I sudditi attendono il ritorno della Principessa del Galles, William al contempo avrebbe espresso il suo scetticismo a Kate Middleton.
L’autore ed esperto reale Robert Jobson è tornato in libreria con il suo nuovo volume: Catherine, The Princess of Wales. Una biografia pubblicata forse nel momento propizio, considerando l’attuale indice di gradimento della futura sovrana. La malattia infatti, per quanto gravosa, ha contribuito ad alimentare empatia e senso di appartenenza nei sudditi inglesi. Quasi con fare morboso, il mondo intero attende di ricevere aggiornamenti circa le sue condizioni di salute. Ed è per questo che l’opera di Jobson cade in un certo senso a fagiolo. Il libro, come spesso accade, contiene dei contenuti inediti.
Le biografie sui reali drizzano da sempre le antenne dei protagonisti, determinati a tutelare la propria privacy e mantenere una certa immagine pubblica. Spare – Il Minore, ad esempio, si è ritorto contro il suo autore come un effetto boomerang, proprio perché i lettori non hanno apprezzato il tentativo di Harry di mortificare il fratello, esponendo fatti e discussioni avvenute in privato. Il libro sulla Principessa del Galles non è da meno e purtroppo contribuisce a concretizzare l’opinione riguardante l’indole spigolosa del futuro monarca, il principe William.
Kate Middleton, il retroscena colpisce i cittadini inglesi
La Principessa del Galles ha sostenuto sin dal principio la sua volontà di tornare presto operativa. Jobson, oltre a produrre un excursus del suo percorso come membro senior della Royal Family, tratta anche gli ultimi mesi che l’hanno vista protagonista. L’autore spiega come il carattere dolce e razionale di Kate contribuisca a smussare l’indole fumantina del primogenito di Re Carlo III.
Non è la prima volta che William viene descritto come scontroso e talvolta eccessivamente esigente. Una tesi, questa, sostenuta dal fratello minore, ma anche dall’ex maggiordomo di Diana Spencer. Paul Burrell l’ha definito “ferocemente protettivo” in relazione alla decisione di Kate di tornare progressivamente ad occuparsi degli impegni ufficiali. Si tratta tuttavia di una tutela che si scontra con il desiderio di mantenere un’immagine pubblica adeguata.
Secondo Jobson infatti, quando scoppiò lo scandalo associato al famoso scatto che ritraeva la consorte insieme ai figli per la Festa della Mamma – la web community identificò l’utilizzo del photoshop – l’ufficio stampa propose a William di utilizzare la dicitura “noi”, facendo così riferimento ad un “nostro” errore, ma il diretto interessato si oppose. “William non ha voluto, dopotutto non era stato lui a scattare la foto” – ha rivelato lo scrittore.