Con 1 milione di passaggi l’anno, 30.200 euro a chilometro di ritorno economico annuo (2017) e 22 castelli, la Loira in bicicletta è la prima ciclovia di Francia.
La più conosciuta, la più frequentata, il più grande successo del cicloturismo europeo che si sta tentando di rilanciare, dopo il Covid, con iniziative raccolte sotto l’#RestartCycleTourism.
Degli 800 km totali, parte della direttiva Eurovélo n. 6 che raccorda l’Atlantico al Mar Nero, un centinaio scorrono nel dipartimento della Loire Atlantique, da Ancenis all’Estuario della Loira. Da quest’anno, fino al 13 settembre, la tratta Orléans – Le Croisic, che equivale alla parte finale della ciclovia della Loira più la parte iniziale della ciclovia Vélocéan sulla costa atlantica, è servita da un treno con 50-83 alloggiamenti per le biciclette. Il trasporto delle biciclette è gratuito.
Prima di sfociare nell’oceano, la Loira in bicicletta attraversa la città di Nantes, una delle città più ciclabili di Francia purtroppo scomparsa dall’indice Copenhagenize, la prima ad aver consentito, nel 2013, ai ciclisti, la svolta a destra con il rosso. Nantes è anche una delle pochissime cittadine a segnalare, con apposita segnaletica, la corsia di passaggio delle biciclette all’interno delle rotonde. Con il suo progetto Le Voyage à Nantes, a cadenza annuale (quest’anno 8 agosto – 27 settembre 2020), è unica in Francia per la cura dell’arredo urbano e la presenza di arte contemporanea negli spazi pubblici. Tra le nuove installazioni dell’estate 2020: Filili Viridi di Jean Jullien al Jardin des Plantes, Rideau di Stéphane Thidet al Teatro Graslin, La Tentation Domestique di Vincent Olinet all’Hôtel de France, Bassin Saint-Félix e Temple du Goût, oltre alla Fontaine di Elsa Sahal sulla Place Royale.
Da Nantes alla costa atlantica, pedalando verso l’intensa luce dell’Ovest, il percorso di 60 km acquista una caratteristica in più: è disseminato da installazioni site specific, opere d’arte inserite dal 2007 in contesti urbani, portuali e naturali che favoriscono la rilettura di un paesaggio per buona parte post industriale. Un filo rosso, all’insegna della creatività in situ, che unisce la città e il grande porto di Saint-Nazaire. Un plus non banale per un itinerario cicloturistico, cui si aggiunge il fatto che le praterie umide dell’Estuario sono, per importanza, la seconda via di passo, in Francia, per gli uccelli migratori. Pedalando, ti fanno compagnia le cicogne.
L’Estuario della Loira è anche un punto nodale nella mappa del cicloturismo della Francia: a Saint-Brevin, stazione balneare sulla lato sud della foce, s’incontrano due dei maggiori assi ciclabili del Paese: la Loire à vélo e la Vélodyssèe che da Roscoff, in Bretagna, arriva fino ai Paesi Baschi costeggiando l’oceano, parte dell’Eurovélo n.1 che raccorda Capo Nord al Portogallo.
Bella variante per chi non ne può più dei Castelli della Loira (nel 2019 interessati dagli eventi che celebrano i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci), la placida avventura cicloturistica sull’Estuario comincia sull’Ile de Nantes, l’isola nel mezzo della Loira collegata al centro storico con più di un ponte e soggetta da tempo a progetti di rigenerazione.
Tra le gru e i magazzini dei vecchi cantieri navali, aree verdi e orti urbani, tra le vecchie Halles che saranno pedonalizzate e la Fonderia Voluz che accoglie l’Accademia delle Belle Arti, ecco le prime installazioni del progetto Estuaire. La scultura informe del caffè l’Assenza, le Strisce Pedonali di rue la Noue-Bras-de-Fer rese sonore, quasi cinguettanti da un meccanismo presente nella facciata del palazzo Manny; il Metro a Nastro Metallico dall’ampiezza e lunghezza smisurata che avvolge e misura il fabbricato Aethica nella stessa strada fino agli Anelli di Daniel Buren, 18 in tutto, sul lungo fiume, una sorta di distrutturazione creativa del paesaggio fluviale. Tutte le installazioni sono perfettamente raggiungibili in bicicletta: ci sono le ciclabili o strade con molto spazio sull’isola che sta diventando l’hub creativo di Nantes.
L’uscita dalla città, in bici, può avvenire lungo il percorso Nord dell’Estuario o Sud, quest’ultimo, nella prima parte, non sull’argine della Loira, un progetto che sarà invece realizzato a breve. Chi vuole rimanere, in bicicletta vista fiume, può seguire l’itinerario settentrionale, poco indicato fino al paesino di Indre. Bisogna assolutamente recuperare all’ufficio del turismo la cartina Estuaire Nantes Saint-Nazaire, le paysage, l’art e le fleuve, e seguirla per riuscire a uscire dal contesto urbano. Il percorso è facile, in pianura, su asfalto e ibrido, spesso in condivisione con il traffico motorizzato.
Il paesaggio industriale e portuale comincia a stemperarsi intorno a Indre dove, tra campagna e villaggetti, cominciano ad apparire i cartelli Loire à vélo. Poco oltre, a Coueron, l’altra sponda della Loira restituisce la vista della Maison dans la Loire dell’artista Jean-Luc Courcoult: una casa disabitata, con le fondamenta inondate, leggermente pendente, solitaria e addormentata come una quadro a tre dimensioni che si offre ai ciclisti.
A Coueron si prende il Bac, il traghettino gratuito che porta sull’altra sponda della Loira a Le Pellerin. La discesa con le bici dal traghetto è ben segnata da una corsia consentita anche a pedoni e cavalli! Cambia il paesaggio: per una ventina di chilometri si pedala in piena pianura lungo il Canal de la Martienière, un canale artificiale scavato nel XIX secolo per consentire la navigazione fino a Nantes, quando banchi di sabbia avevano ostruito il corrispondente tratto della Loira. Il paesaggio, tra mucche, boschi, pascoli e cavalli, è di tono rurale. La ciclabile resta, anche in questo tratto, di asfalto.
Quai Vert a Le Migron, poco prima della fine del Canale, è una piccola area di sosta con bar, ristorante, tavoli esterni per i picnic, toilette. Paimboef saluta i ciclisti con il suo Faro del 1835 ancora in funzione, con le sculture di materiale riciclato lungo il fiume e con il Jardin Etoilé dell’architetto-artista Kinya Maruyama ispirato dalla costellazione dell’Orsa Maggiore. Ancora qualche stradina a carattere rurale, poi si pedala su una départmentale, la strada provinciale, fino a Saint-Brevin-Les-Pins, stazione balneare con ampie spiagge.
Il Serpent d’Océan di Huang Yong Ping, grandiosa scultura a fior d’acqua sulla spiaggia dietro il Museo della Marina, pare uscito da uno scavo archeologico marino. Il movimento sinuoso dello scheletro lo rende quasi “vivo”: sembra aver attraversato mari e oceani prima di approdare con le sue grandi fauci su questa spiaggia. La linea delle vertebre gioca con le maree e con la curva del ponte di Saint Nazaire. Non riesce a nascondere il profilo della raffineria e dei cantieri navali sulla sponda opposta. Ma in bici basta rimontare sui pedali e cercare agilmente un’altra vista. Come quella della lunghissima spiaggia della Cote de Jade, poco più a sud… Una vera sorpresa per chi pensa che la Loira in bicicletta sia una semplice infilata di castelli.
Vélo: bicicletta
Location de vélos: punto di noleggio
Véloroute: ciclovia
Bande cyclable: corsia ciclabile
Piste o axe cyclable structurant: pista ciclabile in sede separata
Réparateur: ciclofficina
Zone apaisée: soggetta al limite di 30 km/h
Location de vélos en libre service: bike sharing
Double-sens cyclable: senso unico eccetto bici
Train aménagé pour l’accueil des vélos: treno dotato di alloggiamento biciclette
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