Entrano in scena due nuove opzioni per andare prima in pensione ma attenzione a quale scegli: la differenza economica è notevole.
Buone notizie per chi non vede l’ora di lasciare il lavoro e godersi il proprio tempo libero: entrano in scena due nuove misure di prepensionamento decisamente molto convenienti. Dunque aumentano le “vie di fuga” dal lavoro che consentono di accedere alla pensione prima dei 67 anni stabiliti dalla legge Fornero.
Ricordiamo, infatti, che ad oggi – essendo ancora in vigore la legge Fornero del 2011 – per accedere alla pensione di vecchiaia è necessario avere almeno 67 anni di età e non meno di 20 anni di contributi. Inoltre potrà andare in pensione solo chi avrà maturato un assegno previdenziale d’importo pari o superiore a quello dell’Assegno sociale che, per il 2024, corrisponde a 534,41 euro al mese.
La verità è che un’età pensionabile spostata così in avanti non piace quasi a nessuno, neppure ai sindacati in quanto non agevola il ricambio generazionale nei luoghi di lavoro e favorisce la disoccupazione tra i giovani. Pertanto sono sempre ben viste nuove opzioni per accedere prima alla pensione.
Ma attenzione a quale strada si sceglie di percorrere perché in alcuni casi il rischio è quello di perdere un mucchio di soldi. Ad esempio le due misure di cui trattiamo oggi hanno notevoli differenze in termini di importi di assegni previdenziali: si differenziano l’una dall’altra di ben 700 euro.
Pensione anticipata: attenzione a quale opzione scegli o perdi un mucchio di soldi
Il Governo di Giorgia Meloni è al lavoro per la prossima manovra di Bilancio. Il nodo cruciale da sciogliere è quello delle pensioni. Tuttavia, vista la mancanza di adeguate risorse economiche e l’impossibilità di fare ulteriore debito, sembra impossibile una riforma delle pensioni strutturale.
Si avanza l’ipotesi di qualche modifica alle misure di prepensionamento già esistenti. Quasi sicuramente verrà riconfermata Quota 41 mentre in bilico è Quota 103. Per il momento, comunque, sono ancora fruibili entrambe le misure che, per molti, sono decisamente vantaggiose.
Entrambe consentono di accedere alla pensione una volta raggiunti i 41 anni di contribuzione ma c’è una differenza importante: con Quota 41 – una volta raggiunti i 41 anni di contributi – si può accedere alla pensione a qualunque età; mentre con Quota 103 è necessario aver compiuto 62 anni di età.
L’altra differenza notevole riguarda l’importo della pensione che una persona andrà a ricevere. Infatti chi accede alla pensione con Quota 41 avrà un assegno previdenziale calcolato con il sistema misto che è piuttosto vantaggioso. Chi, invece, opta per Quota 103, da quest’anno, è costretto ad accettare il ricalcolo contributivo della pensione.
Con il ricalcolo contributivo si possono subire notevoli perdite: anche il 30% in meno ogni mese. A questo punto viene spontanea la domanda: perché mai qualcuno dovrebbe scegliere Quota 103 anziché Quota 41? La risposta è semplice: Quota 41 si rivolge solo a categorie specifiche.
Infatti possono accedere alla pensione anticipata con Quota 41 solo: caregiver, lavoratori con invalidità pari o superiore al 74%, disoccupati che non ricevono più la Naspi e addetti ai lavori usuranti. Non solo: per fruire di Quota 41 è indispensabile aver versato almeno 1 anno di contributi – effettivi e non figurativi – prima di aver compiuto 19 anni.