ladra di biciclette

il bike blog di una giornalista a pedali, 3° premio Blog Adutei 2019, Giornalista Amica della Bicicletta Fiab 2018

La rinascita del Sentiero Italia, il trekking più lungo del Paese

Negli anni 1990 della sua fondazione era decisamente controcorrente. Nel 2021, la dimensione del viaggio ancora intrappolata nella gabbia invisibile del Covid, il Sentiero Italia, sostenibile e slow, è il trekking a lunga percorrenza sul cui rilancio sta scommettendo il Club Alpino Italiano, l’ente pubblico che conta 500 sezioni e 300.000 soci. Dalla Gallura alle falde laviche dell’Etna, risalendo l’intera dorsale appenninica, l’Alta Via dei Monti Liguri, la Grande Traversata delle Alpi in Piemonte e tutto l’arco alpino fino al Carso triestino, il Sentiero Italia inanella 7.200 km di percorsi di mezza montagna suddivisi in 514 tappe di 20 km circa che terminano in borghi e rifugi dove si può pernottare. Con un dislivello in salita che supera di 36 volte l’Everest, il trekking ricuce, in un unico spettacolare nastro, tutta l’Italia. Ceduto nel 2018 alla cura del CAI dal gruppetto di appassionati di montagna che lo aveva creato, il più lungo trekking italiano è adesso oggetto di una capillare azione di manutenzione, pulizia e digitalizzazione.

mappa sentiero italia

Il Sentiero Italia si amplia nel Sentiero dei Parchi

Ed è pronto per crescere ancora. Un protocollo d’intesa con il Ministero dell’Ambiente, sostenuto da 1,2 milioni di euro per 3 anni, prevede la realizzazione di specifiche varianti, circuiti ad anello e bretelle di raccordo, che includano, in un nuovo eccezionale Sentiero dei Parchi, tutti i 25 Parchi Nazionali, non solo i 16 già attraversati. Il 2021, nota Arianna Proserpio, coordinatrice del team di progetto, “vedrà l’individuazione dei nuovi tracciati all’interno dei parchi, tappe di 20 km con un dislivello massimo di 1000 metri adatte a escursionisti principianti ed esperti, ma non agli esperti dotati di attrezzatura di arrampicata”.

Guide, video e progetti di inclusione

Per quest’anno è anche prevista una campagna di sensibilizzazione car-free dell’intero Sentiero Italia, realizzata con video su alcuni dei maggiori parchi nazionali raggiungibili, dalle più grandi città, con mezzi di trasporto pubblico. Il primo, da Catania all’Etna, verrà presentato al Trento Film Festival di fine aprile. Nello stesso mese è prevista l’uscita della prima delle nuove guide al Sentiero realizzate da autori specializzati (dei 26 autori che hanno realizzato le guide 5 sono donne), il volume Liguria, Emilia Romagna e Toscana (edizioni Idea Montagna – CAI), cui seguirà Trentino Alto Adige e Veneto Friuli Venezia Giulia.

Sentiero Italia ph Pierluigi Valerio

Tra i progetti di rilancio vi è anche la sistemazione di un caseggiato nel comune di Berceto, sull’Alta Via dei Monti Liguri, in un punto cruciale delle rete sentieristica italiana, all’incrocio della Via Francigena con il Cammino degli Dei. Frutto della vincita dell’ultimo Polisocial Award, il progetto “Trekking and walking for inclusion” prevede l’inserimento, nel caseggiato, di persone fragili all’interno dello staff di accoglienza. In un’ottica di inclusione è stato anche avviato uno studio con l’associazione Free Wheels onlus fondata da Pietro Scidurlo finalizzato all’individuazione delle tappe del Sentiero adatte ai portatori di disabilità in carrozzella.

Il Sentiero Italia in mountain bike

In fase di sopralluogo è anche il progetto di mappare il Sentiero Italia per la fruizione in mtb, con i dovuti eventuali aggiustamenti alla tracce. Già individuato dall’Emilia Romagna all’Abruzzo, il sentiero ciclabile è ancora da tracciare nell’area alpina e sulle isole.

Un po’ di storia

Ricordiamo che il Sentiero Italia che attraversa attualmente 16 Parchi Nazionali e 37 Parchi Regionali nasce da un’idea del giornalista camminatore Riccardo Carnovalini come trekking a lunga percorrenza che raccordi, in un unica rete, sentieri già esistenti, in tutta Italia. “Ben presto”, si legge in un documento del CAI che racconta un po’ di storia, “altri escursionisti che operavano nel giornalismo specializzato aderirono all’iniziativa. Tra questi Roberto Mantovani, allora direttore della Rivista della Montagna, Giancarlo Corbellini, Franco Michieli (propugnatore di un andar per monti senza strumentazione di ausilio, di cui puoi leggere il mio Orientamento senza bussola), Filippo Di Donato, Giuseppe Casnedi, Alfonso Picone Chiodo e Donato Vece promotori dell’escursionismo e della sentieristica dell’Appennino meridionale. Ben presto i promotori costituirono formalmente l’Associazione Sentiero Italia, ponendo le basi di un tracciato di raccordo tra i percorsi che già a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 collegavano Tarvisio al Centro Italia.

Nel 1995, l’iniziativa CamminaItalia comincia a tracciare e raccontare le tappe del lunghissimo trekking nella sua prima guida. “A guidare la grande manifestazione, aperta a tutti, furono Teresio Valsesia, Riccardo Carnovalini e Giancarlo Corbellini. Il cammino ebbe inizio il 12 febbraio 1995 a Santa Teresa di Gallura in Sardegna per concludersi 7 mesi e 24 giorni dopo, il 6 ottobre, a Muggia presso Trieste, estremo lembo orientale d’Italia. La camminata si sviluppò per 6.166 chilometri, con un dislivello totale in salita di 316.905 metri. Il progetto riprese nel 1999, su sollecitazione dell’Associazione Nazionale Alpini, per sottolineare gli 80 anni di fondazione. Il CAI, al tempo sotto la presidenza di Gabriele Bianchi, ancora una volta grazie all’impegno di Teresio Valsesia, raccolse la proposta di rinnovare l’avventura. I due sodalizi riunirono quindi le forze e dal 28 marzo al 9 ottobre camminarono insieme sul Sentiero Italia. Come per la prima edizione, il trekking era aperto a tutti. Vi parteciparono 8.000 camminatori, allora un numero record, su 3.025 chilometri; solo 3 sull’intero percorso”.

Il marchio viene poi nel 2018 passato al Clup Alpino Italiano che da due anni, per volontà del presidente Vincenzo Torti, ha provveduto a realizzare la cartografia digitale e a richiederne a volontari la manutenzione continua. L’obiettivo, nell’anno in cui camminare in spazi aperti è diventata un’esigenza dello spirito e non solo del corpo, è quello di risollevare le economie delle terre alte. Speriamo bene.

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