In bicicletta, si può arrivare fino in Paradiso. È ciclabile in parte la variante in bicicletta del Cammino di Dante, l’itinerario a piedi nato nel 2011 per inanellare, nella zona più fitta di occorrenze dantesche, i luoghi tra Ravenna e Firenze dove Dante soggiornò negli anni dall’esilio fino alla morte. Nel 1302, colpito dalla condanna all’esilio e al pagamento di una multa di 50 fiorini piccoli per accusa di baratteria, Dante cominciò una vita da viandante, in cerca di ospitalità e alleanze. La storia e la leggenda lo rintracciano nella Pieve di origine longobarda di Polenta, nel palazzo degli Scarpetta Ordelaffi a Bertinoro, a Forlì, nel Casentino.

Tra il 1319 e il 1321 soggiornò a Ravenna sotto la protezione del podestà cittadino Guido Novello. Prima di morire di febbre malarica il 14 settembre, scrisse gli ultimi 13 canti del Paradiso, i cui versi risentirono indubbiamente delle suggestioni ricavate dalle visite alla basiliche del V e VI secolo con i magnifici cicli musivi volti a esaltare la gloria di Dio. La descrizione dei cieli stellati del VI Canto del Paradiso rimanda alle volte del Mausoleo di Galla Placidia e alle decorazioni dell’abside della Basilica di Sant’Apollinare in Classe.

L’itinerario ciclabile del Cammino di Dante
Ed è proprio a Ravenna che comincia il Cammino, nella città che ha rinnovato il Museo Dantesco del Chiostro di San Francesco, che ha lanciato un ciclo di mostre e appuntamenti a tema nell’anno del 700° anniversario della morte, nonché un ciclo di letture dei Canti davanti al tempietto neoclassico che ne conserva, dopo varie peripezie e dislocazioni, le spoglie.
Di 21 tappe e 380 km di lunghezza, segnalato dalla sigla CD, il Cammino scorre per lo più su sterrati e strade bianche, lungo gli argini dei fiumi, su vecchie mulattiere medievali di raccordo tra i paesi dove è affascinante pensare che, a piedi o a cavallo, abbia proceduto lo stesso poeta. Sospeso tra storia, poesia e necessità di trovare il miglior tracciato per camminatori che devono, alla fine della giornata, trovare riposo e ristoro, il Cammino di Dante è uno dei 14 cammini storici in Italia che rilascia l’apposita credenziale.

La sua versione ciclabile, proposta in mtb elettrica ed ebike da turismo, è descritta sul sito DanteBike.it, i servizi a terra prenotabili anche con RavennaIncoming visto che la segnaletica, in via di definizione con la Regione Toscana, non è ancora collocata. Nel frattempo, muniti anche della cartina Di Rocca in rocca nella Romagna dello Spungone, si può già pedalare.
Le morbide colline preappenniniche, adesso verdissime, tra Bertinoro e Castrocaro Terme sono attraversate dal percorso Spungone (la dorsale rocciosa da cui fuoriescono acque termali e si producono ottimi vini) Bike di 48 km con 1.240 di dislivello, disseminato di rocche e affioramenti dell’antica barriera corallina.

Da Dovadola a Portico di Romagna
Spettacolare, l’itinerario ciclistico si sovrappone per buona parte al Cammino di Dante nel tratto tra Dovadola e Portico di Romagna in cui il paesaggio, più aspro, regala già scorci di Appennino e la vista dei primi crinali del Parco delle Foreste Casentinesi.
Si parte dal paese “montano” di Dovadola, non senza aver dato un’occhiata alla bottega liutaia di Foscolo Lombardi (che, nella decorazione dei suoi strumenti gioca anche figurativamente con la serie di Fibonacci) e aver fatto scorta di pane al sambuco al piccolo forno eccellente Nel nome del pane.

Pedalando in direzione del Monte Trebbio (una deviazione a nordovest della strada provinciale Tosco-romagnola), dopo una salita in un paesaggio-spettacolo di appena 6 km, si fa una piccola sosta al Monumento del Ciclista dove una citazione di Pantani ricorda a noi comuni ciclisti che “la grinta o ce l’hai o non ce l’hai…”.

Si scende in direzione del Monte Pratello e in località Montebello si lascia momentaneamente il Cammino per continuare sulla strada asfaltata che, tra ginestre, acacie, faggi, conifere e alberi di sambuco, scende costeggiando il Monte Chioda e il Monte Forcella fino a Rocca San Casciano. Per il ciclista è un vero paradiso: le strade sono del tutto dimenticate dal traffico motorizzato. A San Casciano, una deviazione o ovest, all’entrata del paese, fa raggiungere in direzione del Monte del Sasso il cosiddetto “vulcano”, in realtà una fontana ardente, nelle vicinanze del Villaggio Monte Busca, sulla sommità di una collina appiattita.

Si arriva così, ormai in discesa e sul percorso del Cammino di Dante, a Portico di Romagna, paese appenninico ai margini del Parco della Foreste Casentinesi, dove si trova il Palazzo Portinari appartenuto alla famiglia di Beatrice e un caratteristico ponte medievale a schiena d’asino. Qui brilla la stella di Al vecchio convento, tappa di gastronomia creativa e albergo diffuso di 15 camere, il primo dell’Emilia Romagna, dove si viene per le lezioni di cucina e quelle di italiano per stranieri. Una sosta golosa imprescindibile gestita dallo chef Matteo Cameli con la famiglia. Altri possibili itinerari in bicicletta in Romagna sono descritti al sito RomagnaBike.
