Non vi dirò di chi sono le tre o più gambe da ciclista che appaiono in questa immagine. Siate certi, però, che sono gambe di donne cicliste che conosco bene, una in particolare. Queste gambe in incognito le ho incontrate qualche settimana fa alla cena che Francesco Moser offriva nel Maso fuori Trento dove coltiva uva e rose, e produce vini con ottime bollicine ed etichette decisamente evocative, come quella che ricorda il suo record dell’ora a Città del Messico: 51,151.
Tra un bicchiere e l’altro, interrogandomi sulla domanda “la bicicletta, lo spinning, la cyclette, l’hydrobike e l’indoor cycling ingrossano le gambe?” ho osservato i polpacci delle cicliste che il giorno dopo, l’8 luglio, avrebbero preso parte alla Moserissima, la ciclostorica che parte dalla spettacolare piazza Duomo di Trento, per compiere, lungo la ciclabile dell’Adige, l’anello che passa da Aldeno, Salorno, Meano e dal ristoro di casa Moser.
Per aver pedalato più volte e a lungo con le amiche dell’associazione sportiva Turbolento, so che le donne che vanno in bicicletta o che fanno spinning in palestra non vogliono spingere o andare troppo in salita per non farsi venire le gambe grosse. Un pensiero ossessivo che si concentra anatomicamente e psicologicamente su cosce e polpaccio. O che, come scrivo nell’articolo su Come alzare il metabolismo in bicicletta, si presenta puntualmente dopo le feste o periodi di sedentarietà.

Gambe da ciclista: è vero che la bici ingrossa le gambe?
A prescindere dallo sport, le gambe si sviluppano in conseguenza del modo in cui vengono usate, sia fisicamente sia psicologicamente. Gli studi sullo psicosoma affermano che esistono quattro tipi fondamentali di gambe, che rivelano i modi estremi in cui una persona può radicarsi o motivarsi:
- gambe deboli e sottosviluppate
- gambe massicce e ipermuscolose
- gambe grasse e sottosviluppate
- gambe sottili e contratte.
Nel primo caso, è difficile “tenersi in piedi” e radicarsi, a causa di un debole sistema di autosupporto. Il secondo caso rivela una personalità rigida, resistente ai cambiamenti, al movimento, a ogni forma di attività spontanea e non strutturata. Gambe grasse, ma deboli denotano individui che hanno difficoltà a intraprendere una nuova azione, come se avessero i “piedi di piombo”. Nel quarto caso, si tratta di persone che si danno apparentemente molto da fare: la loro energia sembra scorrere a scatto; spesso nelle giunture vi è malessere, ma non grazia o armonica mobilità.
Le gambe, in sostanza, denotano la maniera in cui ci aggrappiamo alla vita. Noi cicliste, mi risulta, ci aggrappiamo soprattutto al manubrio… Le mie gambe, che hanno molto ballato il tango prima di innamorarsi della pedalata, non hanno ancora ben deciso in che categoria cadere… Ma non è questo il punto.
Il ciclismo e lo spinning fanno dimagrire o ingrossare le gambe?
Nella mia esperienza, l’uso intensivo e sportivo della bici non fa le gambe belle, né le fa dimagrire: non sviluppa armonicamente tutti i muscoli della gamba come fa, ad esempio, il pattinaggio o la danza. In bici, i quadricipiti femorali si ingrossano più del resto e se non si pedala in salita, si sviluppano poco anche i glutei, che tutti, uomini e donne, vorremmo tonici. Altra cosa che ho osservato è che il ciclismo o lo spinning indoor fanno generalmente dimagrire i fianchi.
Per risolvere quindi ogni dubbio ho incontrato, a Roma, Massimo De Ritis, preparatore sportivo di provata esperienza, appassionato di ciclismo e specializzato in recupero funzionale di sportivi che hanno problemi a ginocchia, colonna e spalle. Sul sui sito Progetto Sport trovate tutto di lui: curriculum, attività, articoli scritti in tempi non sospetti per la rubrica Profumo di donna sulla rivista Ciclismo.
Attenzione alla vitamina D
“A differenza della corsa”, esordisce Massimo, “la bici non crea problematiche osteoarticolari o compressioni, a patto che la posizione sia giusta. In questo caso, visto che i movimenti sono ciclici e a catena chiusa, una catena troppo chiusa o troppo aperta, ovvero una posizione in sella non corretta, potrebbe portare a problemi alle anche e alle ginocchia”. Ma le gambe da ciclista si ingrossano o si snelliscono? “Superata una certa età”, continua Massimo eludendo la domanda, “le donne cicliste, come le nuotatrici, devono tenere sotto controllo il dosaqgio del calcio e della vitamina D. Bici e nuoto sono sport che non prevedono sforzi gravitazionali: l’impatto con il suolo, come nella corsa, stimolerebbe invece l’equilibrio tra i meccanismi di fissaggio e di rimozione del calcio”.
La leggenda del polpaccio
Ma i polpacci diventano più grossi? “Nei movimenti ciclici e concentrici, il muscolo si accorcia sempre: bisogna quindi compensare con pesi, Pilates, yoga, corpo libero, per stimolare il tessuto osseo attaccato ai tendini. Le cicliste devono soprattutto allungare i posteriori della coscia, il tendine di Achille e lo psoas; rafforzare il core, l’addome, per rimanere stabili sulla sella e sulle braccia”. Ciò vale anche per lo spinning o l’indoor cycling.

Massimo, insisto, ma è vero o no che la bicicletta o lo spinning ingrossa le gambe delle donne? “Non è vero!”, finalmente risponde, “è solo una leggenda: la forma del muscolo del polpaccio è stabilita geneticamente. Può aumentarne il tono, che non deve essere confuso con il volume. Dotate di meno testosterone degli uomini (il 15% in meno circa) che aiuta a mettere sù muscoli, fa sì che le donne cicliste devono allenarsi con rapporti più agili”, puntando meno alla massa.
Altrimenti? Altrimenti si avvera la leggenda: si ingrossa o, come ho imparato a dire, prende tono il muscolo peroneo breve e lungo, situato nella parte anterolaterale della gamba. Quello, per intenderci dove una certa ciclista nella foto di apertura ha il tatuaggio. Cercatela tra le ciclostoriche come L’Eroica e chiedetele cosa ne pensa della famosa leggenda del polpaccio…
Chiudo in bellezza citando l’incipit della poesia del grande cileno Pablo Neruda, Rituale delle mie gambe:
Lungamente sono rimasto a guardare le mie lunghe gambe,
con tenerezza infinita e curiosa, con la mia abituale passione,
come fossero state le gambe di una donna divina profondamente affondata nell’abisso del mio torace:
ma è che veramente, quando il tempo, il tempo passa sulla terra, sul tetto, sulla mia testa impura,
e passa, il tempo passa, e nel mio letto non sento di notte una donna respirare, dormire nuda al mio fianco,
allora strane, oscure cose prendono il posto dell’assente, viziosi, malinconici pensieri
disseminano per la camera possibilità importune,
e così, allora, guardo le mie gambe come se appartenessero a un altro corpo
e fossero unite con forza e dolcezza alle mie viscere…
