ladra di biciclette

il bike blog di una giornalista a pedali, 3° premio Blog Adutei 2019, Giornalista Amica della Bicicletta Fiab 2018

Danimarca: le ostriche, le dune e le spiagge infinite dello Jutland

Jutland: il posto delle ostriche, delle dune spazzate dai venti di Nordovest, delle locande della buona cucina, delle distese di betulle infinite. Ma anche la penisola delle case a graticcio che sanno di Medioevo, degli aquiloni coloratissimi che volteggiano sul mare, dei “baden hotel” bagnati dalla luce del Wadden See, l’unico Parco Nazionale Marino in Danimarca, stazione di posta di eccezionali correnti migratorie. Un viaggio da compiere in bicicletta secondo le indicazioni del locale ente del turismo. Arrivi a Ribe, la cittadina più antica dello Jutland centroccidentale (la grande penisola del Nord Europa che comprende la parte continentale della Danimarca e la parte più settentrionale della Germania), ed è già campagna, la quintessenza della pianura nordica. Le facciate sono colorate intorno alla piazzetta centrale con la bella Cattedrale del 1150 e il Vikinger, il museo dell’epoca vichinga aspetta grandi e piccoli su piazza Odins.

Ribe Jutland Danimarca

Si lasciano i bagagli al Ribe Byferie, curioso “hotel diffuso” con casette in mattoni con il tetto spiovente. Sulla pedonale cittadina, con una terrazza con vista sul fiume Ribe, ci sediamo a tavola da Kolkbig, un vecchio deposito di merci dove si stipavano pesce, caffè, cioccolata diretti nei Paesi Bassi. Il profumo di cacao è andato. Ma non le volticelle di mattoni, i vecchi lampadari, le candele appese che fanno da contorno a una sfilata di tapas in chiave Wadden See: salmone, gamberetti locali, prosciutto e agnello, vera specialità della penisola dello Jutland, provenienti da queste campagne. Questo è anche l’unico ristorante danese con la licenza di raccolta diretta di ostriche.

La penisola dello Jutland, in Danimarca: alla ricerca delle ostriche in pieno mare

Un’attività trasformata dai pescatori della costa in un safari per turisti: si parte con le calosce di gomma e la tuta cerata per raggiungere a piedi, percorrendo fino a 6 km, i banchi di ostriche selvagge appena al largo, a marea bassa. Tra sabbia e alghe si può già assaggiare, con accompagnamento di champagne e salsina preparata ad hoc con il fornellino, da nostro ranger di mare. Attenzione a non tagliarsi, attenzione a non farne indigestione: le grandi conchiglie sono gratuite in questo gioco dell’ostrica, ma a rischio è il proprio stomaco!

Jutland faro e spiaggia, Danimarca

Piatta è anche l’isola di Fano, a 12 minuti di traghetto dalla vicina Esbjerg, dove in giugno, da 27 anni, si svolge un eccezionale raduno di aquiloni, il più grande nel mondo. Case sparse con il tetto impagliato, 13 chilometri di spiagge (su un’estensione totale di 15 km per 5) sul versante occidentale per qualche curioso fattore non eroso da venti e correnti, lì dove un tempo fiorivano i cantieri navali delle imbarcazioni di legno, Fano custodisce antiche casette con il tetto a gradoni, alla maniera olandese, intorno al piccolo capoluogo di Nordby, vicino al municipio.

C’è una piccola birreria artigianale con piacevole terrazza esterna e un drogheria chic nel piccolo abitato, associato ai Migliori Macellai del Paese, dove si possono assaggiare e comprare delizie locali come il prosciutto aromatizzato al coriandolo, aglio e pepe, stagionato naturalmente; salsicce di manzo e maiale oltre al miele di erica e alla birra isolana. La spiaggia è servita dal bus pubblico che, come le automobili, può circolare fin sulla sabbia (però a un massimo di 30 km all’ora!), lasciandoti lì dove si può cominciare a passeggiare: a marea bassa, per 1,6 km, alla ricerca di ambra fossile e foche. C’è un grappolo di antiche case all’estremità sud dell’isola, a Sonderho, con le finestrelle profilate di nero (in segno di lutto), bianco (nascita), verde (per la vita), con una locanda di mare, il Sonderho Kro, che ha il buon sapore delle cose d’antan: stazione di posta dal 1722, adesso è un ristorante con camere con il dècor originale dell’epoca, le pareti in mattoni e tetto di paglia, le salette piastrellate di maioliche olandesi, il vecchio pendolo, la stufa di ghisa e i modellini di barche.

Spiagge infinite, 40 chilometri di estensione, anche tra la penisola di Skallingen e Nymindergab, nel Parco Nazionale del Wadden See, cuore green dello Jutland, con rotonde sul mare trasformate in ristorantini di pesce, fattorie di piccole produzioni artigianali e baden hotel che hanno il sapore dei primi bagni di mare. C’erano solo dune create dal vento, sulla penisola, dove nel 1852, per arginare l’effetto desertificazione, fu piantato un esteso bosco di conifere. Ci si viene a camminare, a osservare gli uccelli di passaggio vista la presenza di una zona umida tra le piante e la terraferma. Pare il posto perfetto per una “desert therapy”, a tu per tu con la natura, le casette senza l’allacciamento dell’acqua e dell’elettricità. In più, d’inverno, quando la marea si ritira, è qui che si viene a cercare l’ambra.

Jutland Danimarca spiaggia con dune

Il posto più vicino per pernottare è il grandissimo campeggio Hvidbjerg, un campeggio di nuova generazione, con tanto di centro benessere, piscine, sauna con la luce naturale, piazzole per le tende e “casette di pescatori” indipendenti, in listelli di legno e con il tetto impagliato, a 200 metri dalla spiaggia, con la verandina per mangiare fuori con il buon tempo.

Il paese di Blavand è qui vicino con un gourmet shop di prodotti gastronomici locali come l’acquavite aromatizzata alla rosa canina, alla noce, alla mela; salame da spalmare e zucchero a velo vanigliato con fiori di sambuca. C’è una perfetta esposizione a ovest al Café Stranden, il località Henne, poco più a nord, un risto-bar gestito dall’icona gastronomica danese Hans Beck Thomsen, ex proprietario-chef della locanda Henne Kirkeby dove aveva lavorato, subentrando alla mamma, per ben 26 anni. Una rotonda sul mare con vetrate a tutt’altezza, direttamente sulla spiaggia, tra le dune. Unica in Danimarca, per architettuta e localizzazione, propone una cucina casual di bistrot di mare, con una vista oceano e tramonto niente male.

Di fascino nordico è anche il non lontano Henne Mølle, tra dune ed erica, baden hotel all’insegna di un intimo spaesamento, che si raggiunge con uno sterrato di circa 3 km prima di Henne: una vecchia costruzione color crema con gli scuri blu, protetta da un’alta duna erbosa, sul Wadden See. Con ristorante e camere di tono balneare-retrò, tinte di bianco e turchese. In pochi passi, tra la sabbia spostata dal vento dell’ovest e i ciottoli di mare multicolore, si arriva a un’ampia spiaggia “nordica” con alte dune erbose che rimandano al deserto e ai link scozzesi, le distese d’erba naturalmente ondulate che raccordavano (da cui “link”) le dune e le scogliere che hanno dato asilo ai primi giochi di golf. Fuori dal mondo. Per fuggire da tutto ma non dal sapore del vento.

E venuto a ritirarsi qui, tra i campi e le betulle, anche Paul Cunningham, eclettico chef inglese già stellato patron del ristotante Tivoli a Copenhagen. Si è insediato un una locanda del 1790 con il tetto a carena rovesciata, le assi pale blond e i mattoni intonacati che ha chiamato Hennekirkebykro. Qui è l’orto, lindo e pinto come un vigneto nella Napa Valley, a dettare legge, oltre alla sua infinita vena creativa. La cucina a vista conserva anche libri e appunti. Chiedete a Paul di mostrarvi quel vecchio quaderno di schizzi improvvisato a Copenhagen quando, non ancora padrone della lingua danese, illustrava al suo team ricette e mise en place con inchiostro e aquarello. E fermatevi anche per la notte. Ci sono anche le camere. Il trend è decisamente fuggire dalle stelle (Michelin), per ritrovarne in natura mille altre.

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