La natura ci sorprende in continuazione e ci insegna a non fermarci alle apparenze, bisogna scavare più a fondo.
Molti, alla domanda “qual è il l’essere vivente più grande del mondo?” dibatterebbero tra due protagonisti: la balenottera azzurra e l’elefante africano. Ma qual è il vero gigante tra i due? C’è da dire che la balenottera azzurra riesce a raggiungere una lunghezza davvero impressionante, fino a 30 metri. Di certo, nel vasto oceano non passa inosservata.
D’altra parte, l’elefante africano, simbolo di potenza e maestosità nelle savane, può superare il peso delle 6 tonnellate. Anche in questo caso, sarebbe molto difficile non notarlo. In realtà, sebbene questi due animali siano rispettivamente l’animale più grande del pianeta e l’animale più grande sulla superfice, nessuno dei due è l’essere vivente più grande del pianeta.
La grandezza si nasconde nelle piccole cose: ecco il vero gigante del pianeta
In questa guerra tra giganti, c’è una terza opzione che quasi nessuno prende mai in considerazione. In realtà, l’essere più grande del pianeta altro non è che un fungo, più precisamente l’Armillaria ostoyae. Come può un piccolo fungo essere più grande di una balenottera e di un elefante? La risposta è molto semplice, basta guardare oltre la superficie. Questa tipologia di fungo cresce precisamente nella foresta dell’Oregon, negli Stati Uniti.
Questa straordinaria scoperta è stata fatta nel 1998, a seguito della misteriosa morte di ben 112 alberi. Cercando la causa di questa morte, i ricercatori sono risaliti ad un fungo, ma non si trattava di un solo singolo fungo, ma di un intero organismo gigantesco che, sotto terra occupava 960 ettari, uno spazio paragonabile a 1665 campi da calcio.
Parliamo quindi di un’intera colonia di organismi che crescono e si ampliano sotto i nostri stessi piedi tra terra e roccia. Chiamato anche fungo del miele, fa parte di quelli che comunemente noi conosciamo come chiodini. Presenta dei colori chiari e nel periodo di riproduzione si possono osservare dei ciuffi sul cappello, altro non sono che dei corpi riproduttivi a grappolo.
Abbiamo a che fare con un essere molto tenace che non solo indebolisce le conifere ma rappresenta per loro una vera e propria minaccia, come è stato stabilito dallo studio del 1998. Nel 2019, un altro studio ha appurato che riesce ad adattarsi bene anche ai cambiamenti climatici.
È proprio vero che non bisogna fidarsi delle apparenze, quello che può sembrare un piccolo organismo perso in una foresta si rivela essere l’essere più grande del pianeta. Ma a quanto pare è anche uno degli esseri più antichi, infatti, sembra che abbia un’età che va dai 2000 agli 8000 anni.