La più grande community di cicloviaggiatori al mondo si chiama Warm Showers, “docce calde”. Essere parte della community, iscritti alla piattaforma online, comporta mettersi in condizione di offrire, in date a scelta, un letto e una doccia calda a chi viaggia per il globo in bicicletta. Talvolta anche una cena o l’uso della cucina. Offerte per futuri amici cicloviaggiatori da elargire a titolo gratuito, per complicità e solidarietà con chi condivide la passione della bicicletta e fa del viaggio in bici una parentesi importante della propria vita, all’insegna dei valori di inclusività e del rispetto della diversità.
I cicloviaggiatori si scambiano docce calde
Warm Showers nasce nel 1993, negli States per mano degli amici ciclisti Tarry Zmrhal e Geoff Cashman che vollero stilare una lista di conoscenti disposti a offrire un posto letto, un divano o una camera intera, ai cicloviaggiatori di tutto il mondo. Intorno al 2005, quella semplice lista di nomi, cicloviaggiatori in erba, divenne un database online con tanto di mappa, funzionalità di ricerca e di invio di messaggi tra gli utenti.
Ormai un’organizzazione senza scopo di lucro gestita da volontari e sostenuta da donazioni spontanee (nel 2018, 130.000 dollari di cui 41.000 investiti nel mantenimento delle funzionalità e della sicurezza del software, come si legge nell’ultimo Annual Report), Warm Showers ha un direttore esecutivo donna, l’imprenditrice sociale statunitense Tahverlee Anglen.
Di recente ristrutturato e tradotto in più di una lingua, il sito di Warm Showers conta adesso 103.805 iscritti in 75 Paesi di cui oltre 78.000 attivamente ospitanti, con 50-200 nuovi membri che si aggiungono ogni giorno. Io sono iscritta alla community dei cicloviaggiatori da qualche anno. Dopo essermi resa conto che ricevevo richieste di ospitalità a Milano ogni 3-4 giorni, ho momentaneamente sospeso la disponibilità del mio divano. Di notte, quel divano si trasforma nella cuccia della mia border collie Laya. Non sono ancora certa che voglia dividerla con uno sconosciuto.