Per quanto desiderabile sia, per i cicloviaggiatori, abbinare il treno alla bicicletta, l’intermodalità resta, in tutta Europa un percorso a ostacoli. Una recente indagine dell’Università dell’Insubria svolta in collaborazione con FIAB, Federazione Ambiente e Bicicletta su un campione di 940 cicloturisti italiani, rivela che il 32% usa il treno in abbinamento alla bicicletta. La European Cyclists’ Federation (ECF) testimonia, con una ricerca dello scorso giugno, che l’intermodalità è attualmente un’opzione difficilmente praticabile in Europa. La mappa disegnata dalla ECF sulle possibilità di trasporto in bicicletta sui collegamenti ferroviari veloci mostra quanto sia impossibile trasportare biciclette a bordo del 53% dei collegamenti ferroviari ad alta velocità tra le capitali e le grandi città d’Europa. Sul 33% di questi treni, il trasporto di biciclette è vietato in modo assoluto. In media, i ciclisti impiegano 2 ore e 45 minuti in più rispetto ai viaggiatori senza bici, costretti a prendere treni meno veloci per poter caricare le due ruote. Con molte disparità tra un paese e l’altro.
Milano Roma con bici al seguito: 8,33 ore invece di 2,55
Se i servizi sono buoni in paesi come Austria, Germania e in generale nell’Europa Centrale, la Scandinavia e l’area Mediterranea (Francia, Italia, Spagna) presentano molta criticità. Da Copenaghen a Stoccolma è impossibile portare a bordo una bicicletta non smontata. Da Parigi a Lussemburgo, una tratta che si copre normalmente in 2,14 h, ci voglio 3 cambi e 11,48 h di tragitto per viaggiare con una bicicletta al seguito. Quello della tratta Parigi Lussemburgo è il peggiore dei casi individuati dalla European Cyclists’ Federation. L’Italia però non è da meno. Il collegamento in alta velocità Milano Roma di 2,55 h diventa di 8,33 h, con 2 cambi, per i ciclo viaggiatori con bici al seguito. In Spagna, il tragitto ad alta velocità di 2,25 h Barcellona a Valencia diventa di 5,55, con un cambio, per chi non vuole smontare la bici e riporla nella sacca da viaggio. Un vero disastro.
4 posti bicicletta su ogni treno
Ciò nonostante, il Parlamento Europeo ha previsto che debbano esserci almeno 4 spazi bicicletta a treno, la metà di quelli richiesti nel 2018. L’indicazione è valida per i treni da ristrutturare e di nuova generazione, anche ad alta velocità, i regionali, gli Intercity e i transfrontalieri. I negoziati tra le istituzioni europee per aggiornare il regolamento sui diritti dei passeggeri nel trasporto ferroviario dell’Unione Europea sono terminati il 1° ottobre. È il momento di agire. La ECF aveva richiesto un alloggiamento dedicato per almeno 8 biciclette a treno, consentendo alle ferrovie di ogni Stato due anni di tempo per adeguarsi. Una misura fondamentale se si vuole ridurre del 90% le emissioni di CO2 entro il 2050. In Italia le Ferrovie hanno aderito aprendo a 6 biciclette a convoglio sugli Intercity Roma – Reggio Calabria e Roma – Salerno come scrivo in Bicicletta sul treno, una lunga storia di disamore tutta italiana.
A questo link troverete le informazioni necessarie per viaggiare in Francia con la bici al seguito.