Arriva il vero incubo per i taxi tradizionali, con questi ti sposti su due ruote. Nel resto del mondo lo fanno già da tanto tempo.
Nel nostro paese i taxi sono spesso al centro di discussioni e dibattiti che arrivano ai vertici della politica. Le proteste dei tassisti quando si parla di modificare qualcosa riguardo alla concessone delle licenze o quando entrano nuovi competitor nel settore della mobilità pubblica – competitor come Uber o Bolt per fare due esempi di servizi molto usati – sono praticamente una costante.
Chissà che anche l’arrivo di una società tutta nuova che potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui ci spostiamo in taxi non porti i tassisti a protestare ancora con maggiore fervore. Al centro di questa novità, il concetto di scooter-taxi, qualcosa che in altri paesi dove il traffico è perfino peggiore di quello di metropoli notoriamente congestionate come Milano o Roma.
In molte nazioni africane o asiatiche dove le strade sono letteralmente ostruite dal traffico ogni singolo giorno, i tassisti usano spesso motorini o scooter per portare uno o due passeggeri – nel caso di un sidecar – alla meta il più rapidamente ed agevolmente possibile. In Italia al momento non abbiamo nulla del genere almeno, non lo avevamo prima di questa notizia.
Nel mese di maggio è arrivata la notizia che la App Fasto è sbarcata ufficialmente in Italia, in città come Roma, Torino, Napoli, Firenze e Brindisi. Questo sistema permette ad un centauro di diventare rider – scaricando l’app – e ad un cittadino di richiedere una corsa – scaricando un’altra app collegata – un po’ come una sorta di Uber che si impiega in moto o scooter.
Fasto si può vantare di essere la prima compagnia ad operare con questo sistema in Europa e nello specifico, nel nostro paese dove la cultura del taxi-scooter è pressoché inesistente. Diventare un driver per Fasto non è difficile, basta avere diciotto anni, un’abilitazione professionale di tipo KA ed una patente conforme al tipo di ciclomotore guidato. Si ottiene quindi un compenso per ogni corsa portata a termine.
Teoricamente parlando però, ancora prima delle eventuali proteste dei colleghi in automobile, i moto-tassisti potrebbero incontrare un problema legislativo. Infatti, l’Articolo 86 del Codice della Strada non consente teoricamente la pratica in quesitone: “chiunque, senza avere ottenuto la licenza prevista dalla legge, adibisce un veicolo a servizio di piazza con conducente o a taxi è soggetto a una multa da 1.812 a 7.249 euro più confisca del veicolo”, enuncia il CDS. Meglio informarsi, insomma, su come funziona il servizio, se si decide di aderire in quanto guidatori.
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