ladra di biciclette

il bike blog di una giornalista a pedali, 3° premio Blog Adutei 2019, Giornalista Amica della Bicicletta Fiab 2018

Italia in bicicletta: esce il 5 maggio il 1° volume Ciclovie con vista: laghi e fiumi

La malinconia del cicloviaggiatore non esiste. Dietro ogni curva può aprirsi uno spettacolo inatteso, un incontro non previsto, una folata spiazzante di profumo: un campanile sostenuto da un vassoio di nebbie, come nelle Langhe; un gregge di pecore che non lascia varco alla ruota, come accadute sul Gennargentu; meli in fiore in fuga prospettica che ti stordiscono con aromi di talco e moscato rosa, come in Val Venosta. Una sensazione di felicità gentile che si rinnova a ogni uscita, a ogni viaggio. In bicicletta si va lontano, contestualmente si contempla e si annusa il paesaggio, attivando tutti i sensi.

L’assenza di filtri tra la pelle e l’ambiente ci espone a qualsiasi variazione di temperatura e di vento. La sensibilità si acuisce. La capacità di leggere il paesaggio pure. Un privilegio riservato ai lenti. Il contatto così intimo con l’ambiente spazza via i cattivi pensieri e lascia spazio alla gioia. La ripetitività della pedalata fa sì che la mente possa sganciarsi, divagare, accogliere l’intuito. La produzione di ormoni del benessere crea un circolo pulsione/ricompensa che porta a continuare e distoglie dalla fatica delle salite. L’atto del pedalare si aggancia a un lascito evoluzionistico ben conosciuto che deriva dall’istinto primordiale di esplorare il territorio per cercare sostentamento, la caccia persistente.

Perché partire? La bicicletta è uno dei pochi mezzi che consente di fare sport e allo stesso tempo andare lontano, senza sprecare carburante. Si parte per vedere il mondo finché c’è, apprezzandone la diversità culturale e di paesaggio, prima che diventi un’unica grande replica di se stesso. In bicicletta s’impara anche a viaggiare riducendo il bagaglio al minimo. Ciò che conta è preparare con cura il viaticum, il necessario per da caricare nelle borse. Quindi anche il bagaglio interiore. Alcuni si chiedono: il rossetto dove lo metto? È vero che i ciclisti spezzano lo spazzolino per renderlo più leggero? Se non si possiede senso dell’orientamento si fa appello ai ciclo-computer. E se il tempo per allenare la gamba prima della partenza è venuto a mancare, si comincia con agio, con pochi chilometri al giorno.

Il resto lo fa la strada. I ciclisti pedalano dove c’è poco traffico o sulle grandi ciclovie che uniscono, su un percorso per lo più razionale, due città o località geografiche, come accade per l’Alpe Adria, in Friuli Venezia Giulia, che raccorda Tarvisio, nelle Alpi Giulie, a Grado, nell’Alto Adriatico. Si tratta per lo più di percorsi misti che raccordano piste ciclabili asfaltate costruite sul modello trentino e altoatesino, a tratti di strade a bassa percorrenza di traffico di cui l’Italia è ricchissima, ideali per il cicloturismo. Alcune grandi direttive ciclabili sono dotate di una buona segnaletica, altre presentano interruzioni e margini di miglioramento. Esistono anche percorsi ciclabili come la Via Francigena che combinano tratti a traffico misto a sentieri per lo più sterrati, separati dal cammino dei pellegrini a piedi.

Le piste ciclabili realizzate interamente in sede propria come quelle della Val Pusteria e della Val di Sole sono invece perfette per gli spostamenti più brevi, anche con i bambini. Chi viaggia in bici da corsa sceglierà strade a basso impatto di traffico e ad alto fascino paesaggistico, con un buon fondo stradale e altimetrie mosse come accade in Toscana, in Emilia Romagna, in Basilicata e tra le Dolomiti. Gli amanti della mountain bike prediligeranno gli sterrati che consentono di penetrare profondità in contesti naturali sconosciuti.

La collana “Italia in bicicletta” che ho il piacere e il privilegio di curare per conto di IceiGeo, National Geographic e Gruppo Gedi, che uscirà con La Repubblica a partire dal 5 maggio 2022, ha tenuto conto di ogni gusto e predisposizione. La scelta dei titoli tematici è determinata dalla volontà di superare la già tanto utilizzata suddivisione geografico-regionale. Abbiamo osato proporvi titoli diversi e accattivanti. Nel complesso, gli 8 volumi della collana contengono 96 percorsi ciclistici distribuiti tra le varie Regioni italiane, pedalabili anche dai non esperti con una bicicletta a pedalata assistita.

Nell’intento di raccontare il meglio dell’Italia ciclabile e di rendere i percorsi replicabili, abbiamo scelto itinerari dotati di segnaletica su strada o di cui si riuscissero a scaricare le tracce Gpx. Oltre i due terzi dei percorsi sono stati scritti da cicliste. Questa diventa la prima collana sulla bicicletta in Italia dove si attesta la crescita del numero di donne in bicicletta, quindi di autrici. I loro testi, come quelli degli autori, non hanno intenzione o valenza di guida. Usateli per trarne ispirazione. Per tirar fuori dalla cantina una certa bicicletta, quella cartina o quel desiderio di viaggio riposto in un cassetto. Per cominciare adesso, già con la lettura, a coltivare il contrario della malinconia.

A questo link del Gruppo Gedi il piano delle uscite in edicola.

 

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