stretta la reputazione di città più ciclabile di Francia. Il nuovo bici plan si basa su fondamente solide: il 16% dei residenti, di cui quasi la metà donne, pratica il bike to work e le bici cargo sono parecchio diffuse anche per uso familiare.
6° Bordeaux
Negli ultimi 2 anni, ha bandito le macchine dallo storico Pont de pierre sulla Garonna ponendo le basi per un aumento del traffico in bicicletta del 20% sullo stesso ponte. Una politica che continua a mietere successi. Con una quota di spostamenti modali in bici del 13%, Bordeaux pedala, anche se senza casco. Il Comune ha fornito ai dipendenti 200 ebike e creato 100 parcheggi per bici cargo. La città sta anche crescendo dal punto di vista dell’attrattività turistica ed è piacevolissima da scoprire in bici. Chi la considera un banale incidente urbanistico tra i vigneti più famosi del mondo e la Duna di Arcachon si sbaglia. Bordeaux ha approvato nel 2016 un Plan Vélo Métropolitain fino al 2020 che ha l’obiettivo di elevare al 15% la percentuale degli spostamenti in bicicletta.
La Riva Sinistra
Unica città di Francia con una quota rosa (53%) che pedala più alta di quella maschile, Bordeaux ha un nuovo paesaggio urbano che si apre di fronte le viuzze del XVIII secolo della Rive Gauche, sull’inquieta Garonna, il fiume dalle altissime oscillazioni di marea che all’altezza del centro forma un’ansa a spicchio di luna. Un grande specchio d’acqua, il poco profondo Miroir d’Eau, si estende adesso davanti a Place de la Bourse. È stato pensato per creare un gioco di rimandi con il tempo metereologico: quando fa bello zampilla; con la nebbia, produce bruma. Ma il più clamoroso segno del nuovo, a un passo dall’avanguardistico ponte Jacques Chaban-Delmas (il cui viadotto centrale si solleva al passaggio delle navi da crociera), è La Cité du Vin, il museo a forma di ciambella che celebra tutte le sfaccettature della cultura del vino.
La Riva Destra
Sul lungofiume opposto, la Riva Destra dove un tempo arrivavano i treni dal Nord, è stata aperta una promenade nel verde che assicura un’oasi di ossigeno al quartiere di Euratlantique dove sorgerà nel 2020 il ponte firmato dall’olandese Rem Koolhas. Sulla stessa riva si trova l’eccezionale Jardin Botanique progettato dalla paesaggista Catherine Mosbach. Con le serre disegnate dall’architetto Françoise Hélène Jourda, il grande parco ribalta l’archetipo pedagogico del giardino botanico tradizionale declinando prato, spazi tematici, biotopi dell’Aquitania in modo più morbido e naturale. Bagnato dalla luce del tramonto, immerso nel silenzio e in un reticolo di pura armonia, è uno dei luoghi più amati. Ed è molto bello arrivarci in bicicletta.
7° Oslo
Una mossa ardita, annunciata nel 2017, porta Oslo, Capitale Verde d’Europa nel 2019, dal 19° posto della classifica al 7°. Per Copenhagenize, è nata una stella. Nell’ambito del bici plan 2015-2025 la Municipalità di Oslo intende bandire le auto dal centro, un’area di 1,3 km2, e puntare a limitare il traffico nella restante parte della città eliminando oltre 1000 parcheggi auto. Ci sono incentivi per acquistare bici cargo e un pacheggio bici all’interno della stazione centrale, lo SykkelHotell, che garantisce un deposito sicuro per qualsiasi tipo di bicicletta. Inoltre, un progetto pilota di bike sharing ha messo in strada biciclette con ruote fat e chiodate per affrontare il ghiaccio dell’inverno.
8° Parigi
La percentuale modale è ancora del 5% nel 2019 nonostante la volontà della sindaca Anne Hidalgo sia di portarla al 15% entro il 2020. Il suo bike sharing, il Vélib, va alla grande con oltre 150,000 iscritti, 1200 stazioni e 2.500 biciclette supplementari promesse all’attuale flotta di 12.000 mezzi. A Parigi, gli incentivi fiscali hanno contribuito a lanciare le cargo bike. Eventi come le Journée Sans Voiture and Paris Respire hanno fatto sperimentare la città senz’auto, ma la convivenza tra scooter e biciclette sulle piste ciclabili è ancora un problema.

Parigi brilla per l’abbondanza di “sensi unici eccetto bici” regolamentati, una misura, a mio avviso, di grande rispetto, tolleranza e civiltà. Gli argini della Senna, sulla Rive Droite, dal tunnel delle Tuileries fino al bacino dell’Arsenale, più o meno da Pont Neuf a Pont de Sully, poco lontani dal Louvre e dal Marais, sono stati di recente chiusi al traffico. Una misura che anticipa il futuro REVe, il réseau express vélo, la realizzazione a lungo sognata – “reve” in francese sta per sogno – di una rete di ciclabili a scorrimento veloce lungo le assi nord-sud ed est-ovest. Un progetto che porterebbe a 1400 km gli attuali 700 di estensione lineare ciclabile.
Tra le misure già applicate dal Plan Vélo, il limite dei 30 km/h tranne che sui pincipali assi di scorrimento, l’indennità di 25 centesimi a km per il bike to work, il rimborso di € 400 sull’acquisto di una bici anche elettrica e sull’abbonamento al bike sharing per chi rinuncia all’auto.
9° Vienna
La campagna motivazionale #warumfährstDUnicht? (#perchéNonPedali?), nel 2018, ha cercato di smontare le scuse più comuni che si adducono per non andare in bicicletta. E ha funzionato. Metropoli per metà coperta di spazi verdi, con 850 parchi, Vienna ha potenziato l’uso delle cargo bike a noleggio e ha di recente lanciato un programma che ne favorisce anche l’acquisto. In città sono state installate 5000 rastrelliere negli ultimi 2 anni. Dal punto di vista della sostenibilità, nell’area urbana risultano adottate misure come la messa in rete delle aree verdi, la gestione delle acque piovane, la creazione di polmoni green lungo tronchi ferroviari dismessi e l’inverdimento verticale delle facciate.
10° Helsinki
Con oltre 1300 km di infrastrutture ciclabili e 20 km di autostrade per le bici (140 km in fase di progettazione), la città sta puntando a una decisa reputazione bike friendly. Dal 2016, il suo bike sharing è cresciuto fino a raggiungere le 3.500 biciclette in servizio, con una percentuale del 74% di cittadini che si dichiara “sicuro” quando pedala.
Le città più ciclabili da 10 a 20
Undicesima nella top di Copenhagenize è la tedesca Brema, seguita da Bogotà, Barcellona e la verde Lubiana, capitale di una Slovenia indipendente dall’ex Iugoslavia nel 1991. Nel 2016 è stata European Green Capital, la designazione che riconosce e rilancia le buone pratiche di sostenibilità urbana. Eccezionale è il suo centro storico totalmente chiuso alle auto, un’area di 10 ettari abitata da 10mila residenti. Una misura complessa, resa possibile dal rafforzamento dei mezzi pubblici, dalla creazione di un sistema capillare di bikesharing e di parcheggi, dalla creazione di 9 ponti sulla Ljubljanca e dalla messa in circolazione dei Kavalir, veicoli elettrici di cui si può disporre, gratuitamente, come un minibus personale, all’interno dell’area pedonalizzata. Questa è anche la capitale europea con la maggiore percentuale di raccolta differenziata, il 61%. I suoi spostamenti a piedi sono passati dal 13% nel 2003 al 35% e uniti a quelli in bicicletta rappresentano un terzo della mobilità totale.
Al 15° posto dell’Indice Copenhagenize sulle città più ciclabili del mondo si è collocata Berlino che il 9 novembre 2019 celebra i 30 anni dalla Caduta del Muro. Al 16° posto è apparsa Tokyo, seguita da Taipei e Montréal, Vancouver e Amburgo. Ripeto, ancora nessuna italiana. Nel frattempo, a Overloon, nella regione del Brabant, nei Paesi Bassi, da metà settembre sarà possibile entrare nell’Overloon Museum dedicato alla II Guerra Mondiale e alla Resistenza in bicicletta. Nel primo museo al mondo aperto anche alle due ruote si potranno attraversare le sale e ammirare le collezioni anche in sella a una bici circolando su un ponte lungo 90 metri sollevato all’altezza di 3 metri. Altri mondi.